Conte si guarda allo specchio e si trova un tantino invecchiato. Sbuffa seccato quando nota una ciocca di capelli finti tingersi di bianco, tra l’altro ancora in garanzia. Una chioma a tinte bianconere che sa di vintage. Giura di non ricordare un paio rughe che stamane sembrano marcare decisamente il suo viso, e maledice l’interior designer per aver dotato il bagno - da 100 mq - con troppe luci full led, capaci di dare risalto ad ogni singolo pixel del suo bel faccione. Si chiede se non è il caso di acquistare uno specchio con un App integrata che possa ritoccare l’immagine riflessa o più semplicemente prendere appuntamento da uno dei chirurghi estetici di sua moglie. Sono solo le sei del mattino, ed il mister è già al lavoro.  Ora dovrà solo aspettare altre sei ore prima che l’autista passi da casa per accompagnarlo all’aeroporto, in vista di una delicata trasferta di coppa europea.

Conte si guarda allo specchio e si trova ringiovanito. È vero, i capelli sono ormai un lontano ricordo ma il suo viso appare quanto mai rilassato, per di più avaro dei segni che inesorabili segnano il passare del tempo e delle fatiche. Si sente bene e in forma come se avesse dieci anni di meno. Il professore di educazione fisica oggi dovrà accompagnare i ragazzi del liceo fuori città, ai campionati interregionali. Ma c’è ancora molto da fare: passare con il phon le casacche ancora umidicce con il logo dell’istituto, preparare uno spuntino leggero per i suoi studenti e andare a prendere da casa Romelu prima di ritrovarsi al pullman. Il ragazzone di origini congolesi è una vera forza della natura, e con lui sul tartan il professore si sente molto più sicuro. Sono le sei del mattino e Conte è già al lavoro. Dopo dovrà solo sperare che la sua vecchia Fiat non faccia i capricci e parta al primo colpo.

Il mister si porta in cucina e la domestica gli ha prepara una ricca colazione. Tuttavia Conte, di buon mattino, ha già la nausea e non assaggia nulla. E il mal di pancia addirittura aumenta quando legge sul quotidiano una lettera di qwerty977 che lo definisce invasato ed eurofallito. Imbufalito chiama il presidente Steven Zhang, il quale lo rincuora dicendogli che in Cina non sarebbe stato mai tollerato un tale vilipendio al premier degli allenatori. I giornalisti e i loro blogger sarebbero stati imbavagliati a dovere. E si impegna a far cancellare la consueta conferenza stampa con una nota ufficiale. Il mister annuisce e ringrazia, e con l’occasione gli chiede se guadagnando 1 milione al mese per 12 mensilità non si abbia anche diritto alla tredicesima. Il presidente rimanda queste decisioni a Marotta. Di conseguenza il mister manda un messaggio sul gruppo bianconeri infiltrati di whats app e chiede al buon Beppe un aumento di stipendio, nonché una trentina di milioni sul mercato di gennaio per un centrocampista e un attaccante. Il dirigente neroazzurro risponde col dito medio, aggiunge che se voleva quei soldi bastava piegare un Barcellona youth in gita a Milano, e silenzia il gruppo per un anno.

Il professore scende da casa e si reca al bar dello sport, chiede un bel caffè che accompagna con un pasticciotto caldo. Si siede al tavolo e legge un articolo sullo sport locale che lo inorgoglisce. Il giornalista del quotidiano esalta doti e virtù del gruppo sportivo del liceo, in attesa di confermarsi anche fuori dal contesto cittadino, guidati con sapienza dal professor Conte. Nel frattempo riceve una telefonata dal dirigente scolastico che si raccomanda per le gare di domani, soprattutto gli ricorda di far indossare in bella vista le t-shirt dell’istituto a tutti i ragazzi impegnati nel torneo. Inoltre, il preside elogia il lavoro del docente al quale confessa che verranno esaudite tutte le richieste per migliorare le attrezzature della palestra della scuola, al fine di garantire una maggiore efficacia nelle sedute di allenamento. Questo grazie al ritorno d’immagine del liceo per gli eccellenti risultati in campo sportivo e che, tral’altro, ha spinto un noto commerciante di elettrodomestici a sottoscrivere un lauto accordo di sponsorizzazione.

È mezzogiorno e una berlina scura cinese aspetta il tecnico per accompagnarlo in aeroporto. Il mister continua infaticabile nell’organizzazione maniacale della sua giornata e controlla se la valigeria Luis Vuitton è stata riempita a dovere di tutto l’occorrente. Dopodiché ordina ai suoi domestici di caricare sull’auto le valigie.  In ogni caso a lui toccherà comunque portarsi dietro il bagaglio più ingombrante e pesante: il suo ego. Durante il tragitto in auto, Conte chiama il suo vice per farsi preparare la riunione tecnica che si terrà in albergo nel pomeriggio con la squadra al completo. Gli dice che per l’occasione ha studiato un famelico 5311 tutto contropiede, e fa niente se dovrà giocarsela all’attacco per sperare di dare un senso alla stagione neroazzurra oltre confine. E quando Stellini gli fa notare che bisognerebbe pensare ad un modulo più idoneo alle competizioni europee, Conte lo solleva dall’incarico e promuove il fratello a vice allenatore.

Il professore carica il borsone nel bagagliaio dell’auto e, notando lo stato d’usura, nonché il tanfo dello stesso, si chiede se non è il caso di comprarne uno nuovo. Tuttavia, soddisfatto, si convince che un borsone vissuto odora di sport. Ed è ancora più contento quando la sua Punto parte al primo giro di chiave. Giunto con Romelu davanti al pullman Conte chiama suo vecchio professore di atletica, oramai in pensione. Gli chiede alcuni consigli su come preparare i ragazzi nel pre gara, soprattutto come stimolarli e motivarli affinché si esaltino nelle prestazioni. Ma non solo. Una volta in viaggio scambia idee e opinioni con colleghi al telefono. Il professore non è insicuro, né tantomeno impaurito. Piuttosto ha conservato innata quell’umiltà che gli permette di migliorare e migliorarsi.

Una volta in albergo il tecnico è talmente stanco che manda il fratello alla riunione tecnica: per fortuna non c’è nemmeno la conferenza stampa. Ha avuto una giornata piena ed è sveglio dalle sei, anche se poi tranne un telefonata e un messaggio non ha fatto nulla per tutto il tempo. Ma è lo stress che consuma energie, per di più Conte si era già esasperato davanti lo specchio all’alba. Di queste inutili partite europee ne farebbe volentieri a meno, in fondo c’è da migliorare il quarto posto dello scorso anno in campionato, e magari arricchire la stagione di qualche record personale. Al massimo si potrà festeggiare il secondo posto: di più, con la Juve fra le palle, non si può proprio ambire.

Il professore giunge con la comitiva nell’economica pensione, prenotata per l’occasione con l’esigue casse dell’istituto. Le camere sono tutte quadruple e Conte si sistema in stanza con Romelu e altri due ragazzi. Ma non sta fermo un attimo. Intanto raduna gli studenti e, dopo un accorato discorso, li incita uno a uno. Vincere i tornei cittadini è importante, ma trionfare domani significherebbe consacrarsi anche fuori dal contesto provinciale. Non vuol sentir ragioni tra defezioni dell’ultima ora e atleti spremuti al massimo dalle numerose competizioni. Domani si gareggia per vincere, al trofeo di parrocchia si penserà, eventualmente, dal prossimo weekend.

L’Inter inizia la gara con grande intensità, va a mille su ogni pallone fino a quando riesce a concretizzare su un errore dell’avversario. Dopodiché si schiera in trincea in attesa della folata offensiva di qualche attaccante per chiudere la gara. Tuttavia il raddoppio non arriva, e col tempo anche le forze e l’intensità vengono meno. Gli avversari guadagnano terreno e, facendo correre più il pallone che le gambe, hanno ancora quella spinta necessaria per affondare nella retroguardia neroazzurra, ormai stremata. La partita si chiude con una sonora sconfitta. In conferenza stampa, eccezionalmente autorizzata dalla società, Conte distribuisce le responsabilità della disfatta a tutto il mondo, compreso quel qwerty977 a cui augura l’oblio social a vita. Poi attacca la società rea aver speso solo 160 mln sul mercato in estate, quando ne sarebbero serviti altri e tanti, più la tredicesima. Infine si scaglia contro un giornalista che osa chiedergli se in Europa non si possa accantonare il modulo di provincia, tutto grinta e contropiede. Il mister lascia quindi la sala stampa e contestualmente pretende le scuse dell’intero OdG, nonché da parte degli arbitri per non aver concesso un paio di gol in fuorigioco “regolare” e gli avversari per aver giocato 90 minuti più il recupero. Stasera si perso per colpa degli altri, ma domani si potrebbe vincere per merito di suo. Poi il mister tira un sospiro di sollievo: dal prossimo fine settimana si tornerà a pensare al campionato.

Gara dopo gara i ragazzi del liceo trionfano collezionando record e medaglie. Il professore ha gli occhi lucidi ed esulta come un invasato ad ogni vittoria. Portato in braccio dagli stessi studenti, Conte non nasconde la grande soddisfazione. Tuttavia non manca di ringraziare tutti coloro hanno contribuito a questo storico traguardo. Dagli stessi protagonisti ai loro genitori per i sacrifici, dal corpo docente della scuola agli amici, nonché un grazie particolare va al dirigente scolastico per la vicinanza ed il sostegno in ogni circostanza. Stasera si è vinto tutti insieme, da domani gli toccherà rimboccarsi le maniche per dare continuità ai risultati. Soprattutto bisognerà continuare a lavorare e a migliorarsi, perché di certo gli avversari non staranno a guardare.

Ognuno vive la le opportunità che la vita gli riserva, fortuna e merito troppo spesso rappresentano variabili insignificanti. La differenza sta in come ti giochi le tue chance. E pur senza recriminare ci si può impegnare, con umiltà ed intelligenza, per ritagliarsi uno spazio da protagonisti tra chi se la gioca con le tue stesse carte. Conte è un ottimo tecnico e sarebbe stato anche un eccellente professore di educazione fisica, così come sostiene che sarebbe andata se non avesse saputo tirare calci al pallone. Tuttavia col successo ha sviluppato un ego così grande che gli impedisce di migliorarsi. Gli auguro di ritrovare quella disponibilità e quella determinazione che gli hanno permesso di diventare grande in fretta. Infondo nemmeno troppo tempo fa studiava da tutti, dava del lei ai colleghi più anziani e sapeva utilizzare anche la difesa a quattro. Oggi si sente perfino troppo bravo anche per mettersi in discussione.