I tifosi milanisti hanno un cuore grande. Raramente hanno contestato squadra e Società e nelle occasione che è successo c'erano le "giuste" motivazioni. Proteste sempre costruttive, mai mosse per interessi o per spingere la proprietà alla cessione, come spesso accaduto in altre piazze, vedi Roma, Firenze o Genova. Più che contestare i Milanisti preferiscono dimostrare il proprio amore, riempiendo costantemente San Siro, seguendo la squadra e sostenendola, in ogni trasferta, entusiasmandosi per ogni acquisto, non facendone mai, una pura questione di soldi, ma accogliendolo, sempre, come fosse un campione. Puoi chiamarti, Andrè Silva, Bonucci, Rebic, Bennacer o Kjaer, solo per fare degli esempi, il popolo rossonero accorrerà davanti a Casa Milan, pronto a far partire un coro.
Anche in questa stagione, nonostante la scelta di Giampaolo, il maestro, dimostratasi totalmente sbagliata, l'arrivo di Mister Pioli, a cui in moltissimi avrebbero preferito Spalletti e la mancanza di risultati, è bastato l'arrivo a gennaio di Ibraimovic per sentire la passione e l'affetto di una tifoseria che dà tantissimo, chiedendo poco. Noi tifiamo Milan, i nomi dei dirigenti e dei calciatori, sono importanti, quanto i nostri, ma passano, cambiano, lasciando ricordi più o meno importanti, mentre la Nostra Società resterà sempre presente, scrivendo la storia del calcio che dura da centoventi anni.

Questa introduzione serve per capire che, se per molti l'arrivo di Ralf Rangnich al Milan sarà garanzia di futuri successi sportivi, è più frutto di una cieca fiducia nel futuro, ma non certamente del supporto di dati concreti. Come è risaputo il manager tedesco attualmente sotto contratto con la Red Bull, fino al 2021, è il responsabile dello sport e dello sviluppo calcistico delle quattro formazioni di proprietà del gruppo. Questo ruolo lo sta svolgendo dal 2018, dimostrando notevoli abilità e capacità e specialmente visionando centinaia di giovani giocatori in ogni angolo del mondo. Ralf, non è quindi un allenatore, come viceversa viene presentato da molti opinionisti e per sgomberare ogni dubbio a chi ritenesse la mia posizione prevenuta e poco "autorevole", ho fatto questa ricerca che vado ad esporre, così vi sarà più semplice trarre le vostre conclusioni.
Ralf Rangnich fra pochi giorni compirà 62 anni. E' nato in Germania a Backnang, il 29 giugno del 1958, la sua carriera da calciatore non è stata particolarmente brillante, poichè dopo l'inizio nella squadra riserve dello Stoccarda, ha militato in club dilettantistici, con una esperienza in Inghilterra, nello Southwich, poichè frequentava l'università in quella cittadina. La sua carriera da allenatore inizia in squadre dilettanti, con il doppio ruolo di calciatore e allenatore e nel 1988, a trenta anni, viene chiamato dallo Stoccarda che gli affida l'under 19. Devono passare undici anni, trascorsi nell'anonimato, perchè a cinque giornate dalla conclusione del campionata la Prima Squadra dello Stoccarda gli affidasse la panchina,  maggio del 1999. Sono due ottime stagione, con la vittoria della Coppa UEFA, ma nel febbraio del 2001, nonostante la conquista degli ottavi della stessa competizione, a causa dei risultati troppo deludenti in campionato, viene ESONERATO. L'anno successivo, nella stagione 2001-02, a 43 anni è alla guida dello Hannover 96, in seconda serie, con cui conquista la promozione con il record di punti, 75. Viene ESONERATO due anni dopo, nel 2004. Viene chiamato dallo Shalke 04, dove probabilmente raggiunge l'apice della sua carriera, con il secondo posto finale, logicamente dietro al Bayern Monaco. La stagione successiva 2005, viene ESONERATO a Dicembre e la cosa strana è evidenziare che la squadra era seconda in classifica. Nella stagione 2006-07 accetta l'incarico in terza categoria, alla guida dell' Hoffenheim, che con due promozioni consecutive porta in Bundesliga. Resta alla guida fino a gennaio del 2011, quando, per divergenze inerenti il calciomercato, PRESENTA LE DIMISSIONI. Nel marzo dello stesso anno è nuovamente allo Shalke 04, che conduce alla semifinale di Champion League e alla vittoria della Coppa di Germania, ma a settembre 2011 PRESENTA LE DIMISSIONI, purtroppo per motivi di salute : Sindrome da esaurimento. Nel 2012 assume l'incarico di Direttore Sportivo delle due squadre Red Bull, l'austriaca Salisburgo e la tedesca Lipsia. Devono passare quattro anni per rivederlo in panchina, è la stagione 2015/16 la squadra è il Lipsia la categoria è la seconda, la Zweite Bundesliga. Con il secondo posto conquista la promozione, ma a fine stagione SI DIMETTE, per tornare all'incarico di D.S. Nella stagione 2018, prova nuovamente a tornare in panchina, sempre al Lipsia, conquistando il terzo posto finale e la finale di Coppa di Germania, persa 3 a 0 contro il Bayern Monaco, ma a fine stagione affida al altri il ruolo di allenatore preferendo l'incarico che ricopre attualmente, con ulteriori due formazioni, una americana e una brasiliana da gestire.

A questo punto ogni tifoso è libero di esprimere la propria opinione, personalmente ritengo che come Dirigente possa essere uno dei più bravi al mondo, affidargli anche la panchina non solo sarebbe sbagliato, ma potrebbe compromettere tutto il suo lavoro. Penso e spero che 62 anni non debba dimostrare nulla, accettare il doppio incarico sarebbe un salto nel vuoto e mi auguro che non sia il contratto triennale a spingerlo a prendere questo rischio.