Praticamente, dopo il girotondo 2026, con i mondiali itineranti nel Nord America, si replica, in modo decisamente assurdo, coinvolgendo Spagna, Portogallo, Marocco, e Sud America, tre continenti, passando forse anche dall'Ucraina. E non è uno scherzo di scherzi a parte. Tutto vero. Ma che roba è?
Ma ridateci per favore il vecchio caro Mondiale che si gioca in una sola nazione. La FIFA ultimamente sta veramente dando i numeri. Da Mondiali organizzati in Paesi indicibili come il Qatar, con situazioni di sfruttamento dei diritti umani conclamate e minimizzate e dimenticate, a quel 2002, quando con il primo mondiale del nuovo millennio si è tentata la formula condivisa, in quel caso Giappone e Corea del Sud. Viviamo in un mondo con quasi 200 nazioni e la disputa, la competizione per accaparrarsi un mondiale è sempre stata una sfida interessante, bella, stimolante, salvo ovviamente quelle macchie indelebili che hanno lasciato il segno.
Perchè i Mondiali di calcio, evento nobilissimo e importantissimo, sono anche un ponte con il quale le dittature spesso nel corso della storia hanno cercato di unire il proprio mondo brutale con quello "libero" passando sotto il segno del capitalismo. Mi devono spiegare che senso ha un Mondiale condiviso non solo tra Nazioni, ma addirittura continenti diversi? Che senso ha? Quanti costi devono effettuare le Nazionali per essere sballottate in ogni dove? Questo calcio, per ricchi, continua a penalizzare le piccole realtà, quelle che hanno un ruolo di comparsa e che presto neanche questo potranno avere. Tradizione, identità, nostalgia, passato, non è questo il discorso, ma la logica ed il senso di dover sostenere un ragionamento del genere. Mondiali condivisi.
Certo, si userà la retorica del siamo tutti sulla stessa barca, siamo tutti fratelli e sorelle, il mondo è uno solo ed è bello e giusto condividere lo stesso evento anche per ragioni economiche. D'altronde lo abbiamo visto con il COVID quanto fratelli e sorelle siamo stati, quanto eravamo tutti sulla stessa barca. I Paesi ricchi hanno fatto la corsa ai vaccini, i poveri, elemosina brutta e pura. Insomma, non c'è alcuna logica etica o morale alla base del Mondiale condiviso, ma solo economica, di interessi economici, di business, il resto, è una storia per chi crede che i ciucci non solo sappiano volare, che stiano realmente volando.

Il passo verso il mondiale condiviso in tutti i continenti è tracciato. Il mondo è cambiato e adattarsi al nuovo non è sempre facile. Non è una questione di inutile retorica nazionalista che farebbe ridere i polli in un contesto dove le Nazionali continuano a perdere sempre più valore e senso, basta pensare che la convocazione in Nazionale è vissuta spesso come un fastidio tanto per i club che per i giocatori che come l'apice della propria carriera.
Si tratta di una questione di visioni, vedute, di insieme e questo Mondiale condiviso semplicemente non mi piace proprio per niente.
Quando toccherà all'Italia, con chi lo condividerà di questo passo? Con la Nigeria? Con la Russia? Con il Messico? Con l'Australia?
Ma fateci il favore...