Buongiorno e buone feste a tutti gli sportivi e gli appassionati pallonari.
Si dice che in questo periodo bisogna essere più buoni, come se si autorizzasse ad essere un tantino più bastardi prima e dopo. In ogni caso cercherò di tenere fede a questa consuetudine con un messaggio su misura agli operatori e ai lettori di Calciomercato.com, che poi sono tantissimi.
L’occasione della festività per ritornare a scrivere non è casuale, nonostante le abbuffate del Natale e una manciata di ore di sonno che mi rallentano nella stesura, con movenze simili al var. Ma finalmente è tornata l’ispirazione, complice la quiete di una passeggiata al bar per un caffè tra le vie di una città ancora dormiente, restituita alla normalità dopo giorni di frenesia collettiva.

Auguri al calcio italiano che, dopo anni di vittorie e fallimenti già decretati sotto l’albero, torna ad essere incerto e godibile sia in testa che in coda. Tuttavia la strada da percorrere è ancora lunga, perché mentre la nazionale pare abbia finalmente intrapreso la via del gioco come piano di rilancio, molte squadre di club sembrano ancora confuse al riguardo, esaltandosi per le vittorie di Pirro con progetti che nascono già vecchi, evidentemente provinciali e inadeguati per gli standard europei, dove non a caso si collezionano sonore scoppole. Chiaro che a destabilizzare le certezze potrebbe influire non poco la storica rivoluzione tecnica della Juve, ovvero la società che da tempo, volente o dolente, rappresenta in Italia un modello di riferimento, e quindi un esempio vincente da emulare. Di conseguenza partiamo proprio dai bianconeri.

Auguri alla Juve e ai suoi milioni di tifosi, affinché ritornino a vincere finalmente anche in Europa. Perché nell’olimpo dei top club non c’è spazio per chi colleziona trofei nazionali (ed eurofallimenti). In società, forse con colpevole ritardo, lo hanno capito. E i tifosi bianconeri, pur di “alzarla”, pare siano anche disposti ad accettare di dover lasciare qualcosa agli esperti del prodotto casareccio del 532 sul territorio nazionale. Ma sarà tutt’altro che facile per Sarri vincere tutto e subito, anche a causa della confusione di Paratici in estate che, di fatto, non ha aiutato nel salto di qualità la squadra, ancora obbligata a giocarsela con gli effettivi della scorsa stagione. Inoltre, quest’anno la Juve è costretta a fare mercato di riparazione a gennaio. Non accadeva da tempo. È chiaro che processare il buon Fabio significa bocciare implicitamente l’intuizione di Agnelli nel rottamare Marotta, per affidare pieni poteri al giovane dirigente bianconero. Di conseguenza Paratici avrà ancora molti bonus da giocare in futuro, almeno fino a quando il cugino Elkann (quello sobrio) non si stanchi di giocare con le macchinine. Intanto Sarri, con intelligenza, studia soluzioni adatte per sfruttare le grandi potenzialità della rosa, nonostante la penuria di giocatori con le caratteristiche tecniche a lui più congeniali. Peccato che proprio non riesca a fare a meno di Pjanic per schierarsi con un 4231, forse il modulo più adatto a questa Juve. Perché mettere Bentancur e Emre Can (eh già, proprio lui..) davanti la difesa avrebbe giovato a tutto il reparto arretrato - oggi vero tallone d’Achille - e soprattutto consentito di esprimere tutto il talento dei fuoriclasse lì davanti. E poi non capisco come ci si possa sentire coperti schierando De Sciglio al posto di Cuadrado da terzino con il tridente delle meraviglie, perché non esiste copertura migliore che lasciare l’ex rossonero in panchina, specie in coppa. E questo perché bisogna essere più buoni...

Un augurio particolare all’Inter e ai suoi tifosi, finalmente protagonisti dopo i ripetuti fallimenti dei progetti di rilancio negli anni passati. Che possano tornare presto a gustare l’ebbrezza di sbattere in faccia un titolo agli odiati rivali, e fa niente che proprio da loro gli si copi un progetto vecchio di quasi dieci anni. In fondo si sa, in amore e in guerra tutto è lecito, e pur di tornare a vincere non si guarda in faccia a nessuno. Chiaro che dare solo battaglia in campionato alla Juve non può giustificare le vagonate di milioni date a Conte e, soprattutto, gli investimenti della proprietà per tornare competitivi in campo internazionale. Bisogna fare qualcosa anche nelle coppe, a cominciare proprio nel cercare di onorare al massimo l’impegno dell’Europa League. Tuttavia, conoscendo il modus operandi del tecnico salentino, credo proprio che le partite del giovedì gli garberanno come Pancrazio che scende dalla testa per attaccarsi con gli artigli agli attributi.

Auguri alla Roma e alla Lazio, e ai loro calorosissimi tifosi. Ho trascorso qualche anno da quelle parti e ho avuto anche la fortuna di trovarmi nella capitale gli anni degli ultimi scudetti. Non c’è anfratto secolare che non trasudi passione, spettacolo puro per chiunque si cibi di questo sport. È vero, vincere a Roma ha un gusto diverso che da altre parti. Non c’è proprio paragone. Tuttavia non credo che nel breve le romane possano tornare vincere qualcosa di significativo, sebbene con progetti completamente diversi. Inzaghi dà continuità alla Lazio col suo 352, modulo che in Italia continua a dare soddisfazioni, riuscendo perfino a strappare titoli all’egemonia bianconera (cosa non da poco) spingendo forte in campionato. Ma in Europa è inguardabile, e non a caso. Fonseca alla Roma rappresenta la vera rivelazione di questo girone di andata. Non ci avrei scommesso un euro. Per il resto, quanto visto fino alla sosta natalizia non mi ha sorpreso affatto, era piuttosto di facile lettura dopo i movimenti estivi delle società. Intanto vedremo se Petrachi a gennaio riuscirà a riciclare due pacchi come Jesus e Kalinic per far spazio a qualcuno di più economico e funzionale. Nel frattempo mi godo la crescita esponenziale di Zaniolo e Pelegrini, associata all’eterna giovinezza di Dzeko. E se la Roma dovesse continuare a crescere, soprattutto nella consapevolezza del proprio potenziale, magari sarà la sorpresa anche in Europa League.

Auguri ai tifosi partenopei, con l’auspicio che possano salvarsi da una stagione anonima. Intanto si registra che il Napoli del bel gioco è un progetto archiviato. Dopo Benitez, Sarri e il CR7 degli allenatori, De Laurentiis decide che ai giocatori serva meglio qualche legnata tra i denti piuttosto che dettami tecnici. E di conseguenza si affida a Ringhio, il raccomandato di lusso. Non c’è sportivo in Italia che non voglia un gran bene all’ex campione rossonero, eppure non credo di risultare blasfemo se penso che già da calciatore abbia raggiunto traguardi insperati considerati gli evidenti limiti tecnici. Ed è difficile che da allenatore abbia la stessa fortuna. Tuttavia potrebbe fare meglio di Ancelotti, che forse è giunto a Napoli già con la pancia piena, in tutti i sensi.

Auguri all’Atalanta e ai tutti i tifosi del bel calcio, perché la Dea costituisce patrimonio nazionale. La società bergamasca, insieme a Gasperini, sta facendo cose incredibili. E qui la fortuna qui non c’entra nulla. Da tempo l’Atalanta si affida ad progetto chiaro, basato sul gioco, sulla valorizzazione dei giovani, nonché sulle garanzie tecniche e la determinazione di alcuni giocatori snobbati frettolosamente dalle big. Gasperini poi è l’unico che in Italia se la gioca con la difesa a tre col tridente, assolutamente da non confondere con i 532 mascherati di Conte e Inzaghi. Con un modulo (il 343) che Sarri ha appena definito come il più offensivo. Cari allenatori italiani, prendete nota e studiate, tecnico bianconero ed ex bianconero compresi.

Auguri ai tifosi della Viola e alla Fiorentina. Anzi, piuttosto in bocca al lupo. Se alcune scelte tecniche in estate non si sono rivelate sagge (Montella in primis), affidarsi a Iachini mi sembra l’ennesima scommessa di Commisso nei pochi mesi di gestione. Non vorrei che il ritorno in auge del 532 famelico possa fare più male che bene al calcio italiano, condizionando (e minando) il processo di conversione del modello provinciale per adeguarsi agli standard europei. Ma il presidente viola è appena all’inizio della sua avventura e pare piuttosto determinato. Speriamo che nel breve possa restituire a Firenze e ai suoi tifosi il prestigio che meritano.

Auguri al mio Lecce, agli splendidi tifosi giallorossi e alla Società, che non finirò mai di ringraziare. Qualche passo falso di troppo negli scontri diretti, associato alla certificazione di almeno un paio di errori clamorosi sul mercato, hanno mandato di traverso il panettone.  Niente di compromesso comunque, e nulla che non si possa mandare giù con le bollicine, pensando anche a quanti punti insperati si è guadagnato nelle gare in cui si partiva spacciati. Con buona pace degli scommettitori, almeno di quelli che pensavano di arrotondare con le quote facili ai danni dei giallorossi. Tuttavia Meluso e Liverani sono già al lavoro per puntellare la rosa, e spero arrivi almeno un terzino decente a destra (con tutto il rispetto per Rispoli e Donati), nonché un paio di centrocampisti che possano garantire copertura ad una difesa tutt’altro che impenetrabile, anziché continuare con gli assist agli avversari nella nostra metà campo, che in serie A si pagano a caro prezzo. Per il resto ci penserà Liverani con il suo gioco a mandare in gol gli attaccanti, auspicando di riuscire ancora una volta a mantenere la categoria senza dover alzare barricate, come peraltro è accaduto in passato con Zeman, Rossi e De Canio. Se poi non si dovesse riuscire a raggiungere l’obiettivo della salvezza niente drammi, la società ha ampiamente dimostrato competenza e lungimiranza. Ho fiducia nella bontà del progetto di crescita nel medio e lungo periodo, nonostante l’irrefrenabile desiderio del godersi tutto e subito.

Ancora auguri a tutti gli sportivi e ai tifosi che per evidenti limiti di spazio e di tempo non ho potuto citare. Pur volendo (e dovendo) essere buoni, naturalmente non si ci può augurare per tutti di raggiungere gli obiettivi, piuttosto si può auspicare di riuscire  ad accettare serenamente quello che sarà verdetto del campo, nella speranza di congratularsi con chi meglio l’avrà meritato. E questa si, sarebbe una storica vittoria, nel nome della cultura sportiva.


Infine auguri alla Redazione di Calciomercato, giornalisti e addetti vari, che non finirò mai di ringraziare perché da anni mi accompagnano nella quotidianità di questa mia passione.
Tanto calcio ma non solo, perché non mancano notizie di estrema attualità per gli utenti più distratti e di gossip per gli amanti del genere (cioè tutti). In fondo tra tante facce di culo che popolano questo mondo un paio di tette non fanno mai male. Forse giusto ad Icardi, ma non ne sono poi così certo.
Unico desiderio, se posso, di veder finalmente bannati i tanti avatar, nonché provocatori seriali da bait click che si insinuano abusivi tra le decine di commenti degli utenti. Sono fastidiosi come il bel gioco per Allegri, il brutto per Sarri, le coppe per Conte e la Diletta per Greta Thumberg.