L'abbiamo aspettata con ansia, l'abbiamo attesa con curiosità e passione sapendo che non sarebbe stata una partita banale, non solo perchè la finale di Champions League è uno degli eventi più attesi d'Europa, neanche perchè la serata sarebbe stata introdotta dalla stupenda Dua Lipa ma perchè in ballo, oltre che la coppa più ambita, c'era la storia per qualcuno ed il riscatto per altri, la consacrazione di chi si presenta allo stesso appuntamento da tre anni e il ritorno tra i giganti per chi, tra i giganti, c'è stato per ventenni, l'ingresso nell'olimpo della gloria per Cristiano Ronaldo e la fame di rivalsa per Jurgen Klopp.

Ad assistere al match, oltre alle numerosissime celebrità, nonchè figure istituzionali come il presidente Uefa Aleksander Ceferin, oltre ai 70.000 supporters presenti a Kiev, vi erano anche loro : gli dèi del calcio che, severi e autorevoli hanno espresso il loro giudizio dimostrandoci che nel calcio, la vittoria non è una mera questione di modulo A contro modulo B o di giocatori X contro giocatori Y. La disputa finale in terra ucraina è una battaglia di natura epica che rievoca la lunga e celebre guerra di Troia e, nello specifico, la battaglia tra Ettore ed Achille. In quello scontro che mise uno di fronte all'altro il semidio re dei Mirmidoni detto piè veloce e il principe troiano domatore di cavalli, la ragione etica e morale avrebbe suggerito che il giusto vincitore avrebbe dovuto essere proprio quest'ultimo, tuttavia, com'è storicamente noto l'intervento degli dèi favorì l'avido affamato di eterna gloria Achille.

Accade, così, che il 26 maggio 2018, due squadre di eroi si affrontino a viso aperto in un match divertente ed apprezzabile per intensità e trame di gioco e che solo l'intervento degli dèi del calcio sancisca il vincitore finale che avrà eterna gloria nella storia di questo meraviglioso sport. Il Liverpool parte alla grande, sa dove colpire gli spagnoli, il tecnico ex Borussia li ha studiati benissimo e imbastisce un'offensiva spaventosa composta dalla velocità fulminea di Sadio 'Flash' Manè e dalla fantasia di Momo 'Prestigiatore' Salah, proprio i due giocatori finiti nell'occhio del ciclone per via della possibile condizione precaria causata dal Ramadan che, invece sono le due frecce infermabili dei reds e, il vero assente è quello che dovrebbe finalizzare la loro esplosività, vale a dire, il centravanti Roberto Firmino.

I primi 25 minuti di gioco sono una vera e propria agonia per gli uomini di Zidane che a malapena riescono ad oltrepassare il centrocampo, sbagliano moltissimo in impostazione di gioco che quasi si fa fatica a crederci quando si vede Modric sbagliare due passaggi nella stessa azione, la banda di Klopp conclude ben 6 volte verso la porta di Navas e, il gol, sembra essere maturo poi, inizia la disputa tra gli dèi e accade che al 26' un intervento ai limiti delle proiezioni di Judo da parte di Sergio Ramos ai danni di Salah, ne causa un serio infortunio alla spalla dando vita al primo colpo di scena della serata, l'ex Roma prova a resistere e lottare ma il suo eroico sacrificio dura appena quattro minuti e al 30' arriva il cambio forzato tra le lacrime : uno degli uomini più attesi del match è out e viene sostituito da Adam Lallana vedendo forse compromessa anche la partecipazione al mondiale.

La sorte divina è impietosa e marchia un'onta troppo vile per gli amanti del calcio, Salah fino a quel momento era stato esattamente come nel corso dell stagione : magico e folle. La fazione 'Kop' dell'Olimpo replica tempestivamente e appena tre minuti più tardi una più che innaturale torsione della caviglia da parte di Dani Carvajal procura il secondo infortunio della serata e, forse, il secondo forfait in vista Mondiali. Termina il primo tempo caratterizzato più dalle lacrime dei due giocatori infortunati più che dalla supremazia tecnica di una delle due squadre che, nel primo quarto di match, sembrava protendere verso il Liverpool.

Il secondo tempo prende una piega ben diversa rispetto al primo e vengono fuori i valori delle squadre ma, in questo caso, l'ago della bilancia pende più dalla parte dei (fino a quel momento) 12 volte campioni d'Europa: al 48' uno sciagurato liscio in ripiegamento di Lallana spedisce Isco solo davanti a Karius ma fortunatamente per i reds, il fato fa terminare il dolce pallonetto dello spagnolo sulla traversa. Serata fortunata o avvisaglia? Decisamente la seconda... passano 180 secondi e comincia il dramma sportivo di Loris Karius che, nel tentativo di rinviare corto con le mani fa sbattere il pallone sul piede del vicinissimo Benzema facendolo terminare con lentezza beffarda dritto in rete. 1-0 Real Madrid e shock per il Liverpool.

La reazione dei reds è immediata e veemente, troppi sacrifici per arrivare fin qui e non sarà l'ingenuità di un portiere a sciupare tutto. Il vantaggio delle merengues dura appena quattro minuti e al 55', sugli sviluppi di un calcio d'angolo, una meravigliosa torre del centrale Lovren beffa uno spento Casemiro allungando la traiettoria per il rapace Manè che deposita in rete, il migliore in campo dopo l'uscita anticipata di Salah. 1-1 e tutto di nuovo in equilibrio

Ora la partita diventa una contesa rusticana d'altri tempi che assume contorni intensi e agonistici nella sua massima essenza ma la svolta finale arriva dopo dieci minuti, poco dopo aver oltrepassato l'ora di gioco: entra in campo Gareth Bale che, nuovamente dopo Cardiff, inizia la finale dalla panchina e, come Achille uccise il suo rivale Ettore con un fendente alla gola, il gallese abbatte i sogni del Liverpool con una rovesciata che passerà alla storia insieme al Real Madrid, un gol da guardare e riguardare con lo stesso stupore della prima volta. Il Liverpool è commovente, continua a crederci e ci prova ma non sembra in grado di riaprire il discorso, e gli dèi spietati fino in fondo, tolgono quell'ultimo barlume di lucidità rimasto allo sfortunato Karius, di modo che un tiro di Bale potente ma distante circa 30 metri lo beffi nuovamente mettendo in ginocchio lui e la sua squadra.

A parte l'invasione di un mentecatto non c'è molto altro da raccontare e, in questo 22 maggio 2018, accade che il Real Madrid giocando la peggiore delle sue ultime tre finali scriva la storia grazie ad un inadeguato portiere e ad un'isolata prodezza di un campione assoluto e, Cristiano Ronaldo, nella sua peggior prestazione in finale europea raggiunga il trono leggendario di Paolo Maldini conquistando la sua quinta Champions League.  Il calcio è questo e molto più di questo, il Liverpool avrebbe meritato molto di più ma gli dèi non sono dello stesso avviso di quella notte di Istanbul nel 2005, così è stato deciso e così sarà : Il Real Madrid conquista la gloria di questo sport, onore a loro e coraggio a Karius che ci regala una commovente immagine di sport quando con le lacrime agli occhi chiede perdono ai suoi tifosi che, di risposta, trovano la sensibilità per applaudirlo perchè, hai il diritto di criticare duramente il portiere ma hai il dovere di consolare affettuosamente l'uomo in lacrime.

 

LM