In questi giorni non belli è all’ordine del giorno vedere Gattuso impallinato sui social, molto meno sui media, come causa del probabile, ennesimo anno passato a leccarsi le ferite e a pensare, forse, se sarà possibile la prossima stagione riaffacciarsi alla Champions dopo troppi anni di assenza. 

Spesso ho condiviso le lacune del mister che, se nei periodi delle grandi assenze era riuscito a portare punti nel carniere, oggi sta osservando con  malcelata impotenza il Milan uscire dalla zona Champions: in molte occasioni anche per errori madornali commessi da lui, ma non certo solo per questo.

Altresi’ si sente spesso dire che gli 11 dell’Atalanta che esprime, lei sì, un piglio rabbioso, non sono superiori ai nostri: falso anche questo. Falso perché noi abbiamo tra le nostre fila gente come Rodriguez, Calhanoglu, Suso, Borini che non hanno ne’ le caratteristiche dei combattenti, ne’ doti tecniche utili al salto di qualità. Se a questi aggiungiamo Biglia, un Calabria tutto da rivedere, Conti irriconoscibile dopo l’infortunio, Castillejo e Laxalt acquisti da incubo (che novità!), sarà facile capire perché al quarto posto ci siamo solo per demeriti altrui e ci rimarremo fino al prossimo turno.

Il Milan degli ultimi otto anni, con l’eccezione di Romagnoli, Piatek e Paquetá (arrivati agli esami di riparazione quattro mesi fa), ha inanellato un plotone di acquisti ne’ carne, ne’ pesce con l’aggravante di essere mal allenati. Se gli altri prendono il gladiatore Zapata in attacco e noi due ballerine come Kalinic e Andre Silva, anche ammesso che tutti e tre si equivalgano tecnicamente, Zapata farà sempre la differenza. E questo discorso vale a centrocampo (pensiamo all’horror Bertolacci: 20 milioni a firma del genio Galliani).

Se per anni, incluso questo, si riempie la rosa di ciò che di più lontano esiste da un giocatore moderno, è abbastanza normale che a Pasqua volino gli insulti perché non si centra la Champions.

Eppure non ho visto una riga sui social che punti il dito su Ponzio Elliott, anzi! “Grandissimo fondo, pietra miliare della resurrezione, sanno perfettamente cosa fare, eccetera”.

Non dubito che tutto questo sia vero ma i fatti ad oggi parlano una lingua diversa: il Milan difficilmente entrerà in Champions nonostante 150 milioni spesi, il ricorso al Tar ad oggi è lettera morta, l’Uefa ha aggiunto una seconda segnalazione a quella già esistente, con Higuain si è sfiorato il ridicolo, il Milan continua a giocare da schifo come l’anno scorso, due anni fa, e come sotto la guida di Brocchi.

Pero’ sono sereno: siamo in buone mani!