Citando Giulio Cesare con la sua celebre frase, detta prima di attraversare il fiume Rubicone e quindi disobbedendo ad un preciso ordine del Senato Romano : "il dado è tratto". Dodici squadre di calcio europee, fra le più conosciute e vincenti, hanno annunciato di voler organizzare una Super Lega chiusa. Venti formazioni che grazie alla loro storia, ai tifosi, alla notorietà dei calciatori, del brand e dell'immenso seguito mondiale, possa garantire un gettito economico, ben superiore all'attuale e ugualmente trainante per tutto il movimento del pallone. Come già scritto, evito, in questo momento, di esprimere un mio giudizio cercando solo di commentare e tentare di capire quale possa essere lo scenario, a breve e lungo tempo.                    
Che la notizia abbia avuto una risonanza mondiale, mi sembra più che evidente. Siamo solo alle scaramucce iniziali. Basta leggere il comunicato stampa diramato da Ivan Gazidis per conto del Milan, per comprendere quante pressioni, interne ed esterne, o la diplomazia, siano già al lavoro per trovare soluzioni alternative, che poi equivale a dire SOLDI, possibilmente rallentando una scissione che, volenti o nolenti, sembra obbligatoriamente necessaria. Questo passaggio: "I club non vedono l’ora di tenere discussioni con la FIFA e la UEFA e tutte le altre istituzioni calcistiche per lavorare insieme in partnership per fornire una struttura che sarà vantaggiosa per il calcio nel suo insieme", è l'evidente desiderio di evitare scontri irreparabili.

E' anche innegabile che, guardando indietro, si vedono solo sbagli e sprechi, con l'UEFA fin troppo sorda a tutte le lamentele e le richieste che i TOP club calcistici, quelli che garantiscono con i loro investimenti, Campioni e spettacolo, si sono visti regolarmente respingere. Anche levare la Coppa delle Coppe, che premiava le vincitrici delle Coppe Nazionali, lascia spazio a molte critiche, oltretutto svilendo una competizione che ha perso moltissimo del suo interesse e mai si è pensato di assegnare alla vincente un pass per la Champions. 
Il "sogno" di un Campionato Europeo, con le formazioni più forti e seguite, non lo scopriamo certo oggi. Berlusconi ad esempio pensava di fare due squadre, una per il campionato e l'altra per la Champions e Sacchi, che oggi si dichiara contrario, probabilmente ha vuoti di memoria perchè faceva da eco al Presidentissimo. 

La cosa importante è salvaguardare i Campionati Nazionali, organizzando una manifestazione che, sacrificando formazioni meno importanti, possa garantire talmente tanto interesse da valutare la scelta più che logica. Si dibatte tanto di meritocrazia, ma se ad esempio alla Super Lega partecipassero le 15 squadre ad "invito", oltre alle prime quattro della "Nuova Champions" e la prima della confermata "Europa League", ecco che molte lamentele verrebbero smorzate. Senza Juventus, Inter e Milan, qualificando le prime tre migliori piazzate e due squadre, per partecipare all'Europa League, mi sembra che, almeno per l'Italia si sarebbe rappresentati più di oggi. 

Sicuramente il Covid ha aggravato la situazione economica di tutte le squadre che, a fronte di ingaggi molto impegnativi, hanno visto una netta riduzione di tutte le entrate, ma non possiamo trascurare ne le pessime gestioni di troppe Società, ne che gli investimonti di pochi sono stati trainanti per tutti, ma rimborsati al pari, o quasi, di chi investiva molto meno. Che CR7 sia in Italia, piace a tutti, garantisce contratti televisi e seguito, ma poi a pagarlo è la Juventus e magari, in molti, sperano anche che possa fallire, discorso che vale per ogni squadra che si affida a campioni affermati e costosi.

Come vedete non è una scelta facile, PSG e Bayern Monaco è stata, fino ad oggi, la partita più bella dell'edizione di quest'anno della Champions. Si è dovuti arrivare ad un quarto di finale, dopo moltissime partite, tanto inutili quanto brutte. Certo per "Noi tifosi" che viviamo di emozioni, che quei 90 minuti, sono sacri e pieni di significati, la Super Lega è ogni partita. Noi non facciamo differenza tra Real Madrid o Entella. Lo stadio è passione, non un salotto, la televisione, una limitazione, non certo la soluzione. Ma il "nostro calcio", già da molto tempo ci ha relegato all'angolo. Siamo come gli Indiani Americani, prima in lotta fra noi, poi alleati contro le "giacche blu", poi chiusi nelle riserve ed infine esibiti come trofei da baracconi. 

Il business si è impossessato del nostro gioco, quello che si praticava per strada o sulle spiagge, mentre oggi si guarda sul telefonino, si gioca a mezzogiorno per essere visti in Asia e novanta minuti di partita, sono anche troppi............. Con questi presupposti, forse la Super Lega sarebbe il minore dei mali.