Il calcio, solitamente viene associato ai calciatori ed i loro stipendi miliardari o anche, agli stadi imponenti di tutto il mondo.
Ma in tanti luoghi del globo, in cui la povertà regna sovrana, questo sport per migliaia di bambini e ragazzi è un modo per evadere dalle preoccupazioni che tormentano le loro famiglie, che non sanno come poter dare ai propri figli una vita migliore.
Precisamente, vorrei andare a descrivere un luogo dove il calcio e la povertà delle persone si fonde creando un perfetto ed ideale connubio.
Il luogo del quale sto parlando sono le favelas, cioè le baraccopoli brasiliane, che fanno da sfondo ai rumori dei palloni, che sbattono nelle strade e generano quasi una musica cadenzata. Ho scelto questo luogo perché rappresenta un lato del calcio diverso, nel quale vi sono bambini e ragazzi, che sognano un giorno di arrivare nelle squadre europee e di conseguenza, aiutare le proprie famiglie ad uscire dalla povertà che li opprime.
Una caratteristica delle favelas sono i colori delle case, che quasi vanno a rappresentare un arcobaleno, dato che ognuna ha una tonalità diversa. I colori delle case sono diversi, ma ciò che vi è dentro no; pertanto in pochi metri quadrati abitano famiglie numerose, che non possiedono neanche i letti, ma bensì sono costrette a dormire per terra. I ragazzi, non vedono l’ora, di uscire da quei “ripostigli” per sfogarsi ed andare a giocare con gli amici, per strada o nei caratteristici campetti di cemento, con le porte spesso disegnate sui muri.
Per non parlare dei palloni, che nella gran parte dei casi sono quasi del tutto usurati ed il cuoio si stacca. Per loro questo è il paradiso, un trampolino di lancio verso il sogno, chiamato Europa.
I bambini, all’interno delle proprie favelas, vengono seguiti da un educatore e quando hanno l’opportunità di farsi vedere da qualche osservatore delle squadre di punta brasiliane, cercano di dare il meglio di loro, giocando con la ginga, cioè quella frenesia che li contraddistingue. Inoltre, la ginga non è soltanto uno stile di gioco, ma per loro è tutto, è la radice che li tiene incollati a questi territori. Letteralmente, con questo termine ci si riferisce ad un tipico passo della capoeira, un ballo brasiliano, che è noto per l’appunto per essere vivace e movimentato. Nelle favela, tra i tanti bambini c’è chi è diventato un campione ed ora la sua infanzia tra la povertà viene quasi dimenticata e messa in secondo piano. I calciatori, che hanno avuto un passato in questi luoghi sono vari, ma i più conosciuti sono cinque:

  • Il primo è Marcos Evangelista de Moraes, noto con il soprannome di Cafu. Quest’ultimo è nato in una famiglia molto povera e da piccolo abitava nel poverissimo quartiere di San Paolo, squadra dalla quale sarà scoperto. Infine, avrà anche la possibilità di giocare in Italia, con le maglie di Roma e Milan, vincendo con esse vari trofei, oltre a quelli ottenuti con la nazionale brasiliana.
  • Ronaldo de Assis Moreira, conosciuto da tutti con il nome di Ronaldinho, è cresciuto nelle favelas di Porto Alegre. Nella sua carriera, ha praticamente vinto tutto, conquistando un mondiale con il Brasile e vari trofei con le maglie delle squadre nelle quale ha giocato, cioè Paris Saint Germain, Milan e Barcelona.
  • Adriano Leite Ribeiro, noto con il semplice nome di Adriano e conosciuto da tutti con il soprannome di Imperatore, è cresciuto nelle favelas in uno dei complessi più noti, ovvero quello di Marè. Nella sua radiosa carriera ha vestito le maglie in Italia di Inter, Roma e Fiorentina, vincendo numerosi trofei sia in Italia, che con la nazionale brasiliana.
  • Romario de Souza Faria è cresciuto nelle favelas di Jacarè, nella zona settentrionale della città brasiliana di Rio De Janeiro. Nella sua carriera, ha vestito decine di maglie di squadre europee, tra le quali di Psv e Barcelona; ma soprattutto quella della nazionale brasiliana, con la quale ha trionfato nel Mondiale del 1994.
  • L’ultimo che vi racconto è Ronaldo, conosciuto con il soprannome de “Il fenomeno”. Quest’ultimo è cresciuto nel complesso di favelas di Bento Ribeiro, uno dei più poveri quartieri di Rio de Janeiro ed in generale del Brasile. Nella sua splendida carriera, ha giocato per Inter, Real Madrid e Barcelona, vincendo decine di trofei sia con i club, che con la nazionale.

Questi nomi, che ho citato qui sopra sono state delle istituzioni del nostro calcio, che hanno portato il calcio brasiliano in Europa, contaminandolo positivamente. Quindi, speriamo che tanti altri ragazzi, che ora vivono nella povertà assoluta possano realizzare i propri sogni e continuare ad impreziosire il nostro calcio, con giocate degne di nota.