Chi pensava che il Bologna lasciasse vincere l'Inter senza impegnarsi, probabilmente capisce ben poco, sia di calcio che di psicologia, per quanto spicciola.
L'Inter era certamente la favorita alla vittoria finale di questo turno di recupero rinviato fin troppe volte, ma poichè non esistono partite già vinte, prima di giocarle e, fortunatamente, per quanto con motivazioni ben diverse, sono rimaste poche o pochissime le squadre che accettano le sconfitte senza impegnarsi al massimo delle proprie possibilità, era consigliabile evitare commenti privi di logica.

Una squadra che è allenata da Mister Mihajlovic, che lotta con la malattia da più anni, nel tentativo di restare in vita, può forse rinunciare ad impegnarsi? Giocatori come il cileno Medel, o l'austriaco Arnautovic, che prima di vestire la maglia felsinea hanno indossato quella interista, ma allontanati senza grazie o rimpianti, potevano forse rinunciare alla loro rivincita?
Se il Bologna era piaciuto sia contro il Milan che contro la Juventus, per quale motivo non avrebbe potuto ripetersi? Quando l'arbitro Doveri ha sancito la fine dell'incontro, i festeggiamenti dei giocatori del Bologna, per la vittoria conquistata e con essa la matematica salvezza e la permanenza in serie A, hanno evidenziato quanto fossero illusorie le supposizioni dei moltissimi sostenitori neroazzurri e come, a quattro giornate dalla conclusione di questo campionato, oggi appaia molto più difficile riconfermarsi Campioni d'Italia e cucire la seconda stella sulla maglia.

L'Inter non meritava di perdere, un dato è sufficiente per capire la partita, tiri della squadra allenata da Mister Inzaghi verso la porta del Bologna, 26, di cui 7 nello specchio, con un solo gol realizzato da Perisic dopo soli tre minuti di gioco. Il Bologna con soli 5 tiri, UNO nello specchio della porta, per l'occasione difesa da Radu, per un problema alla schiena che ha costretto Handanovic al riposo, realizza due gol.
Una partita che il Bologna aveva saputo recuperare grazie ad un colpo di testa di Arnautovic e che stava controllando anche grazie al nervosismo sempre più evidente che stava condizionando le giocate dei giocatori interisti. Quanto fosse pesante il pallone lo si è capito al minuto 81 quando la squadra allenata da Mister Inzaghi, con un fallo laterale a proprio favore è praticamente riuscita a farsi autogol, anche se è stato Sansone ad approfittare del "liscio" del portiere rumeno, Radu e spingere la palla in rete. Mancavano ancora quindici minuti alla conclusione, ma la partita si era praticamente conclusa con quello svarione, poichè la tensione azzerava ogni più semplice possibilità anche di cogliere un pareggio che avrebbe avuto un'importanza ben maggiore di quello che probabilmente hanno pensato i giocatori in campo.

Finisce con la vittoria del Bologna per 2 a 1 e la classifica, finalmente priva di asterischi, è la seguente: Milan 74, Inter 72, Napoli 67 e Juventus 66.
Considerato che mancano quattro giornate alla fine e il Milan ha il vantaggio nello scontro diretto con la rivale cittadina, conquistando dieci punti, sui dodici a disposizione, la squadra allenata da Mister Pioli avrebbe la certezza matematica della conquista dello Scudetto. La squadra rossonera non è quindi "solo" padrona del proprio destino, ma specialmente non ha l'obbligo di vincere tutti e quattro gli incontri, avendo a disposizione anche un pareggio.
Fare pronostici è ugualmente sbagliato, bisogna ragionare una partita alla volta, dando il massimo e senza guardare oltre. Lo sbaglio di Radu è gravissimo, ma non diverso da quelli che fece Tatarusanu contro la Fiorentina dove il Milan perse l'incontro, dovendo sostituire Maignan per l'infortunio al polso, per molte settimane. Non è facile sostituire il portiere titolare e farsi trovare pronti quando non si gioca mai, neppure una partita di Coppa Italia, ma lo sbaglio gravissimo e le lacrime più che comprensibili, sono la causa di scelte sbagliate. Può una "Grande Squadra" avere un portiere di riserva che non gioca una partita da titolare da tre anni? La risposta mi sembra fin troppo semplice.

Domenica il calendario propone Milan contro Fiorentina e Udinese contro Inter. Se il Milan riuscisse a vincere metterebbe molta pressione all'inseguitrice che, per quanto abbia tutte le carte in regola per uscire dal Dacia Arena con la vittoria e i tre punti, potrebbe avere più nella testa che nelle gambe, le scorie di questa sconfitta inaspettata.
Testa e cuore quindi solo sulla Fiorentina e il mio ricordo va alla rovesciata di Ibra, a quell'uno a zero, che contribuì alla conquista dello scudetto, l'ultimo messo in bacheca. Era il 20 Novembre 2010 e il Milan schierava questa formazione: Abbiati; Bonera, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Gattuso, Ambrosini, Flamini; Seedorf (86' Ronaldinho); Ibrahimovic, Robinho (77' Boateng). con Mister Allegri in panchina.
Ne è passato di tempo, ma siamo ancora qua, felici e pronti ad esultare, magari proprio ad un gol del campionissimo svedese, l'unico ad essere ancora presente.
Il bravissimo giornalista Padovan, tifoso interista, resta convinto che lo scudetto si tingerà di nerazzurro, da milanista spero si sbagli, ma a quattro giornate dalla fine, senza alcun asterisco e consapevole della difficoltà degli avversari che il Milan dovrà affrontare, con tutta sincerità preferisco essere primo, con due punti di vantaggio, che costretto ad inseguire, ma ancora di più a gufare poichè tutto è nelle mani del Milan.

Non ci credo, ma ci spero.
FORZA MILAN