Aspettando a lungo che sorgesse il sole noi tifosi milanisti abbiamo dovuto passare tanti brutti periodi, ma comunque (almeno i veri cuori rossoneri) sono rimasti attaccati alla loro fede, a quei colori e a al sangue che scorre nelle loro vene. Certo ci siamo arrabbiati, ci siamo incazzati, abbiamo imprecato e abbiamo criticato sia i giocatori sia le due società che si sono succeduti dopo la vendita del caro Silvio; ma ripeto, siamo ancora qui. E finalmente in questi giorni di fine estate si sta respirando aria nuova, si stanno vedendo trattative alla quale non eravamo più abituati e soprattutto a Milanello si stanno rivedendo quei campioni che non si vedevano più. Infatti purtroppo negli ultimi anni molti giocatori preferivano scartare la squadra e andare altrove poiché non si vedeva più un progetto serio e ambizioso e perché gli anni di quel Milan potente e faraonico che per anni ha dominato in Italia, in Europa e nel mondo sembrava non esistere più. Come detto poc’anzi tutto è cambiato all’improvviso. Se si pensa a Tonali, a Diaz e al rinnovo di Ibra una parola mi viene in mente: "FREEDOM" - traduzione letterale: libertà.

Ma ciò che significa? Se si fa un ragionamento equo non è difficile rispondere. In questi ultimi due anni quando vi sono state possibili trattative o papabili colpi di mercato c'è sempre stata una figura ingombrante che spesso le ha bloccate tutte o quasi o che faceva virare su altri giocatori; insomma che il più delle volte dominava la scena. Ebbene si. Si sta parlando proprio del signor Ivan Gazidis
, sempre pronto ad andare controcorrente, a mettere i puntini sulle i e purtroppo responsabile dell'addio del nostro caro amato Zorro Boban. Però improvvisamente è come se lo squalo ci avesse liberato dei suoi continui sbattimenti, per fortuna aggiungerei. E finalmente ecco che ha potuto e può operare un altro uomo amato e acclamato da tutto il popolo milanista, ossia Paolo Maldini; egli sta conducendo operazioni di mercato magnifiche, degne di colui che rappresenta il migliore dei dirigenti in Italia del momento. Certo in un percorso gli errori sono normali - vedi Giampaolo - ma chissà quanto budget Paolino aveva a disposizione e chissà cosa c'era sotto.

Di certo la squadra non è ancora completa e penso inoltre che per la Champions manchi ancora qualcosina: un degno terzino destro; un altro centrocampista (speriamo sia il signor Bakayoko); un esterno destro; infatti, per quanto mi riguarda, Castillejo non mi convince. Sento parlare di Chiesa, ma a quel prezzo prenderei di certo Szoboszlai (costa meno, ricopre più ruoli e mi sembra molto più promettente). Inoltre per quanto concerne la retroguardia ho scordato di invocare un altro difensore che possa chiudere ermeticamente ancora di più la cerniera rossonera; Kjaer e Romagnoli da soli non bastano. Se si risparmiasse su Chiesa, perché non puntare tutto su Milenkovic? In ultimo ma non meno importante, ci vuole un vice Ibra; infatti sarebbe sbagliato dare tutto il peso dell'attacco (si parla del ruolo di prima punta) al solo Zlatan, sia perché ha 39 anni, sia perché un uomo da solo non basta. Arrivati a metà stagione sarebbe già esausto! E non venitemi a dire che Leao e Rebic possono sostituirlo in sua assenza; non è il loro ruolo e quando hanno giocato in quella posizione non hanno ben figurato. Inoltre se loro sostituiscono a loro volta devono essere sostituiti. È anche giusto ricordare che non sempre si può rimediare agli errori iniziali. Per caso il filotto di vittorie di quest'anno (post-Covid) è servito a raggiungere un piazzamento in Champions? Nemmeno per idea; eravamo lontani anni luce.

Arrivati a questo punto una domanda mi sorge spontanea: ma come mai la maglia numero nove è rimasta libera? Sembrava ormai già deciso che Zlatan avrebbe indossato la maglia numero 9; infatti a ciò aveva dato la sua benedizione anche un certo Pippo Inzaghi; ma ecco che improvvisamente il leone di Malmoe ha optato per la numero 11. Nessuno trova strano questo cambio di scelta? Non credo proprio che Zlatan si sia fatto intimorire dalla maledizione della maglia numero nove; infatti il peso di tale maglia rossonera, da Inzaghi in poi, ha schiacciato tantissimi attaccanti (9) approdati al Milan. Un affamato di sete e di successi, oltre che di gol e vittorie, come lo svedese non l'avrebbe mai lasciata libera. In un'estate che sta regalando tante emozioni e colpi di scena, sia per gli acquisti che per le possibili trattative, sognare non costa nulla. Già in passato ho scritto che a parer mio dietro a tutti questi cambi di strategie, c'è lo zampino di un possibile cambio di proprietà; ma ovviamente non avendo la sfera di cristallo non posso dirlo con certezza.

Sicuramente dopo la costruzione di una buona rosa la società è pronta a regalarci un bel colpo di scena, un bomber che manca in quel di Milanello proprio dai tempi dell’arrivo di Zlatan; ma non si parla del 2019, ma bensì del 2010. Ibrahimovic di certo non avrà paura di perdere il suo posto; lui come tutti vogliono giocare la competizione più importante e prestigiosa d’Europa; è anche giusto giocando tre competizioni che vi sia un adeguato turnover. Inoltre come visto in passato tanti campioni e tante punte possono coesistere insieme. Ricordo un anno che i quattro attaccanti milanisti erano Sheva; Inzaghi; Crespo e Tomasson. Mica male! Qualcuno ricorda l'anno? Quindi chi sarà (se ci sarà) quell’agognato giocatore che vestirà codesta maglia? Chi sarà il regalo della società? Chi sconfiggerà una volta per tutte quella finta maledizione iniziata con l'addio al calcio di PippoMio?

Sotto questo silenzio assordante si nasconde quell’acquisto che non ti aspetti, una di quelle sorprese che solo Berlusca sapeva fare - chi si ricorda quando di notte andò ad acquistare Rui Costa? - Bei tempi. Ed ora? Si aspettano pronostici e tentativi. Io dico che l’attaccante che vestirà la maglia numero 9 del Milan sarà colui che quando arriverà un cross in area lui anticiperà tutti i difensori di testa e segnerà, colui pronto a scattare sul filo del fuorigioco, quel bomber che garantirà almeno 20 gol a stagione. Lui è…