Nel cielo abbiamo le costellazioni, gruppi di stelle che ci fanno stare con il naso in su, ad ammirare il creato e fantasticare sulle vie del firmamento, i suoi misteri e le grandi domande senza risposta. Tra queste abbiamo la costellazione dell' Orsa Minore, una delle 88 costellazioni moderne ma che già Tolomeo ne fece menzione nelle sue 48 individuate. La sua posizione è appunto a settentrione, e contiene nel Grande Carro, la stella forse più famosa, la stella Polare, spesso usata dai marinai per individuare la rotta in assenza delle bussole, arrivate a noi molti secoli dopo che si fosse iniziato a navigare. E' la stella più luminosa, ed è il simbolo di tante fantasie, di aspirazioni e rotte di vita piene di speranza, quella di arrivare dove vogliamo avere il nostro migliore futuro.

E gli orsi sono da sempre gli animali che più di altri riempono la nostra vita, spesso in forma di pupazzi di peluche, che allietano l'infanzia di tanti bambini. Senza di loro, non si va a nanna! Ne abbiamo messi molti nei cartoni animati, come l'orso Teddy, che oggi viene ancora nominato così dai bambini inglesi al posto della parola orso. Oppure l'orso Yoghi, con il suo fidato amico Bubu, sempre a caccia di cestini del pranzo dei malcapitati turisti di Yellowstone. E ricordiamo anche il più recente: Orso e Masha. In questo caso abbiamo un orso, ex circense, che si occupa pazientemente di una bambina capricciosa ma tenera come appunto Masha. Una produzione russa. 

In natura abbiamo diversi tipi di orsi, Come ad esempio i Grizzly, enormi plantigradi che vivono in Nord America, non proprio simpatici come Yoghi, ma che negli Stati uniti sono considerati il simbolo degli americani, anche se al primo posto c'è l'aquila. Ma non ricordo dove, c'è un grande orso impagliato nell'ufficio di qualche Presidente degli Stati Uniti, che ne ammirava la forza e l'imponenza. Tornando alla stella polare, abbiamo appunto gli orsi polari, che sono bianchi e mastodontici, carnivori ed ancor più pericolosi per l'uomo, anche se sono spesso a caccia di foche e grasso animale che noi uomini fortunatamente non possediamo. E ancor più fortunatamente vivono al Polo Nord. 

In Italia abbiamo avuto orsi delle caverne, che pare fossero enormi, e se ne conservano alcune tracce in alcune grotte in Liguria. Poi, con il passare dei secoli, l'orso si è quasi estinto. Erano rimasti pochissimi esemplari in Abruzzo, l'orso marsicano, e in Trentino Alto Adige. Per ovviare alla loro estinzione, si è provveduto a farne un ripopolamento, ed oggi abbiamo circa cento esemplari in Trentino e circa cinquanta in Abruzzo. Non sono grossi come i Grizzly, ma raggiungono i due metri di altezza e centrotrenta chili di stazza. Altra caratteristica è che sono più veloci di Marcel Jacobs, e che hanno un olfatto incredibilmente sviluppato. Se ti prende di mira, non hai scampo! 

E purtroppo un giovane runner qualche giorno fa, fu vittima della furia omicida  di un orsa, individuata grazie al DNA, con il nome suggestivo di JJ4, come la sigla di un servizio segreto inglese. Una volta catturata, insieme ai suoi tre cuccioli, l'hanno messa in un luogo chiuso, dove aspetterà la probabile esecuzione di morte che il Governatore dell'Alto Adige ha pronunciato nella sua condanna definitiva. Ma c'è un altro imputato nel braccio della morte, MJ5, altra sigla strana, pare che lui non abbia ucciso nessuno, ma la sua aggressione a due malcapitati ha lasciato un brutto segno, anche se non è riuscito a ucciderli, forse a causa di un cane che ha spaventato o disorientato il "bestione", mettendolo stranamente in fuga. Intanto, il Tar ha sospeso la pena per entrambi gli animali, grazie all'iniziativa di associazioni animalistiche. Ma non si sa cosa succederà. Il presupposto per la sentenza di condanna pare si basi sulla nuova conoscenza dell'orso, intervenuta nel corso della sua vita: l'apprendimento a cacciare l'uomo! Come un nuovo messaggio nel suo DNA che lo porrebbe pericolosamente in contatto con ogni essere umano. E quindi la trasmissione genetica ad eventuali discendenti. Ma questo non mi consente di accettare che un qualsiasi essere vivente sia condannato alla pena di morte.  Non riesco ad accettarlo. 

Intanto, che un orso attacchi ed uccida un essere umano è successo una volta ogni centocinquanta'anni. E quindi se guardiamo a quanti pitbull, pastori tedeschi e rotweiler ogni anno uccidano almeno qualche centinaio di persone o le sfregino a vita, ci chiediamo come mai non abbiamo ancora soppresso quelle razze di cani. Forse perché muovono un mercato piuttosto importante? E comunque neanche per questi animali emetterei una sentenza patibolare, semmai metterei in galera i proprietari che non li educano ad un affettuoso rapporto con gli umani. Perché un animale che viene allevato con l'istigazione alla ferocia ed alla violenza è un pericolo costante per ogni persona che incontra e spesso vedo questi proprietari che li portano in giro senza museruola e con il muso rivolto verso ogni passante quasi come un segno di sfida.   Eppure ci sono anche tra questi delle bellissime realtà di amore. Mi ricordo che un rotweiler di un mio amico, abituato a vivere con il suo bambino, quando il piccolo andò in vacanza per un lungo periodo, morì di crepacuore. Perchè gli animali hanno un cuore, noi spesso lo perdiamo! 

Ed anche l'orsa, ha un cuore, che la porta a proteggere i suoi piccoli e alla conservazione della sua specie. Siamo noi che invadiamo il suo territorio, e se lo facciamo dobbiamo osservare alcune regole. La convivenza con gli animali è possibile, bisogna solo rispettare le loro necessità, senza pretendere che siano identiche alle nostre. Ripeto, la pena di morte non si può comminare con tanta semplicità e con maniacale voglia di vendetta. La legge non deve punire per vendetta, ma come sanzione tendente alla rieducazione dell'individuo oppure, data la sua pericolosità sociale, metterlo in condizione di non fare del male a nessuno. Ma la vendetta no! Forse dimentico la famiglia del giovane ucciso, e devo ammettere che alla fine tutti i discorsi si sono appuntati sul carnefice ma mai sulle vittime, il giovane ragazzo e la sua famiglia.  E non so cosa abbiano pensato i genitori di quel giovane, ma sono sicuro che non pensino che la vendetta sia la soluzione per sistemare la questione. 

E mi viene in mente un racconto che Nicole Kidman faceva in un suo film. Il titolo era "The Interpreter". In una scena famosa, raccontava che lei era vissuta in Africa, in una comunità indigena, al limitare delle foreste e del fiume. E parlando di come amministrano la giustizia, portò l'esempio di un caso di omicidio. Il colpevole veniva preso, si faceva il processo e poi, se condannato, si eseguiva la sentenza di morte. Ma come veniva eseguita? In modo piuttosto strano. Il prigioniero veniva condotto al fiume, e veniva legato mani e piedi. Poi di fronte alla famiglia della vittima che lui aveva ammazzato, lo scaraventavano nel mezzo del fiume. Poi, tutto veniva deciso  dai famigliari dell'ucciso, se volevano potevano fare due scelte: o lasciarlo morire, o tuffarsi in acqua per salvarlo. Ebbene, disse con molto orgoglio, molto spesso lo salvavano! Una vita per una vita, ma almeno una poteva vivere. Chissà come si potrà anche noi essere così "civili", e pensare che togliere una vita non ci ridarà mai la vita persa, ma occuperà un'altra casella nera della disperazione. Cerchiamo un metodo di convivenza, sia con gli animali, che con noi stessi.