Il Medio Oriente è in fiamme e questo è un fatto inequivocabile. Si può discutere quanto si vuole sulle responsabilità, ma resta il fatto che da diversi giorni nel Vicino Oriente è scoppiato uno dei peggiori incendi che la storia ricordi in quella regione. E questa non è neanche la cosa più grave, in quanto tale incendio potrebbe non rimanere circoscritto a Gaza e all'area di confine con Israele, ma espandersi al Libano e alla Siria fino all'Iran. Forse si riuscirà a spegnere questo incendio prima che diventi qualcosa di incontrollabile... forse... si spera. Ma poiché chi di speranza vive disperando muore, al momento c'è piuttosto poco da essere ottimisti.

Noi Italiani, comunque, abbiamo cose ben più serie per le quali indignarci e preoccuparci: i calciatori che scommettono. Cribbio che problema! E leggo sui social sparate galattiche sul calcio che sarebbe finito e su questi ragazzini viziati che non si accontenterebbero dei soldi che prendono, ma che sarebbero divorati dall'avidità di averne di più.

Ora, se qualcuno ricorda "Fitzcarraldo", un famoso film di Herzog, ricorderà il momento in cui un ricco imprenditore, seduto a un tavolo da gioco, spiega al protagonista che il gusto del gioco d'azzardo non sta nel vincere, ma nel perdere. Lo stesso imprenditore ostenta di dare le banconote in pasto ai pesci per dimostrare il suo disprezzo per il danaro. Sì, perché il ludopate forse non gioca davvero per perdere (quella magari è un'esagerazione della sceneggiatura di quel film), ma di certo il suo scopo principale non sono i soldi della vincita.

C'era un mio ex-compagno di scuola che, già alla fine degli anni '70, si vantava di passare il tempo alle macchinette del Black Jack solo per l'eccitazione che provava quando dava invio e attendeva l'esito della giocata. Fra l'imprenditore amico di Fitzcarraldo e il mio ex-compagno di scuola, col quale peraltro non ho mai legato e col quale i rapporti sono inesistenti, ci sono elementi sufficienti per escludere che un ludopate giochi per il vile danaro. Anzi, mettiamoci dentro anche Vittorio De Sica nella seconda versione del film "Il conte Max", quando spiega ad Alberto Sordi che il segreto del vero giocatore è nell'indifferenza assoluta rispetto all'esito della partita. Il vero giocatore, sentenzia De Sica, gioca come se non puntasse soldi propri. Non a caso, quel personaggio era sì un vero conte Max Orsini Varaldo, ma... rimasto al verde per aver perso tutto al gioco.

Detto ciò, quanto meno per sgonfiare la retorica sui ragazzini superpagati, dobbiamo anche far notare che qui, almeno per ora, stiamo parlando di betting, cioè di scommesse, e non di match fixing, cioà di partite truccate. D'accordo, il divieto per gli atleti professionisti di scommettere, anche su piattaforme legali. ha un senso. Serve a evitare proprio la tentazione del match fixing, di truccare le partite. Del resto, a furia di perdere, è facile finire nelle mani di strozzini ed estorsori (mai sentito parlare di qualcuno che sia diventato ricco grazie al gioco d'azzardo.., mai sentito...) e questo può spingere ad accettare di concordare risultati. Ma finché si parla di betting, ci si riferisce a qualcosa di certo proibito, ma anche di meno grave del match fixing.

Immaginate di posteggiare l'auto di fronte a un passo carraio. Vi rimuovono l'auto e vi tocca pagare, non solo la multa per divieto di sosta, ma anche il costo della rimozione e, per di più, la custodia del veicolo finché non andate a rititarlo dopo aver saldato tutte le suddette pendenze. Ed è giusto, perché se c'è un passo carraio, vuol dire che quello spazio deve essere tenuto costantemente libero per l'eventuale transito di veicoli. Nessuno mette in dubbio questo.
Se posteggiate l'auto davamti a un passo carraio, comunque, non siete dei criminali, a meno che non abbiate parcheggiato l'auto lì per commettere una rapina
(ma in quel caso vi sareste comportati da criminali babbei, visto che non si può prevedere di fuggire con un veicolo che può essere rimosso da un momento all'altro e che, peraltro, attira l'attenzione).

Il giorno che ci dovessero essere, come è possibile, elementi per parlare di match fixing, la gravità dei fatti sarà ovviamente maggiore. Per ora, c'è solo il betting, che è un'altra e meno grave faccenda.
In realtà, trovo che sia peggiore chi ha subito condanne definitive per delitti gravi e che ora sta abilmente tirando le fila del circo mediatico, lucrando su questo cancan sorto intorno a qualche tesserato della FIGC che scommette. Signori come questi stanno spuntando belle somme per comparsate televisive come fossero divi e si propongono come punti di riferimento di una giustizia dalla quale sono primi ad avere un certo numero di cosette da farsi perdonare.

Tutto ciò è lo specchio di un popolo che, come diceva Montanelli, è incline agli isterismi. Non a caso, notava lo stesso Montanelli, il melodramma è un genere che è nato e ha prosperato in questo paese. Forse è il nostro temperamento che ha determinato le caratteristiche del melodramma o forse è il melodramma con le sue caratteristiche ad aver forgiato il temperamento italico. Qualunque sia la risposta, siamo un popolo melodrammatico.

Segnaliamo, in ogni caso, la freddezza con cui Spalletti sta gestendo la questione. L'impegno con Malta era agevole, ma si fa presto a crollare anche nelle partite facili, se la testa è altrove. Vista la vittoria dell'Ucraina contro la Macedonia, però, gli Azzurri dovranno stare molto attenti a non perdere contro in Inghilterra, per non far rientrare in gioco gli Ucraini, vincitori recenti contro la Macedonia.