Oggi ho il piacere di raccontare un calciatore, che sarebbe potuto diventare un possibile talento, avrebbe potuto vincere qualche trofeo, ma si sa il calcio, a volte, riserva delle brutte sorprese e Giuseppe Rossi lo sa.
La sua carriera è stata frastagliata, scandita da infortuni gravi, che però non lo hanno mai fatto arrendere, ma bensì rialzare più forte di prima.
Giuseppe Rossi è un calciatore italiano, conosciuto con il soprannome di Pepito, nato il 1 febbraio 1987 negli Stati Uniti, precisamente nel New Jersey, a Clifton, una piccola cittadina nel centro dello stato americano. Sin dall'infanzia vissuta nell'oltreoceano ha avuto contatto con il mondo del calcio, dato che il padre Fernando era un allenatore, oltre che insegnante di spagnolo ed italiano. Inoltre, anche la madre era all'interno del settore scolastico e si occupava dell'insegnamento delle lingue.
Proprio durante l'inizio dell'adolescenza, all'età di 12 anni, nel 2000, insieme al padre si trasferirà a Parma, per sfruttare le possibilità di giocare nelle giovanili dei ducali. Sembra un predestinato per questo sport, infatti quattro anni dopo, nel 2004, lo acquista il Manchester United. Questo trasferimento gli prospetta una carriera radiosa e piena di emozioni. Nella prima stagione nella squadra inglese non gioca tante partite, dato che debutta in coppa contro il Crystal Palace e poi, disputerà un'altra gara della stessa competizione.
Siamo agli albori della sua carriera, l'anno seguente segnerà all'età di 18 anni il suo primo gol in Premier League al Sunderland ed in seguito, rifilerà una doppietta in coppa nella schiacciante vittoria contro il Burton Albion. La carriera nei Red Devils non dura tanto, infatti viene ceduto in prestito nell'estate del 2006 al Newcastle United. La sua nuova esperienza nella squadra bianconera dura meno di sei mesi e non convince nessuno, dato che scenderà in campo in pochissime occasioni e non ha la possibilità di mettersi in luce. Questo sarà il primo momento nella sua carriera in cui, dovrà affrontare un ostacolo, cioè quello dello scarso impiego e della poca fiducia nelle sue qualità. Nel 2006, peraltro, esordisce con la Nazionale Under 21. In seguito, Pepito non demorde e nell'inverno del 2007, avrà la prima esperienza in Serie A, nella squadra con la quale aveva iniziato a giocare da ragazzo, ovvero il Parma, che lo preleva dal Manchester United in prestito secco per sei mesi. I ducali conoscevano le sue possibilità, che però in breve tempo saranno visibili a tutti anche a coloro, che non credevano in lui. Infatti, nel Parma, in un solo girone di ritorno all'età di 20 anni segnerà nove gol, aiutando la squadra a salvarsi.
Per coronare una parentesi eccellente in Italia segnerà anche un gol, cioè il primo con la Nazionale Under 21 durante l'Europeo In sei mesi la sua carriera è cambiata, da essere considerato un giovane ragazzo, che non ha niente di speciale diventà una promessa, alla quale nell'estate del 2008, decine di squadre europee faranno di tutto per aggiudicarselo. Tra queste, avrà la meglio il Villareal, che lo strapperà alla concorrenza prelevandolo dal Manchester United per 11 milioni. La nuova esperienza in Spagna, parte col botto siglando vari gol, tra i quali una doppietta. Nell'ottobre del 2008, ha anche la fortuna di debuttare in Nazionale durante le qualificazioni al Mondiale del 2010, che si sarebbe tenuto in Sudafrica. 
La sua notorietà aumenta, ma arriverà la prima bastonata, il primo accenno del calvario che dovrà patire.
Ebbene sì, il 4 novembre 2008, in una gara di campionato contro l'Atletico Madrid, dove peraltro aveva segnato un gol, subirà la rottura del menisco e lo stiramento del crociato del ginocchio destro. Questo infortunio non lo mette affatto in ginocchio, dato che si rialza più forte di prima, segnando 11 gol in campionato con la maglia del Villareal, rivelandosi fondamentale nell'inaspettato e storico piazzamento della squadra al secondo posto, che vuole dire Champions League. Inoltre, in occasione della Confederations Cup del 2009, farà una doppietta agli Stati Uniti con la Nazionale. La stagione successiva sarà una conferma del suo talento, segnando 12 gol ed ottenendo con la squadra il quinto posto, che vale una qualificazione all'Europa League. Salirà in cattedra, quando nella stagione del 2010-11 metterà a segno 32 gol complessivi, diventando così il miglior marcatore della storia del Villareal. Inoltre, nello stesso anno, viene proclamato come capocannoniere dell'Europa League, grazie alle 11 gol nella competizione, che aiuteranno, peraltro, anche il Villareal a raggiungere le semifinali, dalle quali saranno battuti dal Porto.
L'esperienza in Spagna continua, è considerato un vero e proprio idolo e beniamino dei tifosi, ma la stagione successiva, il 26 ottobre 2011, durante una gara al Bernabeu, andrà in scena il secondo episodio del suo calvario, quando si procura la rottura del crociato, che lo terrà fuori dal campo per circa sei mesi.
Terminato questo periodo torna ad allenarsi, motivato più che mai, ma la sfortuna ci vede bene su di lui e gli procurerà una nuova rottura del crociato, nella stessa gamba precedentemente operata, ovvero quella destra. Questa nuovo infortunio lo terrà fuori per altri sei mesi, nei quali il Villareal retrocederà nella seconda divisione spagnola, sottolineando l'importanza dello sfortunato Pepito per la squadra.
Questa seconda rottura non influenzerà la scelta della Fiorentina, che nell'inverno del 2013, lo acquisterà per una cifra complessiva di 16 milioni, mettendo in preventivo che fosse infortunato e quindi, il ritorno in campo sarebbe stato un'incognita. Il ritorno in campo, arriverà il 19 maggio 2013, nella vittoria viola contro il Pescara. La stagione finisce, ma Rossi è pronto per la seguente e vuole lasciarsi alle spalle i tre infortuni, che lo hanno afflitto in passato.
La stagione seguente sforna gol in successione: alla prima di campionato contro il Catania, una doppietta con il Genoa ed in tante altre occasioni. Tra tutti questi eventi spicca quello del 20 ottobre 2013, quando sigla una storica tripletta contro i rivali della Juventus entrando negli annali della Fiorentina. Segna senza sosta, ma per l'ennesima volta la sfortuna cade su di lui e si reinfoortuna il 5 maggio 2014 al ginocchio a causa di un fallo di Rinaudo, difensore del Livorno. Dopo quattro mesi, ritorna sul terreno di gioco e conclude la stagione con 17 gol a referto.
La successiva stagione continua il calvario, dato che a causa prima di una contrattura muscolare e poi, di un intervento al ginocchio destro sarà costretto a rimanere ai box per l'intera stagione. Nell'inverno 2015, dopo aver subito decine di sfortune che gli hanno compromesso e rovinato la carriera, viene ceduto dal club viola al Levante, in Spagna, dove segna 5 gol, ma comunque sarà protagonista della retrocessione della squadra.
Al termine del prestito viene nuovamente ceduto con la stessa formula, sempre in Spagna nel Celta Vigo, squadra con la quale subirà un nuovo infortunio al ginocchio, che però ancora non lo mette definitivamente in ginocchio. Infatti, ha ancora la forza di rialzarsi e vedere la vita con il sorriso; nell'estate del 2017 rimane svincolato. Il Genoa lo acquisterà a dicembre e per ironia della sorte, a maggio segnerà proprio alla sua Fiorentina. Il 25 maggio 2018 viene clamorosamente trovato positivo alla dorzolamide, durante il test antidoping. Sarà costretto a rimanere lontano dal calcio per un anno e rimarrà in seguito svincolato per 18 mesi, fino a quando, recentemente nel 2020 è passato al Real Salt Lake, squadra militante in MLS, massimo campionato americano.

Ho deciso di raccontare la storia di questo atleta, perchè a me personalmente, da tifoso della Fiorentina, mi ha fatto vivere emozioni indescrivibili e spero, che quest'articolo che ho scritto possa essere d'aiuto a tanti ragazzi o atleti, che sono vittime di infortuni e non trovano più gli stimoli per continuare lo sport che praticano. Infine, l'esempio di Rossi andrebbe applicato anche nella vita quotidiana, soprattutto in questo periodo, che probabilmente affligge molti imprenditori, che devono trovare il coraggio e la positività per rialzarsi.
Un saluto e Buona Pasqua, anche se in ritardo, da Didi95.