Lo Stadium, l’aiutino e la barzelletta!
Il titolo di questo articolo suona abbastanza strano, in realtà siccome avevo in testa tre idee da realizzare e svolgere, ma nessuna delle tre mi convinceva così tanto da meritarsi da sola un intero articolo, ho deciso di metterle insieme a contendersi il vostro interesse.

LO STADIUM!!
L’importanza dei tifosi allo stadio è chiara a tutti, sia per una questione economica sia per l’atmosfera e l’energia che si respira in campo, per i padroni di casa o gli ospiti, in maniera differente. In più occasioni abbiamo discusso sul fatto di come questa situazione “anomala” abbia in qualche modo penalizzato delle squadre o dei giocatori, che dal pubblico assorbivano positivamente l’energia e la trasformavano in prestazioni di alto livello, oppure al contrario, favorito chi, proprio per l’assenza del pubblico e della pressione, è riuscito a lavorare con più serenità e a superare dei momenti difficili, senza quella pressione. Mi riferisco in particolare ai giovani, agli esordienti e alle squadre che hanno avuto dei momenti deludenti e che se ci fosse stata la presenza del pubblico avrebbero dovuto affrontare il momento in maniera totalmente diversa. Qualcuno ne ha tratto beneficio altri no. La Juventus, sarà stata una coincidenza, ma fatalità... dalla sua inaugurazione lo Stadium con il pubblico ha visto soltanto successi e scudetti; il primo anno senza il pubblico, la Juventus non ha vinto, e già lo scorso anno dalla chiusura degli stadi in poi ha iniziato a faticare. A voi le considerazioni. 

L’AIUTINO
Quante volte ho dovuto subirmi i discorsi sul fatto che in Italia la Juventus ogni volta, OGNI VOLTA, che si trovava in difficoltà e aveva bisogno di un aiuto, puntualmente questo aiuto arrivava come grazia divina dall’arbitro di turno?? Spesso ho cercato (invano) di far notare che se realmente la Juventus avesse questo potere, certe cose non sarebbero mai successe a noi, invece non solo sono successe ma continuano a succedere soprattutto negli uffici dove tutto sì decide. Ma tornando al terreno di gioco e all’attualità, quale occasione migliore di questo Juventus-Milan poteva capitare per dare man forte a questa alquanto bizzarra tesi??
Una Juventus in netta difficoltà con un disperato bisogno di punti e vittorie ospita il Milan avversario per lo stesso obbiettivo, con un arbitro definito dai rossoneri “amico dei bianconeri”. In realtà non succede niente di tutto questo, il Milan di Pioli senza incantare gioca una partita umile, unita, con un gruppo pronto a lottare unitamente per l’obiettivo, e MERITATAMENTE stravince la partita. L’arbitro avrebbe avuto diverse occasioni per “indirizzare” la partita, stando ai deliri di qualcuno, e senza nemmeno dare troppo nell’occhio, ma non lo ha fatto come mai?? Al primo minuto di recupero nel finale di tempo avrebbe potuto valutare “diversamente” il controllo di Diaz, un misto tra gomito, anca e pancia, invece giustamente ha convalidato il gol, ma secondo la teoria dei complottisti in quell’occasione avrebbe dovuto decidere diversamente. Poi addirittura concede un rigore che avrebbe chiuso la partita.
Insomma, a chiacchiere stiamo a zero... come dicono i miei amici romani.
Ricordatelo la prossima volta. 

LA BARZELLETTA 
Ci sono un americano un francese un gallese e un uruguaiano... sembra l’inizio di una classifica barzelletta anni ottanta, in realtà, per quanto faccia ridere, è la situazione del centrocampo della Juventus.
La Juventus ha perso in primis la sua identità. Ancor prima di questioni tecniche o tattiche, i bianconeri hanno smarrito il proprio DNA, il marchio di fabbrica che aveva reso possibile questa cavalcata e che sempre è stato presente in ogni Juventus vincente nella storia.
Sto parlando della forte impronta italiana, dello zoccolo duro, di quel gruppo formato da uomini di un certo calibro e spessore che sempre erano il punto di riferimento per tutti gli altri. Buffon, Bonucci, Chiellini, Barzagli, Marchisio, Del Piero su tutti, ma anche i vari Pepe, Padoin, Giaccherini e altri. Nell’undici titolare c’è sempre stato un numero importante di italiani in campo a creare il gruppo, ultimamente questo è sparito insieme al nostro spirito. Ieri, ad esempio, contro il Milan c’erano soltanto Chiellini e Chiesa in mezzo ad una Torre di Babele. Un Chiellini commovente, nonostante l’età, gli acciacchi e un fine corsa dietro l’angolo, è stato l’unico che fino al fischio finale ha lottato e dato tutto quello che aveva. Per il resto è stato un insulto alla nostra maglia. Non ho più visto quello spirito che sempre ci aveva contraddistinto in questi anni. Si poteva giocare male, ma lo spirito era sempre quello. Chi giocava contro di noi sapeva benissimo che prima o poi la zampata vincente l’avremmo data, nessuno si illudeva di poterci mettere sotto.
“LA JUVENTUS NON MUORE LETTERALMENTE MAI!!”. Queste erano le parole che molti radiocronisti sovente dicevano durante le nostre partite.
Ora tutto questo è perso.
A me non interessa chi allenerà la Juventus, chi giocherà a centrocampo o in attacco, se chi ci sarà non sarà in grado di riportare quello spirito e quella identità e credibilità come aveva fatto prima Conte e poi Allegri, non andremo mai da nessuna parte, nemmeno se arrivassero Messi, Pogba e Mbappe’.
#finoallafine