Andrea Belotti, capitano del Torino da lungo tempo, anche quest'anno non ha voluto mancare nel tradizionale saluto agli Invincibili ed a tutti coloro che caddero a Superga. Il Capitano che il destino aveva relegato in disparte, a causa della Pandemia, proprio nel giorno della memoria. Lui ha voluto che gli Invincibili ricevessero il suo omaggio come da tradizione, il suo saluto e quello della squadra che lui rappresenta. Il filmato della sua salita, molto discreta, al Colle di Superga, lo ritrae mentre da solo, con incedere sereno, percorre il sentiero che conduce nella piazzuola della Lapide. Colpiscono la semplicità e la serietà, il suo passo deciso, determinato, ricco di passione, di colui che crede in quello che fa. Guardandolo si avverte lo spessore umano di Belotti. Andrea scandisce i nomi scolpiti sulla Lapide, uno per uno, a voce alta e limpida, esprimendosi con il cuore, per sé e per la sua squadra, rompendo il silenzio di quel momento struggente. In quella quiete, con la voce del bosco in sottofondo, rimane a guardare la lapide, per lunghi interminabili minuti; poi, reclinando il capo in un dialogo intimo e profondo, resta in piedi, sempre solo. Pensiamo alla fatica di Andrea nel leggere quei nomi senza il conforto di uno sguardo cui appoggiarsi; momenti di memoria in cui avrà rivissuto gli istanti della tragedia: solo lui può dirlo! Forse Andrea si è sentito vicino a quella Squadra Immortale come non mai. L’omaggio reso da Belotti non è stato un gesto dettato dall’istinto, ma di colui che ha voluto opporsi a quel fato dispettoso che avrebbe negato agli Invincibili il saluto del Capitano del Torino, un erede di Valentino Mazzola!

Andrea Belotti ha onorato il titolo di Capitano da sempre, ma con la sua iniziativa di ieri è entrato nella storia. Il gesto di Belotti ci ha colti di sorpresa perché il suo filmato è stato proiettato dopo la Cerimonia. La Commemorazione infatti, era stata presieduta dal Presidente Cairo, il quale, per la prima volta, aveva letto i nomi sulla Lapide. Si credeva che la funzione fosse finita lì e che Belotti e la squadra non avessero partecipato. Invece, alle 17,03 è apparso pubblicamente il filmato su Belotti, registrato in precedenza, in gran segreto. Tutti siamo rimasti sorpresi e il nome di Andrea Belotti, Capitano del Torino, ha assunto per noi tifosi un valore superiore a quello di cui era già dotato prima. L’uomo che abbiamo visto a Superga è lo stesso che vediamo in campo, deciso e determinato. Ha affrontato con coraggio questa prova che lui stesso si era imposto. Era solo, come è solo quando difende ogni pallone e come solo fugge dopo aver segnato un goal, disegnando il gesto del gallo, godendo un attimo della sua felicità per poi abbracciare i compagni con soddisfazione. 

La sventura di Superga fu una grave calamità: la perdita di 31 vite umane, la perdita di 18 magnifici campioni, cui tutto il Paese era affezionato; una squadra capace di rappresentare tutta la Nazione e di contribuire con le loro prodezze a sollevare il morale, a suscitare un sorriso, a dimenticare per un attimo gli orrori della guerra e gli affanni di quegli anni. Ecco perché a presenziare alle esequie dei caduti ci fu tutta la città e molti altri venuti da lontano, per rendere omaggio allo sfilare di tutti quei camion militari e, in coda, per ultimo, il Conte Rosso, il pullman che trasportava in trasferta la squadra del Torino…. ad accompagnarli ancora una volta. Quando Il Grande Torino partì per l'ultima volta non tornò più, da allora rimase sempre in trasferta. Al pomeriggio di ieri tutta la squadra era seduta sulla Tribuna del Filadelfia e molti, nell'attesa della celebrazione della Santa Messa, avranno fissato il campo che stava di fronte a loro, dove giocavano gli Invincibili. Forse chi faceva questa esperienza per la prima volta, avrà potuto germogliare un po' di memoria. Forse ancora si saranno chiesti il perché di quei pezzetti di tribune rimasti in piedi in uno stadio nuovo. Forse, chissà… qualcuno avrà persino immaginato di veder entrare, da quello spogliatoio interrato che ora non c'è più, tutto il Grande Torino con il famoso Nicolò Carosio che ne scandiva i nomi.

Belotti era lì, anche lui per la prima volta al Filadelfia, per la Santa Messa di suffragio, seduto con i suoi compagni sulla tribuna, dai sedili con i nomi di alcuni tifosi; distanziati sì, ma tutti uniti nel realizzare la memoria del Grande Torino. Chissà cos’ha pensato Belotti in quella circostanza, chissà cosa avrà raccontato ai suoi compagni e a mister Davide Nicola, della sua esperienza a Superga e del Grande Torino; penso si sia adoperato nel far conoscere a tutti qualcosa di più e qualcosa di meglio. La notte scorsa tutta la città ha ammirato la mole illuminata di Granata, come dal 2016 avviene tutti i 4 di maggio. La sua imponente figura ricorda i versi di Arpino: "Ros come el sang, fort come el barbera", è proprio quello il colore del Torino che tutti i torinesi vogliono ricordare. Dalla prossima partita, forse, ci troveremo di fronte ad un Torino ancora più forte, che conduca a termine la missione di quest'anno. Andrea Belotti sia fiducioso, vedrà: tutti l'aiuteranno a fare goal, come desidera e come merita un campione.

Grazie Andrea, grazie per essere andato lassù per tutti noi, grazie per ogni nome che hai pronunciato, ma soprattutto grazie per aver avuto il cuore di compiere quel gesto per cui, per sempre, sarai nel nostro animo.