Ci sono due realtà con cui fare i conti. Quella dei numeri ufficiali, e quella dei numeri reali e potenziali. I numeri reali parlano di poco più di 100 mila contagiati, i numeri potenziali come supportati da importanti studi, parlando i milioni di contagianti in Italia. E lo stesso discorso vale per i numeri dei morti. E' probabilmente di gran lunga superiore a quello che oggi conosciamo.
Il virus c'è, è presente, basta un niente perchè dilaghi. Si inizia, con una comunicazione istituzionale imbarazzante e sconcertante a far trapelare l'ipotesi concreta che la fase 2 potrebbe partire da metà maggio, che significa convivenza con il virus. E cosa significa convivenza con il virus non è dato sapere, ma qualcosa la si può intuire da quello che fanno in Cina, dove il virus sta ritornando, pare. Distanze sociali di almeno 1 metro, ci si muove per scaglioni, ad ore, mascherine, vietati assembramenti e attività di contatto. In sostanza il calcio con la fase 2 sarebbe impossibile? Forse.
Quindi, è il caso di mettersi l'anima in pace, la stagione calcistica è finita qui. Stop. Inutile stare a fantasticare su questo o quello. Sarebbe bello, ma si ha la sensazione che andrà a finire come è iniziata, con la resa. Il calcio non voleva fermarsi, si è dovuto fermare. Il calcio vuole forzare la ripartenza, dovrà continuare a stare fermo.
Magari le cose andranno diversamente, sarebbe bello, ma qui non va bene niente, e non c'è il tempo di pianificarle, qui ogni giorno il quadro muta e non muta in modo positivo, contrariamente da quello che alcuni vorrebbero fare intendere.
Il calcio dovrebbe studiare solo come regolamentare formalmente questa stagione, se assegnare o non assegnare il titolo, chi fare andare in Europa, o meno, chi promuovere o retrocedere. Ma sarebbe giusto che la questione fosse concertata in modo omogeneo in tutta Europa. Perchè non sarebbe un bel segnale che nel Paese X si assegna lo scudetto e in quello Y no. Certo, poi ci stanno casi e casi, al Liverpool mancavano solo due partite per vincere il titolo, situazione non paragonabile a quella italiana dove la corsa è aperta più che mai. Ma le regole se concertate dovrebbero valere per tutti.
Dunque, una regia europea omogenea, bypassando le decisioni nazionali. Perchè l'emergenza non è italiana ma europea, interessa tutti, anzi è mondiale!
Questo è l'unico modo per evitare di far saltare anche la prossima stagione o falsarla, coronavirus permettendo, perchè se dovesse ritornare anche dopo l'estate, come alcuni studi lasciano intendere, il calcio deve farsi trovare pronto.




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