“Il Milan al termine della stagione 23/24 dovrebbe incassare oltre 420 milioni di dollari (circa 375 milioni di euro, nda). Sarebbe un aumento del 40% rispetto alle entrate del club nel 22/23.” - Joe Pompliano

Ora, immagino che siano in pochi a conoscere chi sia Joe Pompliano, così come avere sufficiente contezza per comprendere se i dati da lui espressi siano realistici o meno. Per quel che posso dire, essendo che lo seguo da un po’ di tempo sul suo podcast, utilizzando un eufemismo Pompliano non è di certo uno scappato di casa, come si dice dalle mie parti. Imprenditore e investitore in rapida ascesa, soprattutto in ambito sportivo, è uno che mangia numeri economico-finanziari dalla mattina alla sera e sa di cosa parla quando si cala in tale ambito. Poco meno di un anno fa, fu proprio lui a intervistare il CRO - Chief Revenue Officer - del Milan, Casper Stylsvig, da cui ebbe molte informazioni sull’approccio imprenditoriale di lungo periodo della società rossonera a guida RedBird. Momento, quello, in cui Pompliano ha cominciato a indagare in maniera assidua i movimenti societari e commerciali del Milan, partendo da un quesito di fondo che in principio lo aveva lasciato basito: “Perché mai RedBird ha acquisito una società a 1,2 miliardi, in una federazione che complessivamente ne vale appena 2,6?”. Leggendo le cifre in effetti parrebbe una vera e propria follia, pensiero di fatto condiviso da Pompliano, da cui però a detta sua si è completamente ricreduto cammin facendo. 

“Come ho detto, molte persone pensavano fosse una pazzia. Ma a meno di un anno dall’acquisizione, le cose si mettono dannatamente bene per il Milan.”

Una dichiarazione abbastanza forte, anche se detta da uno al di fuori degli schemi societari. Forte perché, come citato in principio, secondo le sue stime - tutt’ora da soppesare e validare, s’intende - attraverso i contratti firmati e le attuali strategie di marketing, il Milan in prospettiva vede un bilancio sempre più solido. Secondo i suoi calcoli appunto, il Milan vedrebbe crescere il fatturato di circa il 40%, che in soldoni si traduce in circa 90 milioni di euro in più di revenues (all’attuale cambio Dollaro-Euro). Se i dati di bilancio 22/23 ancora provvisori fossero confermati, il Milan chiuderebbe la passata stagione con circa 11 milioni di utile, prima volta dal lontano 2006. Nell’ipotesi, a scopo di semplificazione, che i costi rimanessero identici a quelli della passata stagione, l’aumento di fatturato permetterebbe alla società controllata da RedBird di sfiorare i 100 milioni di utili. Lo dico subito: impossibile. Impossibile in quanto i costi del Milan - lo stiamo vedendo proprio in questi giorni convulsi di mercato - andranno a crescere, dunque il risultato di esercizio dovrà tenere conto anche di questo... o forse no? Prima di capirlo, ascoltiamo qualche parola ancora del buon Joe. 

“Quindi la mia riflessione è semplice: occhio al Milan. Ha i partner giusti per realizzare qualcosa d’importante e sta rapidamente diventando una delle squadre di calcio più famose d’america.”

Già l’America. Ecco il punto. La cosa è nota ormai da tempo: il Milan vuole puntare molto sulla crescita di brand proprio negli States, cosa che avrebbe fatto storcere il naso a molti. Tuttavia, i primi numeri provvisori che si leggono sono interessanti. Mentre l’anno scorso solo il 9% del merchandising veniva dall’America - l’anno prima ancora meno del 3% -, in questo primo mese ha toccato punte vicine al 45%. Ovvio, è stato grazie all’effetto Pulisic, giocatore più rappresentativo in chiave USA. Le cifre in tal senso scenderanno, probabilmente. Ma anche immaginando che si assestino intorno a un 20-25%, il dato sarebbe comunque grandioso. Certo, prima di esultare, bisognerà attendere almeno un primo scampolo di campionato e subodorare i risultati delle semestrali di bilancio, che saranno resi pubblici solo verso febbraio o marzo. Tuttavia, spremendo un po’ le meningi si potrebbe provare a pronosticare come il bilancio del Milan, prendendo per buone la tesi di Pompliano, potrebbe andare a evolvere e valutare così l’impatto dei risultati potenzialmente ottenibili. 

Come già detto, Pompliano prevede una chiusura di fatturato intorno ai 420 milioni di dollari; col cambio odierno fanno sui 375 milioni di euro. Per quanto riguarda invece i costi complessivi? Ragionando su quelli inerenti la rosa - e in pura chiave economica, non finanziaria - semplifichiamo la situazione suddividendo il calcolo nei suoi addendi principali: acquisti e cessioni in corso.

Tra acquisti ufficializzati e potenziali, il Milan andrebbe ad aggiungere al bilancio circa 50,5 milioni di costi, i quali - lo ricordo - sono composti sia dalle quote di ammortamento dei cartellini che dagli stipendi lordi. Qui sotto specifico le cifre tra ufficiali e potenziali:

  • Ufficiali → Loftus Cheek - Romero - Pulisic - Reijnders - Sportiello = 30,5 milioni

  • Potenziali → Okafor - Chuckwueze = 20 milioni

Dal lato invece delle cessioni, anche qui sia ufficiali che potenziali, il Milan iscriverebbe un ipotetico risparmio - al netto di plus/minusvalenze - di circa 38,35 milioni:

  • Ufficiali → Tonali - Diaz - Ibrahimovic = 10,6 milioni

  • Potenziali → Balo-Touré - Rebic - Origi - CDK - Messias = 27,75 milioni  

Riguardo alle cessioni però, manca pur sempre il particolare legato al tema delle plusvalenze, di cui una molto ricca è stata registrata con la cessione di Tonali. Valutato 80 milioni - se le cifre circolate sono giuste - e con un valore ancora da ammortare di circa 10 milioni, il Milan ha registrato una plusvalenza di 70 milioni per il buon Sandro. Cifra che immagino il Milan vorrà spalmare, com'è nelle sue possibilità, per il resto di anni di contratto che mancavano a Tonali, ovvero quattro. Ciò comporterebbe la registrazione di un ricavo di 17,5 milioni a bilancio. Sommando i tre addendi del calcolo - acquisti, cessioni e plusvalenze spalmate - giungeremmo a questo risutlato: 

          Acquisti →        (-) 50,5 milioni di nuovi costi a bilancio

          Cessioni →         (+) 38,35 milioni di costi risparmiati a bilancio

          Plusvalenze →    (+) 17,5 milioni di ricavi 

            = + 5,35 milioni a bilancio

Good job, direbbero in quel degli states. Dal punto di vista economico, se si riuscisse a vendere gli esuberi, il Milan avrebbe autofinanziato il proprio mercato lasciando intonso il bilancio, anzi migliorandolo leggermente. Questo, come dicevo, dal punto di vista puramente economico. E da quello finanziario? In altre parole, al di là di costi e ricavi, la cassa reale come andrebbe a evolvere? Presto detto.

Prendendo per buoni i rumors, tra acquisti ufficiali e potenziali il Milan a fine mercato potrebbe aver speso in toto sui 110 milioni di cash sonante, avendone invece intascati 80 dalla cessione di Tonali. In altre parole, un risultato passivo di 30 milioni. Tuttavia, se gli esuberi già citati dovessero essere venduti quanto meno a valore di cartellino residuo, il Milan incasserebbe altri 35 milioni circa, portando il conto ancora una volta in attivo. Piccola nota a piè di pagina: nel calcolo delle cessioni finanziarie potenziali non ho preso in considerazione Origi, in quanto lui è arrivato a parametro zero. In sintesi, sia dal punto di vista economico, che da quello finanziario, il Milan avrebbe potenziato la propria squadra - vedremo se vero o no - in totale equilibrio di bilancio e di cassa. Very good job guys!

Per concludere, che Pompliano con le sue previsioni abbia ragione o meno, sta di fatto che il Milan starebbe dimostrando di sapersi muovere anche nel player trading, il quale sarà molto importante negli anni futuri. Il condizionale è d’obbligo, dato che il mercato è ancora attivo e ci sono ancora tanti tasselli, in entrata e in uscita, da incasellare.
I conti non si fanno mai senza l’oste, sia chiaro. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo veramente dirlo: il Milan ha 420 milioni di motivi più uno - il bilancio ben gestito - per poter sorridere. 

Un abbraccio
Igor Z.