Una precisazione obbligatoria: in questo momento così difficile, con la Lombardia e altre numerose province, fra le quali quella di Venezia, mia terra nativa, dove abitano i miei parenti e molti amici, costretti a stare in casa e limitare ogni spostamento, scrivere di calcio serve solo a distrarre la mente, da problematiche ben più importanti. Nell'attesa che, grazie al lavoro di molti, si possa tornare al più presto a quella quieta normalità, che sapremo certamente apprezzare con più attenzione.


Eccomi quindi, isolato e lontano da ogni contagio, in terra straniera, ad analizzare la situazione del mio "amato Milan", raccontandovela attraverso Vivoperlei, in un percorso che, articolo dopo articolo, sta diventando sempre più affascinante e coinvolgente.

Dopo il licenziamento di Boban, che non ha rinunciato a lanciare alla Società altre "frecciatine", tramite un' intervista rilasciata al giornalista sportivo, bravo e conosciuto, Franco Ordine, al contemporaneo isolamento di Maldini e Massara ed al costante assenteismo del Presidente Scaroni, l'Amministratore Delegato, Ivan Gazidis, dai tifosi milanisti soprannominato "IBAN" è salito al "timone di comando" di questa simbolica nave, per concludere la stagione e poter dare inizio a quel progetto che fino ad oggi, le "bandiere rossonere", Gattuso, Leonardo, Boban e Maldini, gli hanno sempre impedito o ostacolato.

La sconfitta con il Genoa può stupire solo chi non capisce lo Sport e tutte le motivazioni che servono per raggiungere le vittorie, anche le più semplici. Dare la colpa ai giocatori, non capire la gravità del momento ( a cui aggiungere quello non calcistico), non evidenziare quanto peso abbiano, in uno spogliatoio giocatori come Maldini e Boban, significa non essere in grado di giudicare.

Allora per voi, per semplificare ho inventato questa spiegazione che probabilmente vi potrà aiutare a capire.
Gazidis, dopo aver parlato all'allenatore ed ai giocatori, nell'apposito incontro organizzato a Milanello, con lo scopo di tranquillizzare e motivare "la ciurma", con affermazioni forti e precise, come: "Pioli può stare tranquillo, una squadra la troverà sempre", oppure: "il tetto ingaggi di 2 Milioni è un'invenzione dei giornalisti, possiamo dare meno", ha assistito da solo, in uno Stadio chiuso e silente, alla partita Milan-Genoa, chiedendo il risultato finale a Pellegatti, sempre rispettoso, ma visibilmente nervoso, che in un inglese perfetto ha affermato: "One Milan, two Genoa", Ivan di rimando, "Yes, One Milan, very well".

Scherzi a parte, non deve preoccuparci tanto come verrà conclusa questa "disgraziata stagione", quanto piuttosto con quali aspirazioni inizierà la prossima. Tre anni di contratto a Rangnick, con Biglia e Bonaventura a fine contratto, Chala, Ibra, Rebic, Kessie, Musacchio, Conti, Calabria e Kjaer fra i probabili partenti, con Donnarumma e Romagnoli che, se ceduti, garantirebbero la parità di quel bilancio, così caro alla proprietà. Un futuro che appare molto incerto. Per tornare a vincere, oppure per costruire il nuovo stadio e vendere ad altra proprietà? 

E' questa risposta, che non avremo, che amareggia i tifosi. Sempre presenti, sempre fiduciosi, sempre rispettosi di chi "guida la nave", ma consapevoli che gli "ammutinati" ci hanno lanciato un segnale, un avvertimento, per la legge del mare sono nel torto e pagheranno, ma il nostro compito è quello di vigilare e non dimenticare. "L'armatore" Elliot ha affidato il timone nelle mani di "Iban", ma se la nave affonda sarà l'ultimo ad abbandonarla.