Lazio-Juventus 0:2
Dopo la sofferta vittoria, nell’ultima giornata prima della sosta, contro la Fiorentina, la Juventus si presenta a Roma a incontrare la Lazio di Sarri, prima volta da avversario dopo la parentesi bianconera. 
Una sfida che per la squadra di Allegri si presenta difficile e complicata. Primo perché quest’anno tutte le partite lo sono, secondo perché dopo le soste le partite non sono mai semplici con i giocatori che rientrano dalle nazionali poche ore prima della partita, terzo perché il giocatore più talentoso che può fare la differenza in momenti di difficoltà, Dybala, è assente. Per correttezza c’è da registrare anche l’assenza di Immobile sponda Lazio. Entrambe due assenze importanti. 
In avanti Allegri si affida al duo Morata Chiesa, mentre dietro opta per una difesa a tre, Danilo, Bonucci e De Ligt, con Cuadrado e la sorpresa Pellegrini a fare ì quinti esterni, in mezzo Mckennie, Locatelli e Rabiot.

Appena dopo un quarto d’ora i piani di Allegri devono cambiare quando l’infortunio ( sembra grave) dì Danilo costringe la Juventus a passare ad un 4-3-3 con l’inserimento di Kulusewski e l’arretramento di Cuadrado e Pellegrini terzini di difesa. 
La partita inizia con la squadra di Sarri a fare la partita, gran pressing, squadra alta e la Juventus prudente e quadrata dietro. Oltre al possesso la Lazio non produce occasioni importanti, anzi è la Juventus che un po’ alla volta inizia con le ripartenze a impensierire i laziali. Al 22 esimo su cross di Pellegrini, Morata controlla in area ma viene “abbattuto” da Cataldi. Sembra rigore netto, ma Di Bello viene richiamato dal Var, in quanto aveva fatto correre in diretta, poi ritorna sui suoi passi e non può fare altro che concedere un rigore netto, che Bonucci trasforma con personalità. 
Da quel momento la Juventus sì trova nella situazione a lei più geniale. In vantaggio e con la possibilità di sfruttare le ripartenze con Cuadrado e Chiesa. Prima della fine del primo tempo, infatti la squadra di Allegri, si rende pericolosa in un paio di occasioni con un bellissima semirovesciata di Morata, e con una conclusione di Kulusewski.

Il secondo tempo si riapre come era terminato il primo, contropiede dello svedese che va via ad Acerbi e impegna severamente Reina che devia in corner. Poi ancora a metà secondo tempo con Chiesa che se va alla sua maniera e serve un assist al bacio per Kulusewski che però spreca tutto con un controllo pessimo. 
Sponda Lazio non si registrano occasioni degne di nota fino a poco più di dieci minuti dalla fine quando Savic fa da torre per Muriqi ma non arriva per un soffio. Poco dopo arriva il raddoppio della Juventus. Kulusewski restituisce l’assist a Chiesa che supera prima un avversario poi viene atterrato da Reina per il secondo rigore. Sul dischetto torna il capitano di serata Bonucci, che non si fa pregare e con la stessa personalità e freddezza fa il due a zero e mette la parola fine alla partita.
Una discreta Juventus che non rischia nulla, spreca qualcosa, si porta a casa tre punti importanti per la rincorsa ai piani alti della classifica. Ora c’è ottimismo per il recupero di alcune pedine importanti. E la Lazio? A fine partita nelle statistiche alla voce tiri in porta c’è uno zero. Questo la dice lunga. L’assenza di Immobile sì è sentita più di quella di Dybala. Ad oggi la Juventus, nonostante la classifica, ha ancora una rosa che gli permette di sopperire a delle assenze meglio di altre squadre. Obbiettivante la squadra di Sarri ha fatto troppo poco per vincere. 

Chiudo con la polemica di Sarri.
L’allenatore non si discute, ciò che è riuscito a fare e il calcio che ha proposto è un dato di fatto innegabile. Il Sarrismo è diventato pure un aggettivo introdotto nella Treccani che individua una concezione di gioco precisa, dunque merito a lui. Sull’uomo Sarri, invece, nutro parecchie perplessità. Non tanto sulla tuta o il mozzicone di sigaretta che onestamente mi interessano poco o niente, ma i suoi comportamenti soprattutto verbali non mi piacciono affatto. Da sempre è stato troppo polemico, troppo spesso giustificando le proprie sconfitte dando responsabilità ad altri fattori,scaricando il barile, lo ha fatto anche quando era alla Juventus sia chiaro, e non è nemmeno l’unico ma lui spesso esagera. È giusto e anche capibile che una squadra che in una qualche occasione si senta danneggiata da un episodio arbitrale possa esprimere le proprie perplessità o ragioni, ci mancherebbe altro, ma quando ad ogni occasione ti presenti ai microfoni con quell’aria li, con quel sarcasmo a puntare il dito sull’erba, sull’orario o qualsiasi altra cosa, mentre poi glissi puntualmente a parti invertite, perdi di credibilità e diventi antipatico. Ieri le proteste di Sarri nell’occasione del primo rigore sono state assolutamente fuori luogo, e soprattutto che siano state rimarcate nel dopo gara anche peggio. Si perché eravamo al 22esimo e se poi finisci la partita senza un solo tiro in porta non puoi avere nessun tipo di alibi. È Sarri, ha giocato contro la Juventus ed era chiaro che in caso di sconfitta avrebbe trovato un qualcosa da polemizzare, e anche qualcuno che gli sarebbe andato dietro. Tutto qua.
Prendiamoci questi tre punti questa vittoria importante in trasferta, e guardiamo al futuro con un po’ più ottimismo.