La bella vittoria di lunedì sera a Lecce, è già archiviata, ma sono molte le situazioni che meritano attenzione e potrebbero facilitare il percorso futuro. Certamente i "ragazzi" di mister Liverani non erano un ostacolo difficilissimo, ma già il prossimo impegno, a San Siro contro la Roma, potrà essere un test da cui trarre importanti valutazioni.

La squadra di Fonseca, benchè penalizzata da molti infortuni, sta disputando un buon campionato ed è ancora impegnata nella Europa League. Un avversario forte, che se il Milan riuscisse a battere dando continuità ai tanti segnali positivi messi in mostra nella roboante vittoria di Lecce, allora ottimismo e convinzione potrebbero essere dei valori aggiunti molto importanti per questo finale di stagione. Mancano ancora tantissime partite, eppure questa "sciagurata stagione" è stata talmente priva di soddisfazioni che non abbiamo quasi mai gioito del presente, preferendo già proiettarci al futuro, alla prossima stagione, per cercare quelle vittorie che ci riportino in alto, fra quelle prime posizioni in classifica dove manchiamo da troppi anni. Eppure questa squadra, che tanto amiamo e a cui non risparmiamo critiche feroci, non è così debole come viene descritta e dall'arrivo di Ibra, per l'esattezza dal derby contro l'inter, ha dato segnali confortanti di una squadra in costante crescita. La partita persa contro il Genoa, non fa testo, la squadra pensava che l'incontro venisse rinviato, come era successo contro la Juventus per la partita di coppa Italia e la vicenda Boban aveva certamente tolto serenità a tutto l'ambiente.

Dall'inizio della stagione ho spesso evidenziato quanto il rendimento di molti giocatori non fosse all'altezza delle aspettative. Romagnoli, Kessie, Chala, Paquetà, e Bonaventura, senza citare Suso e Piatek che sono stati ceduti a gennaio, se questi giocatori così importanti per il Milan, non giocano nel modo migliore, come sanno fare, è logico non vincere le partite e raccogliere pochissimi punti in classifica. Oggi vedere la differenza è facile, Romagnoli sembra tornato il giocatore che si era meritato la convocazione in Nazionale, Kessie, sempre nella lista dei partenti, ha finalmente trovato una posizione e mette a disposizione della squadra le sue qualità, che certamente non sono quelle di finalizzare l'azione, mentre il turco, meno impegnato dalla fase difensiva, può dimostrare il suo reale valore. Il "vero" Chalanoglu, al Milan, non l'abbiamo mai visto ed è comprensibile il motivo per cui molti tifosi milanisti desiderino la sua sostituzione. Chi ha avuto occasione di vederlo giocare con la nazionale turca, è consapevole  che è un ottimo giocatore e gli elogi con cui Mister Therim, ex allenatore di Fiorentina e Milan, ne qualificavano l'acquisto dalla germania, non erano casuali. Dotato di un tiro invidiabile, capacità di cambiare il gioco con estrema facilità, corsa e altruismo, l'eccessivo tatticismo con cui è stato utilizzato lo ha costretto più alla fase difensiva che a quella offensiva, riducendone notevolmente le qualità. Il modulo che Mister Pioli sta proponendo, il 4-2-3-1, può esaltarlo consentendogli di mostrare se sia opportuno puntare ancora su di lui o piuttosto cercare un sostituto. Con questo schema, anche se Theo Hernandez sale, non deve essere lui a garantirne la copertura, come succedeva in passato. 

"Il bravo allenatore è quello che fa meno danni", una frase che avrete sentito moltissime volte e che personalmente non condivido, preferendo: "il bravo allenatore è quello che si sa adattare ai giocatori a sua disposizione". Non esiste  lo "schema perfetto", ma piuttosto quello che meglio si adatta a determinati giocatori. Un esempio, Conti, è perfetto a fare l'esterno in un centrocampo a cinque, garantendo spinta e fase difensiva, ma è dannatamente in difficoltà nella difesa a quattro, spesso in ritardo nello scalare le posizioni o nelle diagonali, come succedeva ad Abate, altro terzino adattato in un ruolo non suo. Molte delle difficoltà di questa stagione sono da attribuire a Giampaolo, che non è riuscito (e non ha avuto il tempo) per comprendere le potenzialità di questo gruppo. Invece di iniziare la stagione basandosi sulle certezze della gestione Gattuso, ha voluto cambiare  gioco e posizioni in campo, si è smarrito, confuso, trascinando una squadra, giovane e priva di certezze, oltre che se stesso, verso il "disastro sportivo". Oggi Pioli ha dato un'impostazione di gioco, se i singoli riusciranno a garantire rendimenti costanti e qualitativamente importanti, ottenere risultati positivi non sarà difficile e vedrete che, non solo tutta la squadra ne trarrà giovamento, ma anche l'inserimento delle riserve sarà molto più facile.

Un passaggio questo che la nostra Dirigenza non dovrebbe sottovalutare. Personalmente ho sempre difeso l'operato di Maldini, ritenendo che sia all'inizio di un percorso e che sbagliare sia umano, ma la scelta dell'allenatore era un passaggio talmente importante che avrebbe dovuto almeno condividere con Gazidis, per non trovarsi, come poi è successo, ai margini di un progetto che stava iniziando.  Oggi lo scenario prospetta l'arrivo di Ralf Rangnich, dirigente tedesco, di altissimo profilo, un professionista affermato, attualmente sotto contratto per il gruppo Red Bull e la gestione delle sue quattro squadre, in Austria, Germania, Brasile e Stati Uniti, ma negli ultimi  otto anni, dalla stagione 2011/12, ha allenato solo due stagioni, non consecutive ed un anno nella serie B tedesca. Definirlo allenatore, o addirittura un "ottimo allenatore" è alquanto azzardato per chi ha preso le distanze dalla panchina e dal lavoro giornaliero di campo. Sarebbe come affidare al Sacchi, di oggi, la panchina del Milan. Sinceramente spero che sia lo stesso Rangnich a proporre una soluzione che non lo veda anche allenatore e che magari venga valutato il lavoro di Mister Pioli che ha dimostrato capacità. Se è certo che l'arrivo di Ibra è stato determinante per vedere un cambiamento che forse non ci sarebbe stato, adesso la squadra esprime un gioco, ha assimilato i suoi insegnamenti e occupa il campo in modo coeso. Il suo modo di fare, la diplomazia con cui si è mosso anche in questi mesi turbolenti, sono tutti punti a suo favore.

Undici partite, le possibilità per far bene ci sono, magari anche per fare una chiaccherata con il futuro dirigente, perchè chi è intelligente sa sempre trovare le soluzioni migliori e spesso sono anche le più semplici da realizzare.