“Specchio specchio delle mia brame, chi è il presidente più bravo e più figo del reame?” “Sei sempre e solo tu Andrea” scrive Chiellini da remoto sul JMirror, che riflette l’immagine fotoshoppata di un Agnelli gongolante. Poi il presidente bianconero aggiunge: “Ed il miglior dirigente e allenatore del firmamento?” Beh, a quel punto Giorgione esita un momento; sapeva che da quando è salito sull’elicottero per andare a prendere CR7, ha deciso che Marotta non sarebbe servito più. Tante sono le sue qualità, che avrebbe tranquillamente potuto fare a meno delle consulenze da ragioniere dell’ex Direttore Generale. Per di più, il buon Beppe, si rapportava con tutti con atteggiamento paternale, e questo ad Agnelli proprio non andava giù. Lui che, nato ricco e dirigente senza dover mai faticare, detestava chi millantava esperienze a curriculum.
“Ma perché ora chiede dell’allenatore? Non vorrà mica gestire anche la prima squadra?” Riflette turbato Chiellini. Nemmeno due mesi fa il Presidente sceglieva di promuovere Pirlo a tecnico della Juve. Una decisione sofferta che, per non dare l’impressione di una certa improvvisazione, specie dopo le parole di Sarri sul dilettantismo per un eventuale scelta di pancia, aveva imposto una riunione con i vertici societari nella poker room della Continassa. Al tavolo tecnico Ronaldo, Buffon, Andrea e Agnelli. Evidentemente bravura ed ego necessitano di due posti allo stesso banco. Dopo ore interminabili a valutare un profilo idoneo a cui affidare la prestigiosa panchina bianconera, dopo fiumi di capitali persi dal portierone (da ripianare negoziando un prolungamento di contratto pluriennale), dopo che CR7 si è giocato i contatti di numerose escort e dei rispettivi legali con cui patteggiare il silenzio, perfino dopo che lo stesso Agnelli è riuscito a dilapidare i fondi destinati al progetto di restyling della Punto, la materializzazione spirituale dell’esimio Presidente ebbe un intuizione divina: “meglio di Sarri può fare anche il primo che passa”.
Proprio in quello stesso momento qualcuno bussò alla porta della decision room, almeno così recitava la targhetta appositamente pensata per scoraggiare ludopatici di passaggio. Inoltre, un segnale luminoso avvertiva di una riunione in corso. Tuttavia lo sconosciuto non sembrava curarsene. Subito dopo i giocatori interruppero la mano e il presidente chiamava al telefono Paratici per accertarsi che le plusvalenze fittizie erano state sapientemente regolarizzate a bilancio. Ricevute rassicurazione in merito, e quindi che dietro la porta non ci fossero le Fiamme Gialle, Agnelli ordinava a Giorgione di lasciare i cicchetti sul tavolo e di andare ad aprire la porta. Sull’uscio compariva il faccione di Pirlo che chiedeva se poteva aggiungersi al tavolo e girarla a Texas hold’em. A quel punto la profezia del presidente aveva un nome, e si decideva per l’all-in sul Maestro.

Intanto i secondi passano e Chiellini non sa ancora cosa rispondere. “Chi è il miglior dirigente ed allenatore del firmamento?” insiste seccato il presidente. Al quel punto Giorgione irrora la tastiera a tal punto da appannare lo stesso specchio: “le tue infinite capacità, la vasta conoscenza manageriale, nonché l’acume tecnico-tattico di cui disponi potrebbe far sì che la Juve possa avvalersi esclusivamente delle tue immani competenze, tuttavia..” “..tuttavia?” incalza Agnelli “..tuttavia sarebbe saggio non svelare i tuoi poteri soprannaturali ai comuni mortali, perché si rischierebbe di trasformare la Continassa in un santuario” risponde lo JMirror “, “Almeno fino a quando l’umanità non sarà pronta al nuovo Messia sarebbe auspicabile mantenere figuranti in società che fingano di avere autonomia” aggiunge Chiellini con un sussulto di sagacia.
Dal presidente traspare un ghigno fiero e il difensore bianconero sospira soddisfatto. In fondo è stato più dura rispondere sul JMirror che discutere la tesi di laurea a Torino, anche perché non avendola scritta in prima persona non sapeva nemmeno di cosa trattasse. Poi ricorda che la commissione gli fornì generosamente l’assist di un argomento a piacere e il giocatore bianconero andò giù di lingua senza problemi, incensando l’Ateneo per la disponibilità, senza dover perdere tempo per volare a Perugia e firmare autografi sui test d’esame.

Sono le 11.00 ed Agnelli, non senza manifestare una certa resistenza, finisce di specchiarsi per recarsi al lavoro. Mezz’ora più tardi il presidente varca il cancello delle Continassa, l’autista ferma l’ammiraglia Maserati e Chiellini si porta davanti lo sportello col risciò per trasportare le chiappe regali fino all’uscio del suo ufficio. Dentro lo studio, Agnelli nota che, ancora una volta, l’addetto alle pulizie Cherubini, evidentemente troppo impegnato con il trasloco di Khedira, non ha attivato tutti i dispositivi informatici, elettronici e le relative ciabatte della stanza prima dell’arrivo del boss. Alle 12.30 il presidente ancora non è riuscito ad accende alcunché e cazzia Cherubini, precisando che almeno la Play Station deve essere pronta.

Poco dopo, Agnelli riceve una chiamata dal segretario Giorgione, che lo informa dell’imminente appuntamento con il working lunch, a cui parteciperanno tutti gli operatori di mercato bianconeri. Il  presidente sbuffa, non è nemmeno riuscito ad avviare una partita a FIFA21, e maledice il software cinese dell’amico Zhang che, da quest’anno, consente di selezionale direttore di gara e addetto al var solo a Conte. Inoltre, ricorda al suo difensore che la parola “working” davanti a “lunch” stona, sa troppo di lavoro e di aziende con fatturato al di sotto dei 9 zeri, e decide che d’ora e in avanti si dovrà parlare di business lunch. Al meeting, oltre al presidente ed il suo ego, anche Buffon, Chiellini e Cristiano Ronaldo.
L’avviso di ricezione di alcuni messaggi whatsapp infastidiscono Agnelli: è Pirlo che chiede di imbucarsi alla riunione. Il presidente con un audio gli risponde che se mai avesse bisogno di un consiglio sull’acconciatura lo chiamerà senz’altro. Inizia l’incontro e Ronaldo domanda al presidente se ha novità sul tanto agognato partner da affiancargli, Agnelli risponde che Sara Croce non è disponibile per una triangolazione veloce. Poi è la volta di Buffon che chiede garanzie sulle presenze per consolidare i record personali e sulla difesa a tre per una maglia da titolare agli amici Bonucci e Chiellini. Il presidente bianconero precisa che dopo il calcio solido, persino stitico, di Allegri, nonché dopo quello effervescente del chiacchierone Sarri, che procurava aerofagia allo spogliatoio, Pirlo è stato scelto per assicurare un calcio liquido, ovvero inumidito dai tanti lacchè che si aggirano in società. Di conseguenza le aspettative degli Agnelli’s boys sono da considerarsi sacrosante priorità.

Dopo un paio di minuti, l’ex centrocampista bianconero ci riprova con una paio di richieste: “Presidentissimo, volevo ricordarLe il terzino e l’attaccante d’area”. Agnelli, imbufalito, gli ricorda che gli aspetti tecnici non sono di sua competenza, rammentando allo stesso che il suo compito esclusivo è quello raccontare barzellette allo spogliatoio, al fine di favorire l’allenamento giulivo dei bianconeri. Poi aggiunge che con Baronio e Tudor ha già sforato il budget. Infine lo blocca definitivamente sul telefono, inserendolo tra gli indesiderati insieme a Sarri e gli Elkann. Dopodiché il presidente annuncia che con l’arrivo di Chiesa la Juve si copre coi terzini, perché l’ex giocatore viola potrà eventualmente adattarsi a sostituire l’adattato Cuadrado su entrambe le fasce e, contestualmente, potrà fungere da attaccante d’area, o meglio, da attaccante che cade in area. La riunione, a questo punto, è da intendersi conclusa.

Poco lontano, su una panchina appartata tra i pioppi della Continassa, due chiome bionde flirtano come adolescenti. Pavel e l’amica della figlia si scambiano teneramente effusioni: “quanto sei bella” lui, “quanto sei ricco” lei. L’ex pallone... d’oro promette alla fanciulla di starle accanto tutta la vita, e di non lasciarla nemmeno un istante, almeno fino a quando non le compariranno le prime rughe. In fondo sono anni che il vice presidente bianconero commenta i sorteggi Champions e si gode le meritate vacanze tutto l’anno... Dopo aver inciso i nomi dei due piccioncini sulla panchina, soprattutto dopo che lo strofinio perpetuo delle chiome comincia a produrre scosse elettriche, i due fidanzatini propendono per la soluzione JMotel. Una struttura realizzata a suo tempo da Agnelli, riservata al casting delle consorti dei dirigenti bianconeri, dove lo stesso presidente conserva ancora una Suite Deluxe, con tanto di bagno con la turca e, all’occorrenza, Giorgione che col nasone infilato nella vasca garantisce un salutare idromassaggio.

È martedì, il mercato si è chiuso e Pirlo intrattiene quei pochi giocatori che non partono per le nazionali. “Dopo l’arrivo di Vidal, il ritorno del Ninja e la conferma di Brozovic, Conte potrà finalmente portare all’Inter il primo titolo in 10 anni: il trofeo Birra Moretti”. E giù risate fragorose... Poi ancora un’altra: “Un giorno nonno Sarri racconta a suo nipote di aver accarezzato un sogno per tutta la vita, di voler allenare la Juventus. Il nipote fiero si complimenta per aver realizzato il suo desiderio, ma Sarri risponde di no, che lui non è mai riuscito ad allenarla”. E ancora risate... Finalmente, nello spogliatoio, si respira aria di festa (e no puzza di sigarette). E i ragazzi si allenano felici...

“Specchio specchio delle mia brame, chi è il presidente più bravo e più figo, il dirigente più scaltro e competente e l’allenatore più innovativo e preparato del reame?” chiede Agnelli al JMirror. “Tu, e chi altro sennò? Nessun al mondo potrà mai eguagliare cotanta grandezza, e col 3 a 0 di ieri, con un Napoli che non ha nemmeno toccato palla, hai dimostrato che sei anche il top player assoluto tra i tecnici”, si lancia nelle consuete sviolinate Chiellini. Ma l’eccessiva salivazione manda in corto il JMirror, che difatti s’impalla. Giorgione, con fare compulsivo, digita ancora da remoto: “Sei il più forte, quest’anno si fa la storia e si vince la Champions”, ma lo specchio riceve ad intermittenza “il più forte fa la storia e vince la Champions”.