Cos’è l’amicizia? Una domanda, che sembra del tutto banale, ma nasconde in se stessa migliaia di significati ed interpretazioni. Il dizionario la identifica come il reciproco affetto, costante e operoso, tra persona e persona, nato da una scelta che tiene conto della conformità dei voleri o dei caratteri. Le amicizie più classiche sono tra due persone, che si conoscono sin da piccoli ed hanno condiviso sin dall’infanzia emozioni ed esperienze. Non è facile definire una persona come un amico, perché quest’ultimo è colui che non ti volta mai le spalle, ma bensì te le fortifica e può essere un fondamentale aiuto o punto di riferimento.

I calciatori spesso hanno una vita riservata e la possibilità che abbiano rapporti con persone esterne al nucleo societario è molto difficile, ancora di più se si tratta di bambini. Solitamente, quest’ultimi sono coloro che hanno i calciatori come idoli e sognerebbero di salutarli o di ricevere da loro un semplice cinque, che li farebbe esaltare ed emozionare.
Tra tutti questi bambini, ce ne è uno, che sfortunatamente, a livello di salute, è stato meno fortunato degli altri, ma ha stretto un’amicizia con un calciatore, un legame affettivo, che non si è limitato ad un normale saluto, ma si è trattato di un rapporto, che ha segnato migliaia di appassionati. Probabilmente, molti di voi, avranno già capito di chi sto parlando, ovvero: il calciatore inglese Jermain Defoe ed il bambino Bradley Lowery, che era affetto da una malattia tumorale sin dalla tenera età.

Quest’amicizia non è nata nei social network, come spesso accade in questi periodi, ma bensì durante una raccolta fondi a favore della cura di un ignoto neuroblastoma, che per l’appunto aveva colpito il piccolo Bradley. Questo emozionante rapporto nacque in una soleggiata giornata di settembre del 2016, a Sunderland, nel nord del Regno Unito; squadra nella quale giocava Defoe e siglava decine di gol. Quel legame si fortificò con il tempo e raggiunse un momento importante quando Bradley entrò per mano con Defoe in occasione della gara di campionato tra Sunderland ed Everton e tutto lo stadio gridava il suo nome.
Il ricavato di quella partita venne interamente devoluto all’associazione della famiglia di Bradley ed alla fine della partita, il piccolo commentò con emozione e spensieratezza quell’evento definendolo un’inaspettata emozione. Molti, probabilmente pensano che quell’amicizia sia finita lì, ma anzi i due grandissimi amici si rividero spesso, ogni volta che Bradley stava bene e la malattia non lo spossava, scendeva sempre in campo con quel calciatore che si dimostrava un campione fuori, ma ha rivelato di esserlo anche dentro, cioè Jermain Defoe. Il piccolo Bradley era capace di unire intere tifoserie e far sciogliere i cuori dei calciatori, che si rivelano più seri e duri, come il bomber Diego Costa. Pensate, che il dicembre 2016, Bradley segnò un gol durante il riscaldamento della partita contro il Chelsea e venne eletto come il migliore del mese.

Defoe, ogni volta, che aveva del tempo libero si recava dal suo piccolo amico, che era costretto continuamente a fare qua e là dalla sua abitazione all’ospedale. I loro incontri, come testimoniano varie foto erano fatti di racconti, abbracci e confidenze, che solo due veri amici sono in grado di fare. Questi commoventi incontri, sfortunatamente, non dureranno molto, perché il 7 luglio 2017, nella sua casa a Blackhall Colliery, nel nord est del Regno Unito, quella brutta e maligna malattia lo vinse e questa notizia fece piangere l’intero mondo, che tuttora lo ricorda col suo spensierato sorriso, che correva nel manto verde dello stadio.
Questa è stata e rimane una pugnalata al cuore per la famiglia, ma anche a quello di Defoe, che non lo ha mai dimenticato e mai lo dimenticherà. Infatti, l’attaccante inglese poco dopo il decesso del piccolo, rilascerà queste parole, che sono impresse e tatuate nella mente degli sportivi: “Era il mio migliore amico. Lui era genuino. Amava il calcio. Lui mi amava e io l'amavo. Non c'era niente che potessi dargli se non la mia amicizia”. Defoe, continua tuttora, a scendere in campo durante le partite con il piccolo Bradley, perché è rimasto tatuato nel braccio destro di Defoe.

Questa storia commovente, continua quando recentemente, nell’inverno del 2019, Jermain Defoe, passa ai Rangers, squadra militante nel massimo campionato scozzese e tifata dal piccolo Bradley e dalla sua famiglia. Infatti, quando ad inizio luglio, in occasione di un’amichevole tra Rangers ed Oxford, quando Defoe siglò un gol, lo dedicò immediatamente a quel piccolo bambino, che probabilmente, in quel momento sorrise ed esultò, per il gol del suo eterno ed inseparabile amico.

In conclusione, mi permetto di definire questa storia come uno dei grandi simboli del calcio, uno sport, che viene spesso conosciuto per i campioni ed i loro stipendi milionari, ma che non viene associato ai momenti importanti, come quest’amicizia, per la quale sarebbe possibile scrivere un libro.
Infine, penso sia giusto ricordare questo bambino, che ci ha per sempre segnato e colgo l’occasione per salutarlo, ovunque lui sia.