Ieri Pioli si aspettava un Lecce chiuso in difesa. Per questa ragione, ha svuotato il centrocampo e spostato Diaz mezza punta sul centro sinistra, senza affidargli compiti particolari di copertura. L'impostazione offensiva dei rossoneri, inoltre, è stata completata dalla presenza di Messias sulla destra. Per questa ragione, sarebbe stato un tardo pomeriggio triste e complicato per i rossoneri, se Baroni avesse intuito che i rossoneri erano ancora sotto l'effetto della sbronza di Napoli o, nel caso lo abbia capito, se avesse avuto il coraggio di approfittarne. Il tecnico del lecce, però, ha tenuto le redini dei suoi troppo tirate fino a che non si è trovato sotto. A quel punto il Milan era entrato in partita dopo il caffé nero bollente servitogli da Leao con il gol.

In questo contesto, la formazione e la tattica dei rossoneri si sono rivelati vincenti. Baroni ha affrontato i rossoneri con un 4-5-1 bassissimo che ricordava parecchio l'identico schieramento del Marocco ai recenti mondiali. Nel caso del Lecce, la scacchiera per marcare sul passaggio, più che sull'uomo, era meno evidente di quella dei nordafricani, che ai mondiali ha rasentato la perfezione. Tuttavia, l'effetto è stato ugualmente quello di rendere problematiche le triangolazioni con cui, di solito, il gioco di Pioli si dirige spedito verso la porta avversaria. In realtà, il Diavolo non era lucido al 100%, anzi lo era in percentuale molto minore del 100%. Nella prima decina abbondante di minuti, Hernandez si è trovato due volte in vantaggio sulla palla, ma si è fermato lasciando che gli avversari ci si fiondassero. Rebic e Leao hanno sbagliato alcuni stop non impossibili per giocatori della loro bravura e, non molto prima del vantaggio rossonero, perfino Tonali ha calciato un pallone sbilenco verso Messias, ma facendolo finire sui piedi degli avversari. Un liscio provvidenziale ha consentito alla sfera di passare oltre.

Non solo, quando Chiffi ha concesso un rigore al Milan, per poi revocarlo dopo averlo rivisto al VAR, il Milan ha rischiato di regalare il vantaggio al timido Lecce. Tagliando in diagonale su un cross dalla trequarti, Krunic aveva la palla a portata dell'agevole deviazione in calcio d'angolo. Il bosniaco, tuttavia, sembrava trattenere la gamba lasciando scorrere la sfera verso il palo opposto. Così facendo, Tagliava fuori i compagni della difesa, per cui tale Banda poteva spedirla sul palo alla destra di Maignan che appariva battuto. Come scritto, Baroni non ha capito che il Milan non aveva ancora preso il caffé e che, svampito com'era, sarebbe stato a serio rischio se il centrocampo dei salentini fosse salito, lasciandosi alle spalle Diaz mezza punta a sinistra.

Come detto su, Chiffi aveva fischiato un rigore per i rossoneri. Hernandez si era involato sulla mancina e aveva anticipato Baschirotto allargando la sfera, non però a sufficienza da impedire al difensore giallorosso di arrivare a deviarla. Per arrivarci, in realtà, Baschirotto aveva toccato anche l'esterno rossonero mandandolo giù e ciò aveva spinto Chiffi a fischiare il penalty. Dopo aver rivisto l'azione al ralenty, il direttore di gara era tornato sulla propria decisione e il match era rimasto sul punteggio di reti bianche. A questo proposito, mi viene in mente una considerazione. Il calcio è sport di contatto, per cui se io difensore vado deciso sulla palla, mi si deve concedere un margine ragionevole di contatto con l'avversario, altrimenti si trasforma il calcio in tennis o pallavolo. Giusto, quindi, non punire l'intervento di Baschirotto. Il problema, tuttavia, è che, a parti invertite gli avversari predendono il penalty a loro favore come se fosse fallo netto.

Per esempio, la Fiorentina ha triturato le gonadi oltre il lecito quando a novembre chiese un rigore non concesso per un intervento di Tomori simile a quello di Baschirotto. Le triturò il Napoli lo scorso campionato per un intervento simile di Tomori su Osimhen e lo stesso Napoli le sta triturando da giorni per la scivolata con cui Leao è andato dritto sul pallone facendolo sparire davanti a Lozano. Se Fiorentina e Napoli avevano ragione, allora quello di ieri era rigore a favore dei rossoneri. Giusto invece non dare il penalty ieri, perché le citate proteste di Fiorentina e Napoli sono state, o sono, pretestuose.

Tornando al match, Leao ha dato la sveglia decisiva al Milan al minuto 40 del primo tempo. Il portoghese svettava come una torre sul secondo palo, quello alla destra dell'attcco rossonero, infilandola di precisione sul palo opposto. Il tocco era arrivato da Tonali, ma su appoggio di Messias, che si era accentrato in area di rigore. Era la tazza di caffé, nero e rovente fino a scottare la lingua, con cui il talentuoso esterno rossonero dava la sveglia ai compagni ancora storditi. Fermiamoci ancora e notiamo che Messias, eccellente giocatore, ha fatto la cosa migliore della partita in occasione del gol, in posizione più centrale, mentre è stato poco efficiente come esterno destro. Pensando al gol di Madrid lo scorso anno, come a quelli contro Monza e Atalanta, viene il sospetto che i compiti da ala ne riducano notevolmente il potenziale. In sostanza, Messias rischia di diventare il nuovo Suso, un giocatore che a destra è diventato prevedibile, perché può solo accentrarsi per cercare di battere a rete di sinistro, cosa che sta diventando problematica, perché quel movimento è stato sgamato dagli avversari. 

Una squadra ha degli equilibri, ma il Milan ha già dimostrato di poter fare benissimo senza un esterno destro effettivo, visto che il Diaz di Champions ha giocato con efficienza da finta ala destra. Perché tanto spreco con Messias? Nella ripresa, Baroni faceva salire i cinque di centrocampo per tentare di schiacciare il Milan nella propria metà campo. Ci riusciva per larghi tratti del restante match, ma non al punto da creare occasioni, se non una palla che ha ballato la samba per qualche secondo attraversando tutta l'area milanista. Certo, basta un episodio per pareggiare, ma l'episodio a favore non è un diritto garantito dalla Costituzione. Con due incursioni sulla sinistra, Leao ha chiuso il match. Nel primo caso, ha fatto le prove generali. In realtà, non ha visto le gambe divaricate di Falcone in uscita, per cui ha optato per uno scavetto rivelatosi troppo alto (ma sono questioni di attimi...). Nel secondo caso, Rafaellino si è girato e l'ha infilata con un diagonale perfido che ha fatto carambolare la palla sul palo opposto, un colpo da mago del biliardo.

Quanto a Diaz, anche con l'Empoli e nei minuti finali di Bologna, aveva giocato mezza punta di sinistra come ieri. In quella posizione, si sta rivelando meno efficiente che partendo da destra. Credo che il problema sia di percezione del campo e di coordinazione dei movimenti. Diaz, infatti, sembra percepire gli spazi e coordinare i movimenti molto bene da destra verso sinistra, mentre è più macchinoso giocando dalla parte opposta. La ciccata sanguinosa sotto porta di Bologna era nata da un cross rasoterra di Theo dalla mancina, sulla quale Diaz, in area, aveva dovuto compiere movimenti speculari rispetto a quelli che compie quando gioca  a destra. Se vogliamo, è una caratteristica in comune con Kalulu, uomo prettamente di destra (non in senso di orientamento politico, ovviamente, ma calcistico). Ogni essere umano ha delle caratteristiche precise, anche se con l'impegno si può sempre adattare. Il problema è capire come si ottimizza il rendimento del giocatore per averne i massimi vantaggi in un calcio dove i particolari diventano decisivi.

I cambi al quarto d'ora della ripresa non hanno stravolto l'assetto della squadra. La mezza punta in più costringeva i soli due centrocampisti del Milan agli straordinari per arginare il Lecce che saliva. Kjaer ha sostituito Thiaw, ammonito nel primo tempo e, pertanto, a rischio. Saelemaekers, inoltre, ha preso il posto di Messias, mentre Bennacer ha dato il cambio a Tonali. Va detto, però, che la freschezza di Bennacer e Saelemaekers ha compensato l'uomo in meno in fase di interdizione e, mantenendo lo stesso modulo, il Diavolo non è finito in confusione. A dire il vero, nel finale, Pioli-Hyde ha reclamato i suoi diritti, per cui ha imposto al Pioli-Jeckyll di esibire per 10' più recupero 3 personaggi in cerca di identità contemporaneamente in campo: Origi, DeKeta e Rebic. Pioli-Jeckyll ha parzialmente ingannato la sua versione Hyde non alterando gli schemi, in quanto Origi non ha giocato da centrale, ma ha sostituito Leao anche nei compiti.. DeKeta è apparso ancora poco capace di continuità, ma si è mosso sulla linea retta di mezza sinistra. Anche dopo questi cambi, quindi, il Diavolo non è andato nel pallone.

Il Napoli e il Torino hanno fatto un bel regalo a Roma, Milan e Inter, visto che hanno fermato le pretendenti messe meglio in classifica per la qualificazione alla Champions: Lazio e Juventus. Stasera, la Roma cercherà di arrivare allo scontro diretto contro i dossoneri giocando da una posizione di favore. Il Milan è alla pari negli scontri diretti con l'Inter, anche se ha qualche gol di svantaggio nella differenza reti, ma niente di irrecuperabile. Con la Roma, per ora, il Diavolo è in pareggio nei confronti diretti, ma i conti si faranno solo dopo la gara di ritorno. In caso di parità, i rossoneri sono in svantaggio nella differenza reti contro i capitolini, ma di poco, come nei confronti dell'Inter. La corse alla qualificazione in Champions resta molto combattuta, ma aperta.