Il Milan in questo momento è un autentico meltin' pot ovvero un calderone ribollente in cui c'è brodaglia mista a sostanziosi pezzi di carne. Vediamo allore di prendere il mestolo e separare la sostanza da ciò che finirà per essere buttato via. Scopriremo così che non tutto va bene e non tutto va male.

Ruiu ha sostenuto di recente che vi sarebbe una strategia di Maldini e Boban per rifare l'attacco in maniera da costruirne uno più valido, ma non concordo al 100% con questa affermazione. Più che di una strategia, mi sembra evidente, si tratta in parte di una necessità, per giunta non motivata dalle stesse ragioni per tutti e 3 gli attaccanti coinvolti nelle cessioni o progetti di cessioni.

La cosa è di certo vera, infatti, per André Silva, autentico oggetto misterioso, da 2 anni. Sì... ok... fino al suo passaggio in rossonero ha sempre segnato. Ok... gli attaccanti si valutano in base all'album delle figurine o all'Almanacco del Calcio Panini. Ma è questo è vero fino a un certo punto, anzi è vero fino a molto prima di un certo punto. Luther Blissett, che rese il Milan lo zimbello delle tifoserie avversarie, arrivò in Italia da capocannoniere inglese e ha segnato in carriera circa 200 goal. Darko Pancev, il Blissett nerazzurro, ne ha segnati quasi altrettanti, ma all'Inter sbagliava anche gli stop più elementari. Ricordiamo Rebonato, capocannoniere in serie B e poi fallimento totale alla Fiorentina. Il povero Alessandro Vitali, prematuramente scomparso, fu vice-capocannoniere dietro tal Gigi Riva nel 1969-70, passò alla Fiorentina, ma non esplose mai, anche se fu a lungo tormentato dalla pubalgia. Vogliamo parlare del prode Lapadula? Quanti ne potremmo citare di giocatori che hanno segnato tanto in carriera, ma non possono certo essere annoverati fra le stelle del calcio. In certi contesti ti mettono la palla sul piede 100 volte a partita, in altri l'occasione ti devi procurare 2-3 occasioni a match. E' in questo secondo contesto che si vede chi sa giocare e chi è un bluff.

Il ragionamento di Ruiu è parzialmente vero per Suso. L'ho seguito domenica sera contro il Benfica e, per quanto schierato dietro le punte, tendeva spesso ad allargarsi a destra, segno che nel suo DNA calcistico c'è la zona periferica del prato verde. Se il Milan intende giocare con 2 attaccanti che, dettano il passaggio in verticale a un trequartista, Suso rischia, probabilmente, di non essere adatto. Rischia... rischia e basta, perché comunque, anche allargandosi di tanto in tanto, il Suso di domenica sera ha servito bellissimi passaggi a Piatek e a un Castillejo che sembra molto più bravo a farsi lanciare, che a servire i compagni (Gattuso non se ne è mai accorto, come non si è accorto di altre cose). In realtà, almeno per il 50%, le ragioni di Suso in vendita risiedono nel fatto che lo spagnolo è arrivato a costo 0, quindi la sua cessione è un'autentica plusvalenza, di cui Boban e Maldini hanno bisogno come l'ossigeno.

Quanto a Cutrone, per quanto l'Almanacco del calcio non lo premi e il ragazzo abbia la brutta abitudine di battere sempre al volo, è anche vero che, come ha dimostrato nell'Under-21, serve assist a gogò ai compagni, scombina le difese avversarie e segna gol impossibili. Maldini e Boban sapevano bene che un giovane si valuta in prospettiva, per quello che farà in seguito e non per quello che ha fatto, ma sapevano pure che, come Suso, la cessione di Cutrone comporterà una plusvalenza al 100%. E come ho detto, il Milan ha bisogno di plusvalenze come l'ossigeno. Concludo, era un ragazzo da tenere e, se il bilancio fosse stato in ordine, sarebbe stato tenuto. Giampaolo gli avrebbe trovato un posto, mentre è una boutade quella che, dipendesse dal tecnico abruzzese, André Silva rimarrebbe (se ne dicono di cavolate...).

I pezzi di carne del calderone non sono, comunque, finiti. Ruiu, infatti, ha ragione quando ironizza su coloro che dicono di sapere tutto dei nuovi acquisti come Leao (e io aggiungo Duarte). Personalmente non li conosco e, probabilmente, faranno molto bene, per cui aspettiamoli con fiducia. Ma non posso dare giudizi su chi per me è solo un nome. Di certo i 40 milioni della quotazione di Leao, permetteranno una plusvalenza netta sulla cessione di Djalo (come vedete, sempre plusvalenze...) e qualche altro milione potrà essere spalmato su altri bilanci.

Altri pezzi di carne? Serviti. Il Milan domenica ha fatto la classica figura dello scemo contro il Benfica, che si è fatto attaccare per 45 minuti, ma poi ha punito i rossoneri quando avevano la lingua penzoloni. Irrilevanti i 2 legni del diavolo, visto che si gioca per segnare e non per colpire pali e traverse. Irrilevante anche il risultato, tuttavia, checché ne possano aver pensato i tifosi portoghesi che si dimenavano sulle tribune come ossessi (chi lo sa cosa avevano bevuto...). Si trattava della Chissenefrega Cup, amici del Benfica, che serve solo a portare qualche milione nelle casse di chi la gioca!

Guardiamo ancora nel calderone? To'... una bella polpetta. Pellegatti è stato criticato da alcuni per l'enfasi eccessiva, visto che si trattava di un'amichevole, con cui ha cantato le prodezze milaniste contro i lusitani. A me diverte sentirlo commentare le partite, ma forse la Chissenefrega Cup meritava più sobrietà. Be' ognuno è fatto a modo suo e, alla fin fine, Pellegatti domenica non ha ucciso nessuno. Continui così, se è nelle sue corde! Ognuno deve essere se stesso.

C'è, poi altra carne che bolle, ma lasciamo che si cucini a dovere.