Oggi è sabato 9 giugno. Nessuna ricorrenza particolare ma siamo ufficialmente a dieci giorni di distanza dalla decisione della Camera giudicante del CFBC che, esattamente il 19 giugno c.a. ,salvo ritardi, impugnerà la documentazione fornita sia dalla Camera d'investigazione Uefa che dal Milan e delibererà la sanzione da applicare al club rossonero per la violazione della regola del break-even di bilancio nel triennio 2014-2017. E' stato un mese di fuoco caratterizzato da anticipazioni, indiscrezioni, opinioni e tutto ciò che ha riguardato questo spinoso caso per il secondo club più titolato al mondo, un caso che rappresenta un precedente unico per la giustizia sportiva europea sia per le modalità che, per i criteri adottati dall'Uefa in materia di Fair Play Finanziario. Cerchiamo di fare un riepilogo inquadrando ed esplicando tutto ciò che è importante sapere in avvicinamento alla sentenza.

COSA CONTESTA L'UEFA AL MILAN

Dopo che, a novembre 2017, la commissione indipendente aveva bocciato la richiesta del Milan di usufruire del voluntary agreeement(piano di rientro dalle perdite aggregate dilazionato in quattro esercizi annuali), a maggio 2018 la stessa commissione non ha ritenuto il Milan idoneo alla concessione di un patteggiamento assistito dall'Uefa mediante parametri fissi e cifre da rispettare periodo per periodo al fine di offrire un ausilio al club nelle manovre economiche relative al rispetto del pareggio di bilancio in un intervallo temporale di tre anni. Entrambi i rifiuti sono stati motivati tramite comunicati ufficiali dall'Uefa facenti perno sulla situazione di incertezza attorno alla holding controllante del club e, principalmente al suo maggiore azionista, l'imprenditore cinese Yonghong Li. L'Uefa ritiene che la dubbia situazione patrimoniale del presidente e, la sua non brillante reputazione in materia di credibilità non siano una garanzia sufficiente per i futuri risultati finanziari del club, in particolar modo, la Camera d'investigazione ha ritenuto non sufficiente la documentazione fornita dal club per ciò che concerne il rifinanziamento del debito contratto dal presidente Yonghong Li nei confronti del creditore pignoratizio Elliott Management Corporation ammontante a 303 milioni di euro e, pertanto, ha deciso di non concludere un accordo transattivo con il Milan.

COME SI ERA ESPRESSO IL MILAN A SUA DIFESA

Il Milan, mediante il suo institore Marco Fassone, ha consegnato un dossier di circa 150 pagine che poneva il focus sul trend migliorativo inerente ai risultati economici del club nel primo anno di gestione dopo la transizione societaria avvenuta ad aprile 2017, l'approvazione del CdA della semestrale sul risultato economico al 31 dicembre 2017 ha evidenziato nel bilancio del club un netto miglioramento rispetto all'esercizio precedente così ripartito :

  1. Aumento dei ricavi : lieve aumento da 101,8 milioni(2016) a 106,5(2017)
  2. Contenimento dei costi complessivi : nonostante un aumento del numero di attività, il rapporto dei costi rispetto al budget non è aumentato in modo proporzionale passando da 108,2(2016) milioni a 110,8(2017)
  3. Aumento degli introiti relativi alla gestione calciatori : le plusvalenze nette si sono attestate sui 35,8 milioni (2017) per un controvalore di 19,3 milioni per la cessione dei giocatori iscritti a bilancio.
  4. Compensazione nuovi accordi commerciali : la flessione causata dall'accensione di nuovi contratti di sponsorship con conseguente cessazione di quelli precedenti è stata compensata da un aumento dei ricavi provenienti dall'Europa League : 8,8 milioni di euro derivanti da diritti televisivi Uefa.
  5. Forte riduzione passività : 'rosso' di bilancio a 22,3 milioni di euro (2017) contro i 40,6 al 31 dicembre 2016
  6. Aumento Margine Operativo Lordo (EBITDA) : 31,5 milioni di euro (2017) contro -12,7 milioni (2016)
  7. Aumento ammortamenti :  ammortamenti sui diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori da 21,6 milioni di euro(2016) a 41,0 milioni (2017)

Le cifre finali di bilancio inerenti alla situazione relativa agli oneri finanziari in interessi(9,8 miloni di euro del 2017 contro i 2,5 del 2016) fanno da ponte alla seconda parte del dossier che invece si focalizza sul rapporto contrattuale verso i creditori o meglio il solo creditore Elliott Management Corporation dato che l'esposizione debitoria del club verso istituti di credito, vale a dire banche è pari a 0.

La seconda parte del dossier anche se di norma, non era stata una prerogativa nei casi precedenti, è stata inserita dopo la bocciatura della richiesta di voluntary agreement e si è concentrata sulla situazione relativa alla continuità aziendale garantita in parte dall'azionista attuale Yonghong Li con un rendiconto totale di tutti gli adempimenti con scadenze rispettate per ciò che concerneva la copertura finanziaria mediante aumenti di capitale e, in caso di insolvenza, dal creditore Elliott che, su richista del Ceo Marco Fassone ha prodotto una documentazione sottoscritta dagli amministratori del fondo circa l'impegno ad offrire la garanzia piena e totale della gestione del club qualora subentrasse come plenipotenziario azzerando di fatto il rischio di default e di instabilità economica a lungo termine, inoltre, il club aveva fornito ulteriori documentazioni sulle tre proposte concrete di rifinanziamento presentare ma riguardanti solo il debito del club scindendo la situazione della holding Rossoneri Sports Investment Lux da quella della società calcistica.

Com'è andata a finire lo sappiamo ormai tutti, con un copia e incolla del comunicato precedente pubblicato a novembre 2017, l'Uefa ha di nuovo chiuso le porte al Milan rinvinando la decisione alla Camera giudicante. Ora andiamo a vedere com'è composta e che sviluppi possono aprirsi per le sorti del club rossonero.

CAMERA GIUDICANTE CFBC

La Camera Giudicante come suggerisce la sua stessa denominazione sarà il vero e proprio giudice che emetterà la sua sentenza sulla sanzione da applicare nei confronti del Milan. La Camera d'investigazione può essere definita come un PM che ha acquisito dei documenti, ha fatto delle valutazioni e ha consegnato il suo rapporto alla Adjudicatory Chamber con un documento dedicato alle sensazioni personali dell'organo e la richiesta di sanzione che, grazie al New York Times sappiamo si tratta di un'esclusione dall'Europa League.

La Camera giudicante sarà composta da cinque membri : tre giudici, un avvocato inglese ed un economista polacco, dei tre giudici due provengono dalla Corte di Giustizia europea.

La presenza di un economista e di un avvocato nonchè di un giudice ordinario dovrebbero fungere da elemento di arbitrarietà assoluta sulla ratio del giudizio e, soprattutto, su un approccio prettamente tecnico della questione valutando i documenti delle parti in pieno ossequio sia alle norme imperative del legislatore e sia ai parametri economici esulando dai principi generali ispiratori della politica del Fair Play Finanziario.

COME SI DIFENDERA' IL MILAN

Il Milan ha già inviato la propria memoria difensiva e avrà la possibilità di essere ascoltato a Nyon prima della sentenza che pare sarà deliberata il 19 giugno anche se si rimane nel campo delle ipotesi. Il documento inviato dal Milan è, per ovvi motivi, più snello del precedente, difatti, la documentazione totale e approfondita presentata al CFBC è già stata trasmessa alla Camera Giudicante e ora il club rossonero dovrà semplicemente produrre un insieme di carte che smentiscano la tesi della Camera d'Investigazione. La difesa del Milan risulta essere così articolata

  1. Nel rispetto degli articoli normativi del Fair Play Finanziario il Milan ha garantito la continuità aziendale del club come, per l'appunto specificato nella normativa Uefa scindendo la situazione patrimoniale della società di gestione e della società gestita, in parole povere, il club ha garantito la continuità e la crescita del Milan e non è tenuto a garantire quella del proprietario che, in caso di insolvenza, non intaccherebbe in alcun modo la stabilità della società A.C. Milan.
  2. Il club sottolinea come il trattamento non sia conforme ai casi analoghi registratisi nelle precedenti concessioni dell'accordo transattivo applicando nei confronti del club rossonero un approccio punitivo piuttosto che riabilitativo come suggerisce il testo del Fair Play Finanziario, inoltre puntualizza come la ratio di valutazione dell'Organo si sia soffermata più sulle intenzioni che sulla concretezza della documentazione fornita auspicando un'esclusione dalle competizione che assumerebbe caratteri di iniquità.
  3. Il club ha inserito rendiconti riepilogati degli esercizi precedenti facendo notare come i risultati economici attuali del club siano provvisoriamente i migliori dal 2012.
  4. Il Milan ha garantito, qualora non bastassero le garanzie attuali, la produzione di una fideiussione bancaria da 100 milioni di euro che non avrebbe solo le caratteristiche di copertura di liquidità, bensì di un atto fiduciario che dimostrerebbe come gli istituti di credito internazionali garantiscano limpidamente la solvitbilità del club.

Come preannunciato, l'Adjudicatory Chamber del CFBC dovrebbe esprimersi entro e non oltre il 19 giugno con una sentenza che, da tutti gli ambienti, viene paventata come fortemente negativa. Il Milan ha già annunciato che in caso di esclusione è pronto a ricorrere al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna dove i tempi non dovranno superare i primissimi giorni di luglio anche e sopratutto per motivazioni di carattere organizzativo legato alle fasi di qualificazione all'Europa League.

PRECEDENTI

La Camera Giudicante è già stata interpellata 32 volte coinvolgendo 23 club differenti, tuttavia, la situazione del Milan non ha alcun precedente ed è un caso giuridicamente unico nella storia dell'Uefa. Il celebre precedente riguardante l'esclusione delle coppe ai danni della Dinamo Mosca può essere considerato un caso analogo per quanto riguarda la mancata concessione dell'accordo transattivo(settlement agreement) ma, per quello che concerne le motivazioni con cui un club sia stato deferito alla Camera Giudicante, solo i rossoneri sono stati rinviati a giudizio per la mancata garanzia della continuità aziendale. La regolamentazione si basa su quattro elementi essenziali :

  1. Rispetto del break-even triennale(non oltre i 30 milioni di passivo)
  2. Assenza di debiti scaduti (stipendi non pagati, forniture non retribuite ecc.)
  3. Patrimonio Netto positivo
  4. Dimostrazione di continuità aziendale ("Going Concern")

Nei casi precedenti sono state 27 le decisioni prese che hanno riguardato 17 club puniti anche più di una volta e praticamente tutti riconducibili ad inadempienze verso il personale con mancati pagamenti verso dipendenti, altre società o istituzioni. Altri casi particolari hanno riaperto fascicoli di concessione delle Licenze UEFA appurando la mancanza di requisiti o per omissione di documenti o per occultamento di debiti scaduti, vale a dire, falsificazione dei bilanci.

Il Milan, dicevamo, è stato deferito per la violazione dei punti 1) e 4) avendo sempre rispettato gli oneri riguardanti gli stipendi ecc e garantendo il patrimonio netto in perfetto pareggio grazie agli aumenti di capitale sempre rispettati finora da Yonghong Li. Il caso della Dinamo Mosca fu un pò più complesso e può essere accostato più all'indagine in atto sul Psg piuttosto che alla situazione dei rossoneri, difatti, i russi furono colti in violazione del break-even dopo che era emerso che tramite false sponsorizzazioni era stato 'coperto' un passivo triennale di 257 milioni di euro. A influire sulla sentenza non fu solo la trasgressione della norma ma anche e soprattutto il comportamento del club volto ad ostacolare il monitoraggio piuttosto che favorirlo, elemento essenziale nella valutazione della Camera Giudicante.

Dunque non rimane che attendere quella che sarà la decisione dell'Organo Uefa, nonostante il club sia ben lontano dalle situazioni elencate ma, nonostante tutto, rischia comunque un trattamento di pari livello.

LM