L'ultima partita contro l'Argentina ci ha lasciati in una situazione di demoralizzazione totale. Mai siamo stati dominati da una squadra che si, aveva qualche campione, ma che soprattutto sembrava avesse la voglia di giocare, mentre da parte nostra c'era la voglia di partire per le vacanze. 

E' sempre il solito dilemma, giocare o non giocare, a Giugno? Perché Giugno è il mese dello spartiacque, dal campionato alla pausa estiva.  Probabilmente il nostro è un campionato che logora la forma fisica e la forza mentale, magari più occupati a gestire polemiche di lana caprina e sbraiti contro decisioni arbitrali spesso imbarazzanti. Altri, sono invece distratti dalle voci di mercato, e così si arriva alla partita con la mente da un'altra parte. Ma gli avversari sono convinto che abbiano giocato più partite di noi, in campionati di livello superiore, e soprattutto avanzando nelle coppe europee!

La partita sembrava la celebrazione dell'addio di Chiellini alla nostra Nazionale, ed i festeggiamenti sono stati adeguati, ma purtroppo, sono continuati anche durante la partita, con gli argentini non invitati alla festa, perché avevano altro a cui pensare: giocare! Da parte nostra, non eravamo partiti male, ma al primo vero affondo, la squadra albiceleste è passata in vantaggio.  La dormita collettiva ha permesso a Messi di liberarsi di Di Lorenzo (con molta facilità) e poi di servire Lautaro Martinez in area, solo e senza marcatura, così la palla finisce in rete. E da quel momento, non riusciamo più neanche a fare un tiro decente nella porta avversaria. E la partita diventa un'incubo per la nostra squadra. In avanti Belotti non la prende mai, e se la prende la perde subito. A centrocampo si corre a vuoto e si perde ogni contrasto. La palla quando arriva sembra scottare, e alcuni stop facili non riescono, per non parlare dei disimpegni.  Bonucci verso fine tempo, saltando di testa, dà una gomitata a Messi, facendo una sciocchezza enorme, perché rischia il rosso, mentre  bastava saltare normalmente, tanti sono i centimetri di differenza.  Si nota poi la differenza di carattere, poichè se l'Argentina controlla il pressing con buon palleggio e sempre un uomo libero per eludere ogni assalto, l'Italia non riesce mai a palleggiare, e alla fine butta la palla in avanti. Si ha come l'impressione di un grande timore, insicurezza e poca autostima. Ma la questione di un certo risalto è l'impressione che  in campo ci siano i "reduci" dell'Europeo, le truppe "cammellate" stanche, che sfilano per la gloriosa rievocazione storica dei fatti eroici dell'anno prima. Nel frattempo abbiamo subìto l'eliminazione dal Mondiale, la crisi del mancato passaggio dell'eventuale turno di recupero, e tante polemiche che hanno ridimensionato il nostro gruppo, che fino all'anno prima sembrava una macchina da guerra.  Ma non si possono dimenticare però, alcuni fattori importanti. La prima considerazione, va agli infortuni. Infatti Chiesa, Verratti e  Spinazzola, sono assenze troppo importanti, anche se Spinazzola ha giocato, ma  rientrando in questa partita, dopo un anno di assenza. Oggi Barella, Jorginho e Pessina, sono dei fantasmi rispetto a quelli  della   cavalcata trionfale dell'anno scorso. Locatelli, Di Lorenzo e Bonucci hanno avuto brutti infortuni, e solo da poche partite riescono a stare in campo decentemente. Insigne e Immobile, non pervenuti. Eppure erano stati goleador e spine nel fianco delle squadre avversarie nell'Europeo. Donnarumma, è in crisi profonda. E si vede anche dalla scarsa fiducia dei compagni a dargli il pallone indietro, per timore che con i piedi faccia disastri. 

Il Mister Mancini, si è spesso lamentato che i giovani non giocano. Ma nemmeno lui li fa giocare. Per esempio, Mancini(difensore Roma), Tonali, Pellegrini, Cristante, Bastoni, Scamacca, Zaniolo ed altri govani convocati, hanno speso poco tempo in campo. Anche qui alcuni, come Bastoni, sono in fase di recupero da infortuni, mentre Tonali e Zaniolo non si sono visti. E Raspadori sembra abbia giocato solo perché non sapeva chi mettere in campo, stante la penuria grave di attaccanti in questo periodo.

Nella partita appena giocata, si possono salvare Chiellini, che fino quando ha retto, ha fatto "legna" e levigato gambe avversarie e Bernardeschi, che tutto sommato ha cercato di fare qualcosa di diverso. Ma Emerson sulla fascia sinistra non fornisce più le prestazioni che eravamo abituati a vedere. E questa squadra sembra sempre di più la Juventus di quest'anno, tanti infortuni e giocatori sotto le aspettative. Probabilmente abbiamo bisogno di cambiare, soprattutto il nostro modo di giocare. La palla deve viaggiare più veloce (e l'anno scorso succedeva), i movimenti devono essere più assimilati alla conquista della palla ed alla ripartenza del gioco(ed anche questo, strano caso, l'anno scorso succedeva). Ma secondo me, c'è bisogno di un "restyling" mentale, che deve avvenire principalmente nelle squadre di club, e poi continuare in Nazionale. Ma direi che forse si patisce la mancanza di giovani talenti, che probabilmente sono in fase di arrivo, non mancando giovani interessanti. Ma se negli anni passati vincevamo i campionati under 21 ed oggi non ci rusciamo più, forse qualcosa non va per il verso giusto. E se i giovani italiani sono questi, vedo difficile un ricambio veloce per la Nazionale maggiore. Quindi se i giovani non giocano, sarà perché al momento i giovani non sono veramente forti, e le squadre di serie A devono pensare a vincere e fare punti, e non a fare esplodere giovani talenti che non esplodono. Perché chi  ha la fortuna di averli, come Tripi  della Roma,  ad esempio, oppure Miretti della Juventus, ma solo a campionato deciso, li fa giocare, seppure sembrino meteore.  Ma se non ci sono, si deve pensare a fare una riforma dei campionati, dove in ogni squadra devono giocare ogni partita, obbligatoriamente, almeno due giocatori  non più che ventenni. Ma dubito che le società siano d'accordo.   

La mia analisi del calcio italiano si rivolge anche ad altri fattori importanti. La mentalità di gioco è uno di questi, perché non si vede spregiudicatezza e voglia di fare qualcosa di diverso, con giocatori spesso bloccati da temi tattici estenuanti, ma che alla lunga vengono poi ridotti a situazioni di stallo. Un altro fattore, è la differenza di ritmo tra squadre italiane e le squadre europee più evolute. E qui si dovrebbe cominciare a fare una bella analisi di come i preparatori intendono portare la forma fisica dei giocatori ad alti rendimenti, e di come i rendimenti siano scarsi, e spesso con infortuni in arrivo. Ultimo punto dolente, la scarsa capitalizzazione del nostro calcio, che rispetto ad esempio del calcio inglese, gestisce una quantità ridotta di risorse. La Premier, grazie ad introiti televisivi ed altri asset pubblicitari, ha a disposizione almeno 6 miliardi di euro. Il nostro calcio un sesto. Quindi la nostra Lega, dovrà rivedere come risaltare meglio l'offerta del nostro campionato, che al momento ha poco "appeal" all'estero. Speriamo che la nostra Nazionale torni presto a vincere, ma ci vorranno sforzi adeguati e nuove mentalità.