Ognuno di noi, sin dalla nascita, è portato per qualcosa. Alcuni sono predisposti per la musica o per la scienza, ma un ragazzino di Piacenza lo era per il calcio, quest'ultimo si chiamava Filippo Inzaghi. Nacque il 9 agosto 1973 e la passione per questo sport gli è stata sin da subito trasmessa dalla famiglia.
Il primo vero contatto con il calcio avvenne all'età di 10 anni, quando in compagnia del padre, che era un fedele sostenitore del Milan, si recó al Meazza per assistere alla disputa di una gara valevole per il Mundialito per club. Durante questi anni giocava nel San Nicolò, fino a quando venne scoperto dagli osservatori per l'appunto del Piacenza, che all'età di 12 anni lo prelevarono. Filippo, nella sua Piacenza, passerà l'intera adolescenza, facendo la differenza nel settore giovanile. Ciò gli permise di debuttare tra i professionisti, appena maggiorenne, durante una gara valida per la Coppa Italia contro il Modena. Lo stesso anno debutta in Serie B, senza lasciare il segno. Infatti, gli anni successivi saranno costellati da vari prestiti: il primo al Leffe in Serie C1, squadra con la quale metterà a referto ben 13 reti ed il secondo al Verona in Serie B, con il quale totalizzerà le stesse reti dell'anno precedente, ovvero 13. L'anno successivo torna nella squadra della sua città natale, il Piacenza e grazie ai suoi gol permette la promozione. Ciò porta al trasferimento al Parma, che investe molto su di lui, anche se in un anno andrà a segno solo due volte.
Sebbene ciò, l'estate seguente è di nuovo al centro del mercato e viene prelevato dall'Atalanta, dove in una sola stagione farà ben 24 gol, che gli comporteranno la vittoria del titolo di capocannoniere. Oltre a ciò debutterà anche in nazionale Under 21, dove si metterà in risalto nei due anni seguenti. L'esperienza a Bergamo durerà solo un anno, ma sarà un trampolino di lancio nel calcio che conta, infatti nell'estate 1997, sarà promesso sposo della Juventus, squadra nella quale farà coppia con Del Piero e riuscirá a segnare la bellezza di 27 gol. In bianconero rimarrà fino al 2001, mettendo a segno 30 reti e vincendo un campionato nei tre anni seguenti, ovvero dal 1998 al 2001. Il passaggio allo Juventus avverrà in contemporanea a quello con la Nazionale maggiore, debuttando l'8 giugno del 1997 in occasione di un amichevole contro il Brasile.
Proprio nell'estate di quest'ultimo anno passerà al Milan, dove diventerà un icona della squadra rossonera. Infatti, con i rossoneri dal 2001 al 2012, vincerà due Champions League, due campionati e una Coppa Italia. Inoltre, segnerà 73 gol in 202 presenze. Oltre ai trofei col club, vincerà il Mondiale del 2006 con la Nazionale, mettendo a referto una rete agli ottavi contro la Repubblica Ceca. Nel 2012, appenderà le scarpette al chiodo, ponendo così fine ad una carriera da calciatore gloriosa e memorabile e soprattutto ricordata per le qualità del giocatore, che era abile sia nella velocità che nella finalizzazione.
Sebbene ciò, le strade tra il calcio e Filippo Inzaghi non potevano separarsi. Infatti, inizierà una carriera da allenatore, proprio dal Milan, che gli offre la possibilità di allenare gli Allievi Nazionali dei rossoneri. Contemporaneamente pero, Inzaghi inizia il corso a Coverciano, per ottenere il patentino da allenatore professionista. Dopo aver ottenuto quest'ultima carica, allena la Primavera sempre dei rossoneri, fino ad arrivare a guidare la prima squadra nella stagione 2014-2015. Quest'ultima parentesi col Milan in Serie A sarà piuttosto deludente dato che l'allenatore lombardo otterrà solo la decima posizione, che gli costerà l'esonero nell'estate seguente. Inzaghi avrá, in seguito, un anno sabbatico, per poi tornare ad allenare nell'estate 2016 il Venezia, in Serie C. Con la squadra veneta vincerà il campionato e l'anno successivo raggiungerà i playoff in Serie B. Secondo molti addetti ai lavori, è già pronto per allenare una squadra di Serie A e l'anno successivo viene ingaggiato alla guida del Bologna anche se questa parentesi non soddisferà le attese, dato che venne esonerato alla fine del girone d'andata, a seguito di una brutta sconfitta contro il Frosinone. Inzaghi non si arrende e durante l'estate del 2019, passa alla guida del Benevento, squadra che aveva importanti ambizioni. Secondo alcuni opinionisti, Inzaghi non sarebbe stato l'allenatore giusto, ma ciò viene subito smentito, dato che sin dalle prime giornate la formazione campana si dimostra invincibile, vincendo in qualsiasi campo del campionato cadetto. Tutte queste vittorie, comprese anche quelle dopo il lockdown hanno portato alla promozione dei giallorossi, che è avvenuta ufficialmente proprio ieri sera grazie alla vittoria di misura ai danni della Juve Stabia.

Con questo vorrei concludere il racconto della carriera di un uomo, che ha saputo trasmettere la sua forza e la sua passione per il calcio ai suoi ragazzi. Inoltre, penso che la carriera di Inzaghi si possa riassumere in una citazione dello scrittore statunitense Ernest Hemingway: "Il suo talento era naturale come il disegno tracciato dalla polvere sulle ali di una farfalla".