Doveva essere il punto di partenza di un nuovo step progettuale, un’aggiunta di parametri economici e poi via alla seconda fase del progetto Milan ma, la data del 22 maggio 2018 passa in archivio come il giorno del terremoto. La Uefa ha deliberato : “A.C. Milan deferito alla camera di vigilanza”, il popolo si divide sulla distribuzione delle responsabilità ma ancor prima tutti sembrano essere certi sul fatto che avevano ragione i maestri del sospetto, quelli del ‘i cinesi non esistono’, quelli del ‘i soldi non ci sono’ o i più pittoreschi #roadtofallimento

 

La decisione della Uefa scatena un tornado mediatico, un gigantesco carro di pseudo vincitori dove salgono tutti ed è commovente notare come la tanto vituperata Uefa del designatore inadatto Collina, quello che sceglie gli arbitri senza cuore, la Uefa del sinistro Ceferin che non vuole introdurre il Var per penalizzare le italiane e aiutare il Real Madrid, la stessa Uefa dei poteri forti che uccide il calcio chiudendo gli occhi sulle spese milionarie del Psg, ora a detta del 99% dell’opinione sia diventata un organo serio e competente che non si fa beffare dagli atti criminosi e illeciti dell’orribile Milan, pochi hanno capito quello che ha realmente dichiarato la Uefa ieri, compresa la Uefa stessa, di contro sono molti quelli che non hanno compreso appieno il senso giuridico dello strumento del settlement agreement ed è opportuno ricostruire la vicenda quanto meno per provare a capire a che gioco stiano giocando a Nyon

 

Aprile/Maggio 2017

È stato da poco concluso il famigerato ed infinito closing che ha portato al passaggio delle quote del Milan all’imprenditore Yonghong Li. Sul campo la squadra conquista il settimo posto che le dà accesso ai preliminari di Europa League, ergo, dopo tre anni di assenza dalle competizioni continentali il Milan torna sotto i riflettori europei e non solo i suoi giocatori ma anche e soprattutto i suoi bilanci, le perdite accumulate dalla gestione berlusconiana saranno prese in esame. Il neo amministratore delegato Fassone prova ad agire d’anticipo e invia ai vertici Uefa una bozza del business plan già presentato alle istituzioni italiane e agli advisor che si sono occupati della transizione societaria, prova a strappare un patteggiamento spalmato su 4 anni noto come voluntary agreement. Da Nyon fanno sapere che vogliono vederci chiaro, il documento è troppo snello e le proiezioni a medio termine devono essere più specifiche. Lo stesso Fassone non cerca di approfondire e ritira volontariamente la richiesta. Ci rivediamo ad ottobre monsieur Fassone

 

Agosto 2017

Il Milan ha appena concluso una sontuosa campagna acquisti che, al netto di entrate/uscite, ha comportato una spesa di circa 170-180 milioni di euro. Si dà ufficialmente il via al tiro al bersaglio, 50 punti per chi pone dubbi ed interrogativi sul futuro del Milan, 100 punti a chi riesce ad occupare una prima pagina, Raiola è il più preciso di tutti ma anche Pallotta e la D’Amico non sono da meno. Il popolo si spacca tra chi auspica il crollo del Milan e chi difende le scelte di Fassone. Risultato finale? Anche il deposito delle fideiussioni bancarie sui pagamenti dilazionati, prassi burocratica per tutte le società di serie A, diventa un valido argomento di attacco o difesa per il club rossonero. 

 

11 Agosto 2017

Nell’agguerrita competizione del tiro al bersaglio, purtroppo per i detrattori salta fuori qualcuno a difendere il Milan, non è Fassone nè Mirabelli, non è neanche Berlusconi o Galliani e, per chi se lo stesse chiedendo, non sono nemmeno io redattore di questo articolo. Il difensore in questione è tale Umberto Lago. Chi? Umberto Lago, professore di Economia all’Università di Bologna che, udite udite, è uno dei fondatori del regolamento sul Fair Play Finanziario insieme agli economisti Mavroidis e Franck, nonchè ex presidente del CFCB che giudicherà il piano del Milan. Le affermazioni di Lago sono suggestive : “Il Milan non è stato bocciato al voluntary, è stato solo richiesto un periodo più lungo per l’istruttoria, i tempi del closing hanno ridotto quelli di analisi della Uefa”, curioso perché a detta della stampa italiana l’Organo europeo aveva dimostrato dubbi gravi sull’affidabilità di Yonghong Li. Lo stesso Lago interrogato sulla possibilità che le spese estive potessero deteriorare la situazione economica del Milan aggiunge : “Le spese per la Champions rientrano nella logica di chi investe, il business plan dovrà essere credibile sulla base di 4 anni con un aumento dei ricavi”. Purtroppo per i detrattori, dicevamo, ma per loro fortuna questa intervista la potete trovare in qualche forum indipendente o in qualche sotto cartella delle testate principali, più o meno 7/8 pagine più in basso rispetto alle sensazioni di Raiola sul futuro di Donnarumma o delle valutazioni sull’utilità tattica di Andrè Silva nel 3-5-2 di Montella..

 

23 Novembre 2017

Il Milan parte malissimo in campionato, i progetti di grandezza di Fassone vengono presto schiacciati da un’identità tecnica ancora assente e risultati sportivi disastrosi, Fassone ha da poco consegnato il nuovo dossier per ottenere il voluntary agreement, questa volta in modo più corposo, è presente anche David Han Li nel summit di Nyon, direttore esecutivo che agisce per conto del proprietario Yonghong Li, vengono aggiunti importanti dettagli sull’espansione del brand Milan nel mercato cinese, vengono apportate le intenzioni precise del club tramite la neonata Milan China che si occupa della diffusione della rete di marketing facente capo al Milan, si parla anche dei piani europei, l’aumento dei ricavi tramite nuovi sponsor con due piani differenti: il piano A in caso di accesso in Champions League e il piano B in caso di un secondo anno consecutivo in Europa League. Il campo è impietoso e fuori dal campo la Uefa torna a farsi sentire tramite il suo diretto presidente Aleksander Ceferin : “Non posso dire nulla, ma stiamo lavorando sul caso. Sono preoccupato per il Milan, ma vediamo cosa succede. A metà dicembre l'Uefa si pronuncerà sul Voluntary Agreement", è evidente che ottenere questo accordo non sarà semplice, infatti il presidente Uefa conclude affermando : “Tutto è possibile, anche un Settlement Agreement con sanzioni sportive. Ma è ancora presto per poter parlare di questo scenario".

 

7-8-15 Dicembre 2017

Siamo alla vigilia della riunione che si terrà, esattamente in data 8/12/17 a Nyon tra i membri del Board indipendente che deciderà se concedere il voluntary agreement al Milan, nei giorni precedenti viene specificato che nel dossier di 150 pagine presentato da Fassone, sono state rivalutate al ribasso tutte le cifre previste in entrata dagli stessi membri della delegazione del Milan, si è cercato di far quadrare i conti manifestando maggiore prudenza e mostrando alla Uefa una visione più pacata dei ricavi futuri, tuttavia, prima che la commissione si riunisca, il 7 dicembre i giornali italiani sanno già l’esito, tutti gli organi di stampa pubblicano articoli sulla bocciatura della Uefa e pare sappiano anche le motivazioni, evento curioso che desta perplessità nella dirigenza rossonera ma nessuno a parte Fassone si stupisce. Dopo una settimana, esattamente il 15 dicembre arriva il comunicato Uefa che conferma quanto anticipato dai giornali : “La Camera investigativa dopo un’attenta analisi delle documentazioni fornite ha deciso di non concludere il voluntary agreement con l’A.C. Milan”. Dalla Uefa fanno sapere che non sono convinti della situazione relativa al rifinanziamento e, addirittura, come afferma Fassone, due settimane prima della riunione richiedono al Milan di completare il rifinanziamento stesso che, avrebbe scadenza naturale in ottobre 2018. Uno sviluppo naturale perfettamente in linea non solo con quanto preannunciato misteriosamente dai giornali ma ancor prima con le dichiarazioni di Ceferin di novembre. 

 

16 dicembre 2017

Il Corriere della Sera pubblica alcune indiscrezioni circa lo svolgimento della riunione che ha portato al no al voluntary agreement per il Milan, nell’articolo(ovviamente non in prima pagina) viene specificato come non fosse stata unanime la maturazione della delibera finale, difatti nella commissione composta da 7 membri, ci sarebbero state anche teste favorevoli al piano presentato dal Milan, purtroppo per il club la maggioranza si è espressa negativamente e così ha sancito la commissione, le sanzioni del settlement agreement saranno inevitabili e, dunque, lo stato maggiore rossonero sarà chiamato ad un nuovo incontro per concordare il più morbido provvedimento possibile.

 

 

19 dicembre 2017

Ritorna lui, la voce fuori dal coro, l’incubo dei detrattori che tanto incubo non è, data la scarsa rilevanza che anche questa volta le sue parole ottengono, parliamo ovviamente di Umberto Lago. A pochi giorni dalla bocciatura della Uefa al piano pluriennale presentato dal Milan, ecco le sensazioni dell’ex vicepresidente del CFCB : “Mi ha colpito che al club rossonero sia stato chiesto il rifinanziamento del debito prima di emettere il verdetto. Anche perché erano tempistiche impossibili da rispettare: porlo come paletto imprescindibile equivale a renderlo impossibile” aggiunge : “Si poteva porlo come condizione risolutiva, io ti concedo il voluntary e intanto predispongo il settlement: se in primavera non sei in grado di rispettare le mie condizioni e non sei riuscito a rifinanziare, allora passi al settlement. La Uefa può chiederne alcune, ma se chiedono l’intera cifra diventa una cosa impraticabile” incalzato sulle domande relative ai dubbi sul rifinanziamento e la posizione oscura di Yonghong Li che possono aver compromesso la fiducia dell’Uefa, Lago conclude affermando : “Il rischio default è inesistente. Se il rifinanziamento non andasse in porto, il Milan non fallirebbe: passerebbe a Elliott e la continuità aziendale verrebbe mantenuta”. Nessuna paura detrattori, l’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport non ha avuto la considerazione che hanno avuto le bocciature Uefa.

 

20 Aprile 2018

Il campo regala qualche soddisfazione al Milan con il cambio di Gattuso ma non abbastanza per regalare ai rossoneri il miracolo Champions, una buona base per ripartire e nuova fiducia per il futuro. Fuori dal campo le voci sembrano essersi placate, gli aumenti di capitale stanziati dal Milan sono stati regolarmente rispettati, Yonghong Li continua ad essere soggetto di forti dubbi ma sta iniziando a farsi sentire il fondo Elliott che aumenta la sua presenza nel club garantendo anche nuovi investimenti futuri al di là dell’insolvenza dell’imprenditore cinese. Fassone è chiamato nuovamente ad un incontro con la Uefa e, preso atto della sfiducia della commissione verso la proprietà cinese, cambia strategia e decide di impugnare i documenti insieme ad Elliott che rappresenta la vera garanzia del Milan, l’incontro a Nyon ha lo scopo di chiarire quanto preannunciato da Umberto Lago nel dicembre 2017, ossia che non c’è alcun rischio per il club, il fondo americano che intanto sta ampliando i suoi investimenti in Italia sia nella Tim che sulla vicenda relativa ai diritti tv della Serie A, forte del suo fatturato annuale di 34 miliardi di dollari, garantirà personalmente la continuità aziendale del Milan e, per tal motivo, invia dei propri consulenti al fianco di Fassone nella delegazione. Dopo l’incontro filtra ottimismo da tutte le parti, la stessa stampa non ha dubbi sulla concessione del settlement agreement, il dibattito si sposta più su quali potranno essere i paletti a cui andrà incontro il Milan. 

 

22 Maggio 2018

È il giorno della Waterloo rossonera, no. Non è una sconfitta pesante in campo ma una vera e propria bordata all’immagine del Milan. La Uefa boccia nuovamente il piano dei rossoneri e rinvia la decisione alla camera giudicante con un ventaglio di possibilità che potrebbero essere devastanti: si va dal semplice reclamo all’esclusione delle coppe europee, da una sanzione economica pesante fino alla revoca di un titolo Uefa.

 

La vox populi non ha dubbi : il Milan è una società senza futuro che ha sbagliato tutto, Fassone si deve dimettere, Yonghong Li deve essere arrestato, Elliott non esiste in realtà e si scatena il più classico dei refrain : “Io l’avevo detto!”. I detrattori banchettano così come i rivali sportivi e non. ‘Giustizia è stata fatta’. ‘La Uefa ha tutto l’interesse a portare un club blasonato come il Milan in Europa quindi la colpa deve essere per forza del Milan...’

 

Si sente questo e altro, la commissione che aveva ritenuto Thohir capace di risanare i debiti dell’Inter (infatti poi ha dovuto cedere la maggioranza delle quote..)non ha ritenuto lo stesso del Milan, il problema è il rifinanziamento, anche se c’è un fondo di 34 miliardi di dollari che tramite documentazioni scritte e delegazione trattante ha garantito la continuità aziendale del club. Il problema allora è il debito del Milan, peccato che il club rossonero abbia un indebitamento netto di 120 milioni contro i 300 con cui si presentò lo stesso Fassone ma da amministratore delegato dell’Inter. Il problema sono i bond emessi per il mercato, anche se sono stati sottoscritti da Elliott stesso e non riguardano in alcun modo il bilancio del Milan. Allora il problema è... no, ho finito gli argomenti.

 

Il paragone con l’Inter di Thohir non deve essere inteso come un attacco anche perché non sono un teorico del “due colpevoli fanno un innocente”, anzi la proprietà nerazzurra sta finalmente marciando nella giusta direzione con la conquista del piazzamento alla Champions League e sicuramente non merita critiche di carattere gestionale, si cerca solo di sottolineare il trattamento da due pesi e due misure. Il Milan è stato ritenuto meno meritevole del Krasnodar e del Vojvodina.

 

In un contesto di questo tipo, tutto vale, e se aleggia oscurità attorno a Yonghong Li, ancor di più ne aleggia attorno alle decisioni della Uefa, tanto da indurre a pensieri sinistri ben distanti dallo sport come quell’arbitraggio a Londra... dopo tutto “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci azzecchi” cit.

 

LM