Quanto ne sentivamo la mancanza! Quel grande vecchio Milan di una volta con le sue strategie, i suoi metodi, il suo statuto comportamentale con i suoi imprescindibili articolo 1 e articolo 2 che recitavano rispettivamente : "Non metterti mai contro la famiglia" e "Non metterti ASSOLUTAMENTE contro la famiglia". Provare per credere, chiedetelo a Sinisa Mihajlovic, tradito prima che il gallo cantasse due volte da una convocazione di suoi presunti giocatori rossoneri ad Arcore ad avallare i dubbi dell'allora patron Silvio Berlusconi che definì il calcio del serbo 'il più brutto giuoco del Milan degli ultimi trent'anni'. Provate a chiederlo a Cristian Brocchi, catapultato nella realtà Milan nel 2016, definito dallo stato maggiore del Diavolo come un allenatore moderno con concetti di gioco e di allenamento da terzo millennio, un giovane capace, ambizioso e sicuro di ciò che vuole fare. Peccato che il signor Brocchi allenerà per sole sei partite totalizzando la bellezza di 8 punti contro compagini altezzose tra cui Hellas Verona, Carpi e Frosinone, proprio contro queste tre squadre tutte retrocesse a fine anno il buon Brocchi totalizzò la bellezza di 2 punti e perse la finale di Coppa Italia conquistata dal suo predecessore. Brocchi provò poi a ripartire da dove erano arrivati i colpi di mannaia e provò un'esperienza in Serie B al Brescia, magari per sfizio personale di poter battere Hellas, Carpi e Frosinone, chiede un paio di giovani al suo mentore ex datore di lavoro e parte con il botto mangiando avidamente fette e fette di panettone ma si arrende ad un nuovo esonero a ridosso della Santa Pasqua. Cristian allora va addirittura in Cina dove ricopre il prestigiosissimo ruolo di assistente di Capello al Jiangsu Suning dei cugini, peccato che poi Capello se ne andò e anche il povero Brocchi dovette fare le valige. Eh vabbè, questa è sfiga! Ora c'è di nuovo la grande chance per il rampante Cristian con il maestro di sempre e sarà l'allenatore del nuovo magico Monza di Berlusconi.

 

Dopo questo breve estratto del curriculum di Brocchi, torniamo a noi, o meglio a loro. 'La Famiglia', i milanisti a capo del Milan, l'integerrimo ed elegante Leonardo ed il capitano di sempre che tanto abbiamo atteso per 9 anni Paolo Maldini. Leonardo Nascimento de Araujo assume la carica di direttore tecnico del Milan il 25 luglio 2018 poco dopo l'escussione del pegno sull'intero capitale azionario del club da parte di Elliott. Il buon vecchio Leo si presenta con un bel sorriso, tanta serenità e le idee chiare : "Qui è la mia seconda casa, la mia sfida più grande ed importante" poi aggiunge : "Gattuso è un uomo di Milan, il suo piano combacia con il mio". Niente più 'cose formali', dirette su Facebook, nulla di tutto ciò. Con Leonardo si applica uno dei principi della sociologia per eccellenza : tornare indietro per andare avanti. Ma fin dai primi giorni, più che un sociologo il buon Leonardo assume i panni di un eliminatore su commissione, non esattamente un sicario, piuttosto l'uomo giusto al posto giusto che manda i sicari ad eliminare altri su richiesta dai piani alti, una sottospecie di Tigre Arkan in salsa brasiliana e contorni tricolore. Leonardo prepara la sua lista di nomi e dimostra di non guardare in faccia nessuno. I piani alti provvedono da soli all'eliminazione del volto per eccellenza del corso cinese : Marco Fassone, ci pensa Paolo Scaroni che intanto è stato eletto presidente dagli americani e prima di quello era consigliere d'amministrazione selezionato proprio da Fassone. Insieme a Fassone saltano anche tre membri dello staff giovanile appena portati dalla vecchia amministrazione. Il popolo rossonero inizia a capire come 'come soffia il vento' e, la Curva Sud emette un comunicato a difesa della figura dell'incompetente Mirabelli, l'uomo che a detta del collettivo organizzato ha riportato entusiasmo e appartenza ad un gruppo che i primi mesi della stagione si stava sgretolando, l'uomo che ha difeso il club dalle speculazioni di certi procuratori compiacenti a particolari dirigenti. Cosa farà il club? Semplice, si sbarazza anche di lui nelle prime ore del mattino con una rapida convocazione che si espleta con la consegna di una lettera prestampata in busta chiusa, addio incompetente.

Un paio di colpi ai piani alti e inizia il lavoro vero e proprio della 'tigre' Leonardo. Andato Mirabelli, il pomeriggio stesso Leo è già in ufficio in compagnia di Marotta e Paratici per installare le basi del clamoroso ritorno di Bonucci alla Juventus, qualcuno obietterà dicendo che è stato lui a voler tornare come è stato dichiarato da tutti i giornali, rispetto questo pensiero ma voi rispettate il mio insandacabile diritto di avere una mia visione della vicenda, quasi sicuramente frutto della mia immaginazione... Una chiacchierata con i dirigenti bianconeri e poi di nuovo mano all'organigramma. Preso nel mio delirio mi immagino come si possa essere articolata una successiva telefonata telefonata tra Leonardo e Scaroni dopo l'incontro con Marotta e Paratici.

Leonardo : Pronto? Ah presidente è lei.

Scaroni : Allora Leo? Come procede?.

Leonardo : Tutto bene, Beppe (Marotta, ndr) mi ha detto che loro Bonucci se lo riprendono volentieri così ce ne liberiamo alla svelta però sono stato chiaro, ci danno Caldara in cambio e Higuain.

Scaroni : Dici che accettano? Non è molto conveniente per loro.

Leonardo : Presidente... Hanno preso Cristiano Ronaldo, chi attaccherà mai il loro mercato? Noi dobbiamo ancora finire di pagargli il cartellino di Bonucci, sostituiamo le rate con quelle del cartellino di Caldara e non ci saranno problemi. Ci liberiamo di qualche bidone che hanno portato quelli là l'anno scorso e gli paghiamo Higuain, così li liberiamo dell'ingaggio, lei lo sa : con Beppe una soluzione si trova sempre.

Scaroni : Ascolta, ho sentito uno dell'Uefa oggi. Non ci disturberanno fino alla fine del mercato a patto che non facciamo cose troppo vistose, tanto poi le cifre le pubblichiamo a settembre e la colpa se la prendono qugli altri. Però ecco, fai dei prestiti o qualcosa di simile, poi per gli ingaggi sei libero, quello che conta è che manteniamo almeno sulla carta il saldo in equilibrio

Leonardo : Vedrò che posso fare presidente, domani vado a Londra che devo parlare con il Chelsea, non conosco ancora Marina ma un suo collaboratore è un caro amico, anche loro vogliono Higuain, cercherò di tenerli buoni togliendogli qualche peso, c'è quel giovane Promes che non è male oppure Bakayoko che tanto Sarri lo vuole mandare via e noi abbiamo bisogno di uno in mezzo al campo, poi vedo se riesco anche a piazzargli Reina così ce ne togliamo un altro dai c.....

Scaroni : Ottima idea. Ne hai già parlato con Rino?

Leonardo : No ma non mi cambia molto, quando gli arriva uno come Higuain poi vedrai che non rompe le scatole, sempre che a settembre ci sia ancora Rino...

Scaroni : Ah.. quindi hai novità con Antonio? (Conte, ndr)

Leonardo : Sì.. ma non buone.. mi ha detto che ha una bega con il Chelsea, lo sai com'è Antonio, ora è capace di stare fermo per un anno per principio perchè deve spuntarla lui, domani a Londra vedo se riesco a parlarci di persona.

Scaroni : Ahahaha, sì è vero.

Leonardo : Ascolti presidente, stavo dando un'occhiata al vivaio. Mino (Raiola, ndr) ci ha proposto un paio di ragazzi under 18 ma non vorrei che nascano problemi con questo nuovo coordinatore che ha portato Mirabelli (Beretta, ndr), non è che lei può chiedere a Filippo di tornare?

Scaroni : Appena chiudiamo, gli telefono subito

Leonardo : Grazie.. Nel caso anticipiamo le cose con Paolo (Maldini, ndr), anche se non ha ancora il patentino da ds, gli facciamo un ruolo nuovo e lo mettiamo a capo della gestione della rosa così siamo sicuri che non ci saranno problemi.

Scaroni : Perfetto.. ti saluto Leo che faccio quella telefonata. Domani da Londra dimmi qualcosa appena hai novità.

Leonardo : Certo! Arrivederci presidente.

 

Il Filippo menzionato in questa "telefonata visionaria" è Galli, coordinatore del settore giovanile per più di dieci anni che ha lasciato il Milan proprio durante la gestione cinese e che è stato ricontattato dal club ma ha rifiutato di tornare ed è tutt'ora in contatto con il Bari di De Laurentiis anche se sembra voglia stare lontano dai campi per un po.

Abbiamo rievocato vicende estive ed ora arriviamo ai giorni attuali. Indiscrezioni parlano di un incontro avvenuto circa un mese fa tra Leonardo, Montolivo, il suo procuratore Branchini e l'allenatore Roberto Donadoni, di per sè sono rumours ma alcuni dettagli li rendono più di semplici voci, specie se aggiungiamo anche le voci di un presunto dispetto di Leonardo nei confronti di Gattuso volto ad organizzare la cessione di uno dei pupilli di Rino : Franck Kessie. I dettagli a cui faccio riferimento sono tutti nelle dichiarazioni di Gattuso di questo mese nelle conferenze pre-partita.

26 Settembre. Conferenza pre Empoli-Milan

Prima che il giornalista di Sky Peppe di Stefano possa fare la sua domanda, Gattuso visibilmente nervoso lo interrompe dicendo con tono impetuoso : "Tu mi devi dire chi fa la spia. Io spero di scoprirlo prima di andare via chi ti dà le informazioni. Ma ci riuscirò"

I dettagli inquietanti di queste dichiarazioni sono sostanzialmente due : il primo ovviamente è relativo al fatto che nello spogliatoio del Milan ci sia un giocatore che fornisce indiscrezioni ai giornalisti, il secondo è che Gattuso sembra dare per scontato che la sua avventura in rossonero si interromperà presto.

20 Ottobre. Conferenza pre Derby

Un giornalista chiede a Gattuso che fine abbia fatto Montolivo con una domanda che allude a possibili frizioni caratteriali tra i due. Gattuso, con la faccia di chi deve coprire qualcosa risponde : "Si allena sempre col gruppo tranne quando faccio le contrapposizioni, non ho nulla contro di lui, nè simpatia nè antipatia, sto solo portando avanti un discorso tecnico/tattico".

Ricordiamo che già nel pre campionato vi sono state forti frizioni tra i due con Gattuso che escluse Montolivo anche dalla tournèe americana per un presunto atteggiamento indolente da parte del giocatore che, di contro, ha rotto ogni tipo di dialogo con il tecnico e ciò si evince dal fatto che Gattuso non ha mai concesso minuti all'ex capitano rossonero neanche in un partita ad alto turnover come la trasferta contro il Dudelange dove gli sono stati preferiti Bertolacci e Josè Mauri.

Oggi nella conferenza pre Betis, Gattuso ha provato a gettare acqua sulle fiamme rivendicando un rapporto di assoluta collaborazione e confronto con Leonardo e Maldini ma purtroppo i fatti portano in un'altra direzione, lo stesso Gattuso settimane fa si era detto molto contrariato nel leggere sui giornali che ogni giorno rischia l'esonera diventando sibillino quando qualche giornalista gli chiedeva da dove potesse derivare la fonte di tale sfiducia. Le stesse voci su Kessie sono preoccupanti, specie se si pensa che al termine del mercato doveva essere programmato un incontro per il rinnovo di contratto ma poi non se n'è più parlato.

La caccia alle teste di Leonardo è solo all'inizio. Già quest'estate un altro mirabelliano stava per essere ceduto da Leo, ossia Ricardo Rodriguez, bloccato dai problemi di salute dell'altro terzino Ivan Strinic. Con ogni probabilità l'acquisto di Paquetà rappresenterà una gatta da pelare per Calhanoglu, complice il suo periodo personale complicato. L'impegno di Leonardo nel cercare un centrocampista per gennaio potrebbe davvero incastrarsi con l'addio di Kessie così come quello di Gattuso a vantaggio di un allenatore compiacente e silenzioso ai piani alti come Donadoni; sembra impossibile arrivare a Conte specie ora che è entrato nel mirino di una realtà ben più affascinante come il Real Madrid. Gli antichi metodi della 'Famiglia' sono tornati e in tutto questo i milanisti vorrebbero di nuovo vedere la loro squadra impegnata solo sul campo e non su vili e deprimenti guerre interne. Vorrebbero vedere giocatori orgogliosi di quella maglia e non dediti a fare le scarpe al proprio allenatore mentre percepiscono 3,5 milioni di euro all'anno per non giocare un solo minuto. Questo è il Milan ora, governato da tutto meno che da milanisti...

 

LM