Lo Stefano Pioli uscito dalla quarantena ricorda pericolosamente una pubblicità di parecchi anni fa, che penso ricordino ancora in molti, dal momento che era diventata un autentico tormentone. C'era un signore coi baffi che usciva dal mare e si passava una mano fra i capelli, per poi rivolgersi agli spettatori e chiedere cosa ci fosse di strano in quel gesto. Era calvo, spiegava, completamente calvo,  ma aveva in testa la sua idea meravigliosa, un sistema per l'impianto di capelli posticci. Ecco, il tecnico rossonero sembra convinto fino al fanatismo di aver avuto un'idea meravigliosa. Il problema è che si tratta di un abbaglio, ma dal momento che Pioli non vuole ammetterlo, persevera nell'errore per dimostrare la genialità dell'intuizione.

Come contro il Celtic e la Sampdoria, Pioli ha regalato il primo tempo al tecnico avversario, Liverani, che è passato all'incasso, portanto a casa il gentile cadeau del collega. Il Milan ha schierato ancora Diaz come giocatore di raccordo fra centrocampo e attacco, con Kessie e Bennacer alle sue spalle sulle mezze, Rebic unica punta fagocitata dai difensori avversari, Castillejo sulla solita destra, ma soprattutto Chala relegato, come Napoleone, sulll'isola di Sant'Elena, cioè all'estrema sinistra. Diaz, giocatore brevilineo e mortifero negli spazi brevi, ha faticato oltre misura, in quanto la sua efficacia è inversamente proporzionale alla distanza dalla porta. Chala, come una persona che è vittima dello stesso incubo ricorrente, ha rivissuto le difficoltà del vecchio prevedibilissimo Milan, quello in cui giocava da esterno sulla fascia opposta a quella di Suso.

"Le carte sanno dove devono andare", come hanno mostrato gli episodi di ieri e come diceva il bimbo a Vittorio De Sica nel film "L'oro di Napoli", per cui se continui a sbagliare, Eupalla si indispettisce e ti volta le spalle. Dopo una manciata di secondi, il cinico Cornelius randellava da tergo Gabbia, che usciva dolorante. Fourneau, peraltro ottimo ieri sera, era ancora freddo e non coglieva la cattiveria dell'intervento, ma il Milan era in grado di schierare la new-entry per la difesa, quel Kalulu che non ha sbagliato nulla. Quando Gervinho, brutto cliente per chiunque, aggirava la difesa sulla fascia di Calabria, Kalulu ne attenuava l'azione, ma l'avversario riusciva a darla al limite dell'area di rigore per il gol Hernani, che nessuno pensava a murare. Quanto fossero sciagurate le scelte di Pioli, lo si vedeva nell'episodio in cui Diaz provava a battere a rete dalla distanza, ma la palla, priva di impeto, faceva fatica a non fermarsi prima di arrivare alla porta di Sepe. Invece, nelle uniche due occasioni in cui Diaz si spingeva in area e Chala abbandonava l'estrema mancina, il Milan segnava un gol annullato per un fuorigioco millimetrico e prendeva due pali nel corso della stessa azione, proprio con Diaz e Chala. Se vogliamo, il terzo palo preso da Chala su punizione scaturiva comunque da una battuta libera da posizione centrale.

Nel secondo tempo, sarebbe bastato che Pioli accentrasse Chala e spostasse Diaz, che comunque aveva fatto capire quanto potesse essere utile avanti, accanto a Rebic. Il tecnico avrebbe potuto anche sostituire Diaz con Hauge o Leao, per dare un compagno al croato. Pioli, tuttavia, optava per la rivoluzione, togliendo sia Diaz che Castillejo e inserendo Hauge con Leao larghi sulle fasce. Hauge era troppo defilato, cosa che facilitava Liverani nel costruirgli una gabbia per impedirgli di dialogare con Rebic, mentre Leao mostrava che non è un tornante destro di ruolo come Samuel Castillejo. In un certo senso, si aveva l'impressione che l'allenatore del Milan volesse rimescolare tutto per non ammettere che l'errore era stato uno solo e sempre lo stesso, la posizione di Diaz e Chala.

Dal momento che le carte sanno fin troppo bene dove devono andare, Chala prendeva ancora una traversa a Sepe battuto, ma in generale i rossoneri soffrivano la rivoluzione del secondo tempo perfino di più di quanto non avessero sofferto l'assetto sbagliato del primo. Kurtic raddoppiava per il Parma, ma Hernandez era lesto a frustrare il raddoppio con un colpo di testa imperioso. Emiliani tutti dietro e assedio di Fort Apache, che si concludeva allo scadere con la seconda rete di Hernandez dalla mancina, di precisione nell'angolo opposto, dopo che Sepe aveva intercettato di piede una bella deviazione di Rebic.

Il pareggio di ieri non è un risultato positivo, ma neanche negativo, non fosse altro perché, se il Milan è l'unica squadra imbattuta nei campionati del continente, vuol dire che non è per nulla facile giocare 11 partite senza avere serate negative. Il Diavolo è una squadra in costante crescita, ma finora aveva già avuto alcune serate in cui aveva sofferto e salvato la ghirba solo per opera dello Spirito Santo. A Oporto, per esempio, era accaduto di tutto e non certo a sfavore dei rossoneri, così come il 4-2 contro il Celtic era scaturito dopo una partita in cui il Diavolo aveva sofferto per ampi tratti del match. Giovedì, per buona misura, lo Sparta aveva avuto un'ottima occasione per pareggiare proprio allo scadere. Ci trovate qualcosa di strano che i rossoneri abbiano avuto tre occasioni clamorose vanificate da 4 pali? Io no, sono le carte che girano e che, come ho già scritto, sanno molto, ma molto, bene dove andare. Pioli si rifiuta di prendere atto dei suoi errori ed Eupalla non ama certi atteggiamenti.

Pioli, in un certo senso, dovrebbe riempire un secchio di cubetti di ghiaccio e infilarci la testa dentro. Poi, dopo essersi ripreso dal delirio dell'idea meravigliosa, dovrebbe darsi una regolata, perché è anche possibile che dopo un po' di tempo Diaz e Chala diano qualche risultato nella posizione in cui continua a schierarli, ma a quale prezzo? Vale la pena di buttare una stagione alle ortiche come se l'obiettivo non sia di fare risultati, ma di far giocare i giocatori in certe posizioni? Ci sono soluzioni meno cervellotiche, perché non applicarle? Non vorrei, del resto, che il tecnico rossonero voglia dimostrare a qualcuno, non so a chi e lo sa lui, di avere ragione. Come ho detto, potrebbe anche essere che riesca a provarlo nel lungo periodo, ma come diceva Maynard Keyne, "Nel lungo periodo siamo tutti morti".

Se non altro, la partita di ieri ha confermato che Kalulu è ormai abile e arruolato nel ruolo di centrale, anzi ieri a destra mi è piaciuto pure di più di giovedì a sinistra. Non solo, ma in occasione del gol di Kurtic, Kalulu era regolarmente sull'uomo e sono stati altri quelli che si sono persi il marcatore. Hernandez è tornato il fenomeno dell'anno scorso e ha sfoggiato meraviglie autentiche, non solo idee meravigliose. Se non altro, ha fatto sparire i sorrisi a tutta dentatura esibiti a tratti da Liverani e Sepe. Il pareggio è un bel risultato per il Parma, però quando arrivi al recupero e sei in vantaggio, ormai hai fatto la bocca alla vittoria.