No, non sono impazzito né voi avete le traveggole, perchè il titolo è proprio quelloLe note liete di Atalanta-Milan 5-0. Ho i miei motivi per aver dato questo titolo alle mie argomentazioni, ma vediamo di spiegarci.

Vorrei partire da alcune considerazioni tecniche che ho letto ieri ovvero che la vittoria dell'Atalanta è nata da un'intuizione di Gasperini, il quale si è accorto che Musacchio stringeva troppo al centro, senza che lì ci fosse nessuno da marcare, per cui ha concentrato la propria forza d'urto in quella zona. Pioli si è accorto in tempo della mossa avversaria, ma per quanto si sia sbracciato, non è riuscito a convincere Musacchio ad allargarsi finchè il Milan non si è ritrovato in svantaggio. Gasperini, inoltre, ha acuito la difficoltà del Milan arretrando e accentrando Papu Gomez, per cui la verve di questi ha fruito di una provvidenziale libertà di manovra. La prima nota lieta di Milan-Atalanta sta proprio in queste considerazioni, in primo luogo perchè esse confermano quali rischi ci siano nel portare nella metropoli i tecnici che fanno bene in provincia. Gasperini, infatti, ha confermato di essere un tecnico capace di intuizioni felici e geniali, oltre alla capacità di forgiare nel suo complesso un meccanismo come quello dell'Atalanta. Si può, quindi, definire Gasperini un tecnico capacissimo, tanto dal punto di vista tecnico che tattico. Ma lo stesso Gasperini è quello che, portato a Milano sulla sponda interista, è stato cacciato a pedate, esattamente come Giampaolo, il quale tornerà sicuramente a far bene nel momento in cui verrà riciclato in una sede più tranquilla e meno pretenziosa. Lo stesso Gasperini, del resto, nel dopo-partita ha tenuto ha dichiarare che la sua squadra è stata superiore al Milan fin dall'inizio, cosa che nessuno negava e che tutti abbiamo visto. I grandi tecnici, tuttavia, lasciano che siano gli altri a dire certe cose, non si comportano come i bambini, vogliosi di sentirsi dire che sono stati bravi. In realtà non condivido al 100% le considerazioni di cui sopra, in quanto spiegano solo il vantaggio dei bergamaschi, non gli altri 75 minuti di partita. Esse però ci dicono, e questa non è una nota negativa, che Pioli non è sprovveduto tecnicamente, in quanto ha letto tempestivamente le difficoltà della squadra, ma non è stato ascoltato da Musacchio, svagato come tutti i suoi compagni. Il problema, pertanto, non è che sulla panchina rossonera ci sia un incompetente.

Altra nota positiva è che l'Atalanta e Gasperini sono gli stessi che tre mesi fa hanno preso cinque gol contro la Dinamo di Zagabria, buona squadra, ma non irresistibile, e sono gli stessi che, dopo due partite di Champions, sembravano irrimediabilmente fuori dai giochi. Dobbiamo quindi tenere conto che, se si lavora seriamente, anche una bastonatura come quella di domenica può essere archiviata per festeggiare poi nel futuro. Ovviamente, è più facile farlo a Bergamo che non in una piazza dove i tifosi hanno la puzza al naso. La vera nota dolente sta nel fatto che l'Atalanta ha una società e un tecnico funzionali alla propria dimensione e ai propri progetti, mentre il Milan no. Quando, infatti, Pioli si lamenta che la sconfitta di domenica è maturata per certi comportamenti dei giocatori durante la settimana, scopre l'acqua calda, perché tutti hanno visto che i rossoneri erano già partiti per le ferie. Ma la domanda è: dove si trovavano Pioli e la società durante la settimana, mentre i giocatori mostravano di sbattersene allegramente dell'ultima partita? Chi doveva decidere di murare tutti in ritiro al mercoledì o al massimo al giovedì, alle prime avvisaglie di relax collettivo? Zardoronz no di certo. Quel Pioli che ha visto tutto e ha incrociato le dita sperando che tutto andasse bene è, in sostanza, un tecnico che ha paura dei giocatori, come ne aveva paura Giampaolo e come ne hanno paura i dirigenti. E a questo punto devo sospettare che, come con Giampaolo, nel gruppo ci sia chi detta regole all'allenatore con la tacita compiacenza della società. E' solo un sospetto, ma è forte.

Un'ultima nota positiva è, comunque, che le ultime della classifica hanno fatto male, evitando di risucchiare nuovamente in basso i rossoneri. Se ai tanti problemi si fosse aggiunto anche il ritorno in zona retrocessione, saremmo stati freschi! Quanto a Paquetà, è molto probabile che venga ceduto al Psg e ce la siamo voluta noi milanisti. A furia di dire che non è un fenomeno, per cui deve andare via, andrà via davvero e, quando diventerà il Coutinho rossonero, ci faremo due risate amare, ma sarà troppo tardi.