A volte, in nome di una passione sportiva, si consumano tragedie che poco hanno a che fare con i valori educativi dello sport. In nome dello sport, purtroppo, si è anche ammazzato.
Solo un mese e mezzo fa, nella serata del 26 dicembre, un centinaio di tifosi dell'Inter (insieme ad alcuni ultras del Varese e del Nizza) attese l'arrivo di una "carovana" di pulmini e auto di ultras napoletani. Ci scappò il morto. È di pochi giorni fa, invece, la notizia dell’accoltellamento di quattro tifosi spagnoli e un americano, in occasione della partita di coppa tra Lazio e Siviglia.
Cosa spinge un gruppo di ultras ad organizzare e condurre un’imboscata contro i tifosi avversari è un mistero, ma di sicuro non ha niente a che fare con lo sport. Piuttosto si sfrutta il pretesto per dare sfogo all’imbecillità collettiva che, troppo spesso, degenera in forme violenza, con atteggiamenti tipici della sottocultura sociale e sportiva. Tuttavia, succede anche il contrario. È così che da un drammatico episodio di cronaca, la vittima reagisce - alla vita - aggrappandosi ai valori dello sport.

È la storia di Manuel Bertuzzo, giovane promessa del nuoto colpito da un proiettile davanti un pub a Roma per uno tragico scambio di persona: ha una lesione al midollo e, secondo i medici, non camminerà più. Un terribile responso che lascia poche speranze, e che avrebbe abbattuto chiunque.

Eppure, Manuel, sorprende tutti, e addirittura conforta una madre – evidentemente provata e distrutta – con un messaggio che non t’aspetti: “Fatti coraggio mamma, ora per me inizia un altro allenamento”.
Nessun livore, né sconforto e autocommiserazione, solo una sfida, di quelle che solo i campioni riescono a portare a termine. Una frase che racchiude, in sé la bellezza del gesto tecnico del fuoriclasse. Non manca nemmeno un pensiero ai compagni di squadra: "quando torno vi faccio un culo così", a sottolineare la forza e, nonostante tutto, l'ironia in un momento della sua vita - e della sua carriera - non certo semplice.

Ma Manuel ha le stimmate del top player, e se lo vedremo o meno con la medaglia al collo poco importa. Manuel ha già vinto, per distacco. E in una società sempre più cinica, avida e menefreghista, la sua reazione è un meraviglioso spot alla vita, ai valori dello sport, un esempio per tutti.