L'invasione della grande armata danese del IX° secolo è rimasta un ricordo indelebile nella memoria collettiva britannica. Ieri sera, il gol di Kjaer ha fatto rivivere quegli avvenimenti antichi. L'armata rossonera, tuttavia, idealmente guidata dal suo generale vichingo, ha rischiato di essere sconfitta in un'imboscata anglosassone, nonostante il valore dimostrato in battaglia. E questo non deve essere trascurato per privilegiare analisi entusiastiche, sempre pericolose in proiezione futura.

Il Milan è sceso in campo a Manchester con un 4-4-2 ovvero con 4 centrocampisti disposti in partenza sulla stessa linea (Saelemaekers, Meité, Kessie e Krunic) e 2 punte (Diaz e Leao). A differenza di Verona, però, Krunic partiva arretrato come gli altri tre del centrocampo, mentre Diaz giocava al centro dell'attacco, dove Leao si spostava quando lo spagnolo retrocedeva in posizione di trequartista o in copertura Almeno 3 fra 4 dei centrocampisti salivano a pressare alto e almeno 3 ripiegavano a coprire la difesa. Era Kessie il metronomo, quello che decideva se qualcuno doveva restare in copertura o galleggiare fra i compagni in difesa e le punte. Se indugiava qualche metro più avanti, per esempio, erano i compagni a dover fare muro con i difensori, mentre in fase di attacco era Meité il primo incaricato di incrociare e coprire gli spazi lasciati liberi dal compagno. Kessie segnava anche un gol annullato dopo essere stato rivisto al VAR.  Pare che ci fosse un fallo di mano che non si è visto chiaramente neanche al rallentatore, anche se bisogna dire che il pallone ha preso una traiettoria sospetta. Nessuno avrebbe voluto essere nei panni dell'arbitro in una situazione del genere e, in effetti, il direttore di gara ha esitato in maniera evidente prima di disegnare con le dita la sagoma del VAR.

Dopo una buona mezz'ora gagliarda, anche se non molto incisiva per la mancanza degli stoccatori migliori (Ibra e Rebic, mentre Leao è un attaccante di manovra), i rossoneri hanno rifiatato. Il Manchester, che forse attendeva quello, ha creato un'occasione clamorosa, quando McGuire ha preso il palo da 50 cm. con un piattone da questolosegnavoancheio. Dalla trequarti la palla aveva scavalcato un incerto Donnarumma, per poi giungere all'attaccante britannico, che commetteva la nefandezza offensiva per eccellenza, per l'appunto un questolosegnavoancheio. Nei primi minuti della ripresa, poi, Solskjaer passava all'incasso approfittando dell'improvvisa abulia dei rossoneri. Fernandes lanciava lungo Diallo che era bravo a segnare dopo aver aggirato Tomori. Forse Tomori non si rendeva conto dell'astuzia di Diallo o forse credeva che Donnarumma fosse alle sue spalle pronto a impossessarsi della sfera. Donnarumma, a sua volta, ha abbozzato l'uscita, ma era in serata svagata e si era fermato a metà strada, magari contando su maggior attenzione da parte di Tomori. Non se ne usciva e Diallo la insaccava con un'inzuccata beffarda che disegnava una parabola da gollonzo. Prima di riprendersi, comunque, il Diavolo di Milano vedeva i Red Devils di Manchester mangiarsi con James un'altra rete a porta sguarnita, sia pure meno clamorosa di quella sbagliata da McGuire.

La trappola sassone aveva funzionato, almeno in parte. L'armata danese si ritrovava a malpartito dopo aver cullato sogni di gloria, ma si lanciava all'attacco mettendo lì gli avversari. Il problema era che la muraglia di scudi sassoni teneva e la pressione dell'armata vichinga produceva solo tiri di sinistro da parte di destri, quali sono Kessie e Saelemaekers. Il Manchester era in difficoltà, ma il Milan non riusciva a mettere in carniere neanche un'occasione paragonabile a quelle due clamorose degli avversari. Pioli toglieva Diaz, volenteroso e tecnico quanto si vuole, ma leggero e incapace di pungere fino all'esasperazione. A certi livello o sei Messi o il fisico mingherlino diventa un handicap insuperabile e credo che questo sia il caso di Diaz. Pioli dava riposo anche a Saelemaekers e Calabria. Il Milan si ritrovava con Castillejo sulla destra, Tonali a dar man forte a Meité e Kessie, mentre Kalulu in difesa completava i cambi.

Si arrivava così al recupero, quando l'arbitro regalava l'ultima chance ai rossoneri, considerando involontario un evidente tocco di mano di Tomori. Come contro l'Udinese, quando Leao aveva toccato la schiena di Stryger per disorientarlo e mandarlo nel panico, era il tanto bistrattato Leao a creare le condizioni del pareggio. Il portoghese, essendo un destro naturale, aveva appena ciccato un sinistro al volo, ma si andava a guadagnare l'ultimo corner con un'azione personale bella e caparbia. Kjaer guidava la carica estrema degli uomini del nord, faceva breccia fra i sassoni e l'armata defluiva verso i propri quartieri, non vittoriosa, ma intatta e con il bottino raccolto nella scorreria. Il bottino è quel pareggio fuori casa che darà al Milan un leggero, ma non irrilevante vantaggio nel ritorno. Attenzione, però, il vantaggio del gol segnato in trasferta sarà del tutto inutile, se la partita di ieri verrà esaltata oltre misura, senza evidenziare alcuni punti che, alla lunga, potrebbero rivelarsi letali.

Non è assolutamente vero, a meno di non ragionare da tifosi o voler blandire i tifosi, che il pari stia stretto al Milan, così come non sta stretto al Manchester. Una partita deve essere valutata nei 90 minuti, per cui il Milan può vantare una superiorità nella manovra per una percentuale di minuti più alta rispetto agli inglesi, che a loro volta vantano le occasioni più evidenti, addirittura clamorose, cioè quelle di McGuire e James. Se è vero poi che l'ipotetico fallo di mano di Kessie, quello commesso in occasione del gol annullato, non si è visto benissimo e poteva non esservi, è anche vero che il direttore di gara avrebbe avuto la possibilità di blindare il risultato per i britannici fermando l'ultima azione della partita. Il fallo di mano di Tomori era abbastanza evidente, del resto. Il gol di Kjaer ha riportato giustizia nel punteggio, ma la vittoria dei rossoneri avrebbe penalizzato eccessivamente il Man-U. Non bisogna pensare, infatti, che aver attaccato per più tempo e tirato in porta un certo numero di volte dia diritto a dei gol, altrimenti ragioneremmo come gli interisti dopo il quarto di finale di Coppa Italia. E' verissimo che nel Milan mancavano i migliori stoccatori ovvero Ibra e Rebic, ma partendo dalla formazione rossonera di ieri come da un dato di fatto, non si può dire che la squadra inglese abbia portato a casa più di quello che meritava. Oltretutto, come disse una volta Gigi Radice dopo una sconfitta del Torino: "Abbiamo giocato bene, ma questo rende più grave la sconfitta". Grazie a Leao e Kjaer, il Milan non ha perso, ma se fosse successo, la prevalenza nella manovra avrebbe reso più grave il risultato, invece di scusarlo.

Finiamo, poi, con qualche considerazione sui giocatori. Come si è detto, Diaz gode di eccessiva indulgenza da parte della stampa e, di conseguenza, da parte di molti tifosi. Leao, dal canto suo, non beneficia di tanta benevolenza, ma pur non essendo portato a giocare spalle alla porta, nei momenti decisivi c'è. Ed esserci nei momenti decisivi non vuol dire necessariamente segnare, ma anche creare le condizioni per farlo. In un certo senso, Leao ha fatto la cosa migliore nel momento in cui, di solito, i duri iniziano a giocare ovvero nel recupero, quando altri possono essere stanchi o demoralizzati. La carica l'ha condotta Kjaer, ma l'ha suonata Leao.

Domenica c'è il Napoli per la conquista di un posto in Champions. Vincere sarebbe meglio, ma pareggiando si terrebbe lontana una delle altre pretendenti ai posti per la coppa più importante.
Non trascurate quindi l'importanza di tale risultato.