Ieri il Milan ha conquistato 3 punti in un incontro che può essere definito come una pratica penitenziale per tifosi che hanno molto peccato e devono espiare le loro mancanze. A marzo i supporter rossoneri hanno guardato addirittura verso il secondo posto e sono stati puniti da un mese di orrende sventure, fino alla catarsi purificatrice di ieri sera, quando hanno evitato di scivolare sotto il quarto posto, superati anche dalla formazione esordienti dell'Oratorio Don Bosco. Riassumendo: Milan-Lazio è stata una partita orrenda, ma con un risultato bello e ammaliante quanto Madre Natura in "Ciao Darwin". I 3 punti sono di platino.

Per la seconda volta i rossoneri sono stati schierati con il 4-3-1-2 nel quale Borini ha fatto la seconda punta, se la squadra attacca, e il centrocampista, quando gli avversari sono in possesso di palla. E' la formazione migliore e più equilibrata per affrontare le 6 avversarie più forti, in quanto Borini è una seconda punta e sa fare movimenti da punta, mentre sa anche ripiegare (e bene) a centrocampo. Lo ha portato Mirabelli che ne ha fatte più di Carlo in Francia, ma non è da persone oneste nasconderne i meriti dove ci sono.

A proposito di Mirabelli, un altro suo merito è aver portato in rossonero Pepe Reina a costo 0. Ieri il Milan deve fare un monumento al portiere iberico che, dopo pochi minuti ha negato il gol a Immobile. Questi era stato molto bravo a colpire in anticipo e da centro area nel momento in cui la vista del portiere era coperta, ma il tiro avvelenato è stato annullato dall'antidoto dei riflessi del portiere rossonero.

Nei primi 10 minuti è stata la lazio ad avere 2 palle gol, poi il Milan ha dovuto aspettare fino al 30mo per averne 2 simili. Questo perché i rossoneri non hanno, ormai da un mese, più velocità e cambio di passo, quindi il loro gioco finsce per morire stancamente a ridosso della muraglia difensiva avversaria. In un certo senso, l'essenza dell'attuale gioco milanista è fotografata da un episodio avvenuto al 54mo, quando Suso e Kessie, imprigionati sulla fascia destra in una gabbia di avversari, hanno manovrato per conquistare 3-4 metri e ripartire dalla rimessa laterale. In un certo senso il gioco del Milan è quello di una squadra di rugby, che fa circolare la palla alla mano per conquistare una touche o ripartire da una mischia, quando non si ricorre al drop che fa spiovere la palla in avanti. Il possesso palla di Gattuso, se non è supportato da velocità nei muscoli, diventa una fatica di Sisifo per conquistare spazi che, un attimo, dopo, vengono chiusi dagli avversari.

Il Milan, tuttavia, nonostante l'inutilità dei propri sforzi offensivi, ha avuto il merito di saper giocare sul filo dei nervi e di non perdere la Trebisonda, anche quando Rocchi ha negato un rigore dopo averlo rivisto al VAR. La decisione era più che corretta, ma si sa che, quando saltano i nervi, è possibile mettere in piedi un'indegna gazzarra anche contro un arbitro che non ha sbagliato. La solidità nervosa ha premiato i rossoneri che, hanno avuto il rigore, trasformato poi da Kessié, nel corso dell'azione successiva.

In precedenza si erano rotti, quasi contemporaneamente, Romagnoli e Calabria, cosa che, soprattutto per quel che riguarda Romagnoli, avrebbe potuto affondare la squadra rossonera. E' andata bene, perchè è entrato Zapata, che essendo stato infortunato, si è allenato per un po' in maniera diversa dai compagni e non ha avuto tempo di perdere brillantezza atletica.
Con i cambi, i rossoneri si sono attestati con Borini e Laxalt sulle fasce e Suso dietro alle punte, cosa che, nel quarto d'ora finale non ha però avuto tempo di incidere, in quanto il gol è venuto con uno dei soliti spioventi in area su cui, un misterioso difensore danese di origine albanese ha combinato un patatrac per la Lazio. Nel finale, di riffa o di raffa, i rossoneri hanno tenuto e portato a casa la vittoria.

Cosa dire? Chala ha giocato molto bene, perchè non era confinato sulla fascia, posizione non sua. Immobile ha giocato con la solita rabbia che sfodera se incontra il Milan e rivela un'ostilità quasi da psicanalizzare verso i rossoneri. Ieri, comunque gli è andata male. Acerbi nei giorni precedenti aveva commesso lo stesso errore dei milanisti, quando hanno archiviato il derby come vinto prima di giocarlo, e ha fatto come i pifferi di montagna, che andarono per suonare e furono suonati. Non può e non deve prendersela per l'esibizione che Bakayoko e Kessie hanno fatto della sua maglia. Nelle guerre di una volta i guerrieri vincitori esponevano come trofeo le spoglie del nemico ucciso in battaglia, ma era un onore per l'avversario, perchè lo si faceva solo coi nemici valorosi, non con le scamorze.

E' stata una pratica di penitenza, la partita di ieri, e tali saranno anche le prossime. In teoria il Milan dipenderà solo da se stesso, perché vincendo tutti gli incontri conquisterà la qualificazione, anche se la vedo improbabile, considerando la forma scadente della squadra. Però è già qualcosa.