Ho iniziato a manifestare dubbi su Pioli in tempi non sospetti ovvero fra giugno e luglio del 2020, quando il suo Milan aveva preso a vincerle tutte dopo la pausa per il Covid. Da allora i miei dubbi sul tecnico sono andati aumentando, perfino dopo lo Scudetto, che fu un capolavoro di Maldini, anche a livello politico. Negli ultimi tre mesi del campionato, il Paolo rossonero riuscì a parare tutti i colpi delle pluriammanicate dirigenze avversarie e se ne stanno accorgendo ora i dilettanti del calcio allo sbaraglio dell'attuale management. Ieri, la performance arbitrale di Doveri e Di Paolo al VAR è stata ostile ai rossoneri per 90', anche se non ha inciso sul risultato, visto l'andamento del match. Arbitro e VAR hanno testimoniato, tuttavia, che il calcio è roba per gente del settore e non per parvenu. Il master di Harvard o gli incarichi importanti fuori del calcio contano piuttosto poco allo scopo, anche se al Milan non lo hanno ancora capito. Del resto, questo managenent ha continato a puntare su un tecnico altalenante anche nella stagione che doveva qualificare il Diavolo al Mondiale per Club. E c'erano in palio 40 milioni di cocuzze solo per partecipare. Ciò la dice lunga su quanto il management rossonero attuale non sia molto del mestiere.

La Salernitana è la squadra più scarsa del campionato e questo lo dice la classifica, nella quale è il fanalino di coda. Ieri, però, quella Salernitana è riuscita a strapazzare i rossoneri dalla mezz'ora del primo tempo per fino al quarto d'ora finale, quando il Diavolo è riuscito a metterla lì con la pura forza dei nervi e della disperazione.

Alla fine, alla luce della caratura della Salernitana, Pioli e la sua creatura calcistica sono riusciti nell'impresa di perdere nonostante il finale di 2-2.

Il Milan è sceso in campo con uno schema a metà strada fra il 4-2-3-1 e il 4-2-1-3, a seconda che i rossoneri fossero in possesso di palla o no. Ma Lortus-Cheek era comunque alto e gli esterni avanzati molto prossimi al parallelo geografico di Giroud, tendenti addirittura ad allinearsi al centravanti. Avete presenti le parallele che si incontrano all'infinito? Quelle.

Lo schema è andato bene contro la prima versione della Salernitana, che si è fatta schiacciare nella propria area. I rossoneri, infatti, sono riusciti a passare in vantaggio con Tomori, nonostante Doveri e Di Paolo abbiano ignorato un rigore evidente per un mani di Fazio in area amaranto. Poi... be' i rossoneri si sono fermati a metà strada senza sapere cosa fare. Contro il Monza, una volta in vantaggio, si erano tirati indietro per cancellare la terra di nessuno fra i reparti e far avanzare gli avversari in modo da trafiggerli in contropiede. Ieri non lo hanno fatto, ma neppure hanno cercato il raddoppio. Sono rimasti a metà strada, provando ad abbozzare attacchi poco convinti o quali, non solo non facevano male, ma impedivano anche di conservare il possesso palla. I giocatori aspettavano gli ordini del generale Pioli che, a sua volta, era pericolosamente imbambolato e lo è rimasto bel oltre il pareggio salernitano.

Col passare dei minuti, in effetti, si notava che la Salernitana in svantaggio difendeva con solo quattro uomini e solo 3 centrocampisti, per giunta abbastanza alti. Ciò perché la pressione del Milan era quella di un foglio di carta velina. Non c'era bisogno, quindi, che i cavallucci marini facessero scalare i 3 davanti a centrocampo e portassero uno o due centrocampisti sulla linea di difesa. I 3 davanti, in effetti, erano in agguato nella solita terra di nessuno che si forma quando i due mediani (ieri Reijnders e Bennacer) sono troppo avanzati. Era accaduto a Parigi per esempio, ma almeno si giocava contro il Psg, mentre ieri c'era la modesta Salernitana.

Intorno al 30°, la Salernitana creava una situazione di superiorità numerica contro un avversario in vantaggio che neanche stava cercando il gol, qualcosa che faceva a pugni col buon senso calcistico. Sembrava quasi che i rossoneri fossero in attesa di essere raggiunti. E puntuale, quel pareggio arrivava al 41°, su calcio d'angolo maturato in seguito all'ennesimo momento di superiorità numerica amaranto. La rete veniva su calcio piazzato, ma era il classico knock-down del pugile che, colpito una prima volta, resta in piedi, ma inerme e in bambola, per andare giù al pugno successivo.

Nel secondo tempo, Inzaghi aumentava il numero di giri dei suoi come aveva fatto il Lecce. I rossoneri smarrivano del tutto i contatti fra i reparti.  I due uomini (Reijnders e Bennacer) dietro il vertice alto (Loftus-Cheek) continuavano a restare alti a loro volta, lasciando la difesa sprotetta e tanta verde e invitante prateria.

Il Milan correva tanto, con impegno e grinta, ma i giocatori erano ormai opliti isolati di una falange sbriciolata. E in questo caos di combattimenti individuali, Tomori si accasciava sull'erba per un infortunio. Era evidente che non fingeva, perché il pareggio non stava bene al Milan e quindi non c'era esigenza di perdere tempo, ma la Salernitana, con determinazione squisitamente carognesca, proseguiva l'azione, senza che Doveri, in versione Ponzio Pilato. intervenisse. I rossoneri erano allo sbando ed esitavano attendendo una manifestazione di fair-play da parte degli avversari o un atto di buon senso da parte del direttore di gara. Nulla accadeva e i polli rossoneri finivano fra le fauci del lupoLo stesso Maignan perdeva la concentrazione e, convinto di essere vicino al palo, deviava un tiro innocuo di Cadreva nella propria porta, convinto di spingerlo fuori. Non era neanche il 20°, però il Milan collettivamente non c'era e avrebbe stentato ancora parecchio a riprendersi.

Pioli tentava la mossa della disperazione, togliendo un uomo in difesa e facendo entrare Florenzi, che avrebbe giostrato avanzato quando, pochi minuti dopo, sarebbe entrato Jovic seconda punta al posto di Bennacer. Chuckwueze, avrebbe dato il cambio a Pulisic nel settore di destra.

Dopo la mezz'ora, però, la Salernitana iniziava ad accusare la stanchezza e anche po' di braccino corto del tennista. I cavallucci marini si tiravano indietro come a inizio partita ed era una manna per il Diavolo, che non trovava più nessuno a disturbarne le manovre a centrocampo. I rossoneri si ricompattavano e suonavano la carica. Pareggiava Jovic, autentico fantasma dell'area di rigore. Il serbo si materializzava lugubre in area granata su assist di testa di Giroud. Se non l'avesse presa lui, ci sarebbe comunque arrivato Chukwueze che stava piombando sulla sfera.

Il Milan cercava la vittoria, ma Costil era bravo sull'ultima occasione di Calabria e Florenzi si rivelava pollastro quando, per litigare su una rimessa laterale ritardata, scatenava una rissa che costava 2 minuti. Da par suo, Doveri si guardava bene dal recuperare quel tempo e la partita finiva dopo i 5 minuti di extra-time.

Doveri è stato scellerato nelle decisioni, ma per una serie di circostanze non ha inciso sul risultato. Il rigore per i rossoneri, checché ne abbia detto Marelli su Dazn, c'era tutto, perché Fazio ritirava il braccio verso il corpo, però lo faceva mentre il corpo stesso si piegava a destra verso la palla ed era ovvio che, arrivando in tempo sulla sfera, il giocatore l'avrebbe presa col l'arto anteriore. E tuttavia, un quarto d'ora dopo, il Milan passava comunque in vantaggio e. quindi, vista l'arrendevolezza dell'ora successiva, è probabile che lo stesso errore sarebbe stato commessso anche se i rossoneri avessero avuto il penalty e lo avessero trasformato. In occasione dell'infortunio a Tomori, poi, Doveri non era obbligato a fermare l'azione e i rossoneri dovevano saperlo. Inoltre, quanto al mancato prolungamento del recupero, quasi inspiegabile, si è trattato di una perdita di chance importante, ma difficilmente quanticabile nelle sue conseguenze concrete. 

E' stato il solito Doveri, quello di sempre con il Milan, ma per l'andamento delle cose, non ha inciso più di tanto e ciò è un bene perché toglie alibi a chi è davvero responsabile della frittata.

Nel dopo partita, Pioli ha sparato la solita litania trita e ritrita sulla mancanza di attenzione, precisione, concentrazione ecc., arrivando a esprimere concetti pseudo-filosofici come la qualità che sarebbe, a suo dire, anche attenzione e... patatì patatà. Nuts! Pioli ha ripetuto gli errori della partita di Lecce, quando i rossoneri sono andati in tilt nel momento in cui dovevano decidere se forzare per segnare ancora o difendersi. Sono rimasti a metà strada e l'altra metà era terra di nessuno.

In conferenza stampa, il tecnico, ha dimostrato anche una permalosità che denota mancanza di sicurezza. Quando un giornalista, infatti, gli ha rivolto una domanda sgradita, Pioli ha cercato di zittirlo invitandolo a dire chiaramente che il problema era la conduzione tecnica del Milan. Be' questo glielo può dire senza tema di nulla il sottoscritto: "Mister il problema è lei e lo è, a voler essere buoni e natalizi, almeno da gennaio 2023". La puntualità con cui Pioli ripete gli errori è devastante. Alla fine potrebbe compromettere anche il traguardo che interessa a Scaroni, la qualificazione alla prossima Champions.

Del resto, Pioli si è anche messo a fare i conti della serva, appellandosi a occasioni da gol non sfruttate che, a suo dire, sarebbero state numerose. Boom boom boom, magari non so... un milione, vero mister? Come le attrattive del lontano Katai per marco Polo! E la gente dovrebbe limitarsi e riprendere le sue versioni come Rustichello da Pisa con il veneziano. In realtà, alle occasioni nette dei rossoneri (Loftus-Cheek su azione personale, doppio salvataggio di Costil su Jovic e colpo di testa di Calabria nel finale), la Salernitana ne può opporre altre (Dia nei primi minuti, Bennacer che rischia l'autorete, Castanos prima del pareggio di Fazio e Mazzocchi su tiro da lontano). Lo stesso Maignan, se non avesse commesso l'errore su Candreva, sarebbe stato uno dei migliori in campo.

E poi nel calcio contano i gol non le occasioni.

Sì il problema è la gestione tecnica. Nel Milan sono stati messi in discussione Liedholm, Sacchi, Capello, Ancelotti (spesso preso di mira da Berlusconi) e lo stesso Zaccheroni, che ha vinto uno Scudetto come Pioli. Per quale motivo, da qualche anno a questa parte, sembra che Pioli sia l'unico che possa allenare il Milan? Mistero della Fede, signori, Mistero della Fede! Ci sono delle arcane dinamiche che impediscono di considerare nomi diversi da quello di un allenatore che, fino all'arrivo a Milanello, non aveva combinato nulla.

Quanto a Tomori, ennesimo giocatore finito in pezzi, non ha senso neanche parlarne. La società, sfiorando il ridicolo, sta ancora valutando e indagando con la cautela dei saggi sulle cause della moria. Eh sì, si valuta e si indaga... poi se ne discuterà... poi si indagherà e valuterà... cautamente. Oh ma siamo uomini o caporali?

Comunque, la realtà dice: Milan sconfitto per 2-2 (e non è facile essere sconfitti per 2-2), quindi... Buon Natale a tutti!