Salve;
l’articolo di stamane non parlerà solamente di calcio o di sport, ma andrà ad abbracciare tantissime e diversissime tematiche che però in un modo o nell’altro andranno ad intersecarsi, per poi essere riassunte in un banalissimo e medesimo contesto.
Due pesi e due misure è un titolo che potrebbe raccontare poco, ma è anche un titolo che può riferirsi a tantissimi episodi.
Sin dalla nascita purtroppo ogni essere vivente è accompagnato da questa croce, che può andare ad avere ripercussioni sia negative, ma anche positive.
Lui è figlio di… è qui che comincia il tutto.

Materne
Fernando
(Segreteria): in quest’istituto resta un posto e Tizio ha già effettuato l’iscrizione.
Mariella (Dirigente): Occhio che Sempronio oggi farà domanda, quindi rispondi a Tizio che dovrà rivolgersi all’altro istituto.
Alle elementari e alle medie si vivranno le medesime situazioni e ciò non significa che non si deciderà mai equamente; ma significa bensì che il più delle volte…
Però si cresce e le cose potrebbero andare meglio, ma anche peggio ovviamente.

Superiori: liceo classico.
Professoressa Fiori: oggi farete una versione di greco e poi vi valuterò tutti.
Quasimodo consegna in bianco; invece Luigi fa tutta la versione. Arrivano i voti. Quasimodo: 2.
Luigi: 2. Pesi uguali? Niente affatto.
Professoressa Muscas: Non pensi che in tal modo magari Luigi potrebbe prendersela e abbandonare gli studi?
Professoressa Fiori: E anche se fosse? Tanto Luigi è figlio di agricoltori; è vestito con indumenti economici; che futuro pensi possa avere?
Ma la vita continua.
Luigi abbandona il liceo; però a differenza di ciò che potesse immaginare la professoressa di greco, Luigi si iscrive in una scuola alberghiera. Luigi si diploma; lavora nel settore della ristorazione e all’età di 24 anni decide di rimettersi in gioco e così si iscrive all’università, nella facoltà di Scienze Politiche.
Tanti pensano; che ridere, si è iscritto all’università; cosa potrà mai fare? È pazzo! Si è diplomato in una scuola alberghiera; è troppo grande per studiare, che ridere!
Luigi non ha tanti soldi poiché non proviene da una famiglia benestante, ma i suoi famigliari gli hanno sempre dato tutto l’amore ed il supporto, quindi è contento di avere l’occasione. Di potersi arrangiare comunque.
L’ormai nuovo studente dà gli esami; gestisce le suo borse di studio per cinque anni e mezzo; riesce a conquistare la laurea triennale addirittura prima di diversi compagni che aveva nella sua classe al liceo e solo due anni dopo prende la tanto agognata laurea specialistica.
Però la vita non è facile e anche da laureati IN ITALIA la meritocrazia non paga.
Appena laureato, l’ormai ex studente e nuovo dottore si trova senza soldi e così decide di partire per riprendere il suo vecchio mestiere: cameriere, bellissimo lavoro che adora, ma che per i suoi problemi dovuti a lombo sciatalgia e cose simili vuole in un certo senso abbandonare.

“Supermercato Speranza”: Toc toc; sono Luigi, ho 31 anni, posseggo sia laurea triennale che specialistica in Scienze Politiche ed inoltre ho diversa esperienza nel mondo della ristorazione. Ho anche avuto a che fare con i registri di cassa e con i Poin of Sale, visto che negli hotel oltre che ovviamente lavorare come cameriere e come barista, ovviamente facevo anche pagare i clienti. Vorrei crescere nella vostra azienda. Sono disposto a partire dal basso e sono disposto a iniziare come tirocinante nel settore vendite, quindi potrei tranquillamente fare il cassiere e sistemare gli scaffali.
Responsabile: Va bene, accettiamo.
Luigi se la cava egregiamente ed addirittura si occupa anche di dare disposizioni ai ragazzi presi con i voucher che vengono pagati 5 euro ad ora in più di lui.
Passati i sei mesi la società propone a Luigi il rinnovo del contratto da tirocinante, con stessa busta paga o meglio con gli stessi rimborsi; ma Luigi non riesce più a gestire le sue finanze. Infatti per arrotondare oltre alle 30 ore di tirocinio, Luigi lavorava anche come extra in un bar ed il fine settimana collaborava in un pub ed in un altro ristorante.
Al contempo, Caio, senza nessun titolo di studio (un titolo di studio non rende più intelligente ed efficiente una persona rispetto ad un’altra) e senza nessuna giornata lavorativa nella “ditta Speranza” viene assunto con un contratto a tempo indeterminato; infatti Caio era figlio di…
Luigi abbandona l’avventura nei supermercati e continua a lavorare per qualche mese come extra in un bar, in un pub e qualche domenica in un ristorante; ma il suo fisico non regge più e molla tutto sperando in qualche cambiamento.
Dopo qualche mese difficile, un ragazzo (Fernando) che aveva lavorato con Luigi, propone a quest’ultimo di collaborare con lui in un tabacchi. Luigi entusiasta accetta, ma vi è da dire che in precedenza Luigi si era anche immesso nelle graduatorie per poter insegnare, con il titolo di studio della scuola secondaria di secondo grado (diploma), ed attenzione non con la sua laurea, perché in Italia la laurea spesso…
Quindi nel tabacchi il nuovo assistente alla vendita lavora bene, impara il mestiere ed è felice, anche se un giorno riceve la chiamata di una scuola che gli offre un contratto di circa sette mesi. Ciò potrebbe essere il preludio verso la stabilità e potrebbe essere l’inizio di un’avventura che potrebbe immetterlo in una nuova realtà ed inoltre a Luigi non è mai stato chiesto, tu sei figlio di… finalmente. Finalmente, non nel senso che Luigi non sia contento dei suoi genitori, anzi, se non ha mai mollato ed è sempre andato contro le intemperie lo deve soprattutto a loro.
Quindi a malincuore quello che diventerà nuovo professore PRECARIO molla il tabacchino e comincia la sua nuova avventura da docente; ha anche conosciuto una ragazza; la frequenta e arriva a sposarsi con essa.

Questa storiella con un finale forse bello, chi lo sa, può insegnare qualcosa?
Insegnare è forse un parolone, perché la storia potrebbe anche non dare nessuna lezione di vita; ma mette in evidenza una situazione difficile che non solo Luigi ha vissuto, ma che purtroppo la maggior parte di persone vivono in Italia ogni giorno. Viene detto Italia, anche se per tanti è difficile ammetterlo, perché in questo paese più di altri il merito non viene premiato.
Purtroppo quello che in Sardegna viene chiamato “acozzo” nel Made in Italy, è più forte di qualsiasi altra cosa.
Per esempio un laureato è spesso mal visto, ed invece in un altro paese è addirittura aiutato a lanciarsi e a trovare la sua strada. In Italia non devi saper lavorare, ma devi essere figlio, parente o amico di…
Per carità non prendiamoci in giro; forse anche Luigi se avesse avuto il cosiddetto accozzo, sicuramente l’avrebbe sfruttato, ma il problema continua ad essere un altro, ossia che si continua a vivere in un sistema marcio, ma non si fa nulla per ricercare una soluzione.

Tale fenomeno è così isolato da non potersi ripercuotere anche nel mondo dello sport?

Purtroppo no. Troppi casi stanno arrivando ad intaccare interessi e passioni che dovrebbero portare all’inclusione, ma che invece con l’andare del tempo stanno portando a lotte e battaglie, solo verbali, per fortuna.
Prima del VAR, nel calcio per esempio, tanti rigori alle piccole squadre non venivano assegnati, ma alle grandi sì. Col VAR la situazione è migliorata, ma quanti episodi ancora stanno andando a distruggere armonia e gioia?
Si pensi anche alle questioni economiche: il fair play finanziario esiste solo per certi Paesi o addirittura per certe società? Perché il Milan qualche anno fa fu quasi costretto a non giocare l’Europa League ed invece il Paris Saint Germain ha sempre continuato a spendere? Dove si vuole arrivare? È bello il futuro che si sta costruendo?

Prima i giocatori si innamoravano di una maglia, piangevano per i loro gol; oggi i giocatori baciano tante maglie e si arrabbiano se non prendono economicamente più di…
Si sta rischiando di minare la bellezza del lavoro, dello sport, delle passioni e di tutti i contorni che possono abbracciare qualsiasi interesse e situazione, solamente perché in qualsiasi luogo in Italia si utilizzano due pesi e due misure.