Correva l'anno 2006, e mentre mezza Italia era al settimo cielo con il cuore colmo di gioia, per una coppa del mondo appena alzata al cielo da Fabio Cannavaro e per quello che si sapeva sarebbe successo da lì a poco, l'altra mezza, da una parte esultava ma dall'altra era molto preoccupata. Perché il vaso di Pandora del malaffare malcostume tipicamente italiano era appena stato scoperchiato sul calcio italiano.
Come sempre accade in tutti i casi italiani la soluzione popolare è sempre quella del capro espiatorio più consono al parere popolare, e così si è preso la sgualdrina (Juve) più bella, forte e senza rivali e la si è lapidata in piazza. Non importa se anche le altre avevano avuto gli stessi comportamenti, poco più, poco meno, ma le altre non erano lei punto. Di lei ne esisteva una solamente e dava fastidio, molto fastidio. Aveva sbagliato? Certamente si, era l'unica? Certamente no! Così avvenne la lapidazione in una giornata estiva afosa, ognuno lanciò la propria pietra con la convinzione che quella sgualdrina non avrebbe mai più dato fastidio, anzi non sarebbe sopravvissuta.
Invece, noi, l'abbiamo presa in braccio, non era morta, era messa male, quello sì, era sporca, ferita, derisa, offesa, ma non morta. L'abbiamo curata, inizialmente è stata curata come si poteva, l'abbiamo ripulita superficialmente, curato le ferite marginali, è stata tenuta un anno lontano dai salotti buoni che normalmente frequentava da protagonista.
È ripartita dalla provincia, lontano da sguardi indiscreti, ma ad ogni sua comparsa erano abbastanza chiare le espressioni sui volti delle altre. Sorrisetti, smorfie, ghigni e quel dire... "eccola la sgualdrina".
Ma la "sgualdrina" camminava sempre a testa, perché lei sapeva che sarebbe tornato il suo tempo, bastava avere pazienza.

Dopo un anno di cure è tornata a potersi presentare nuovamente nei salotti a lei consoni. Ma non poteva essere, ovviamente, ancora all'altezza delle pretendenti, non aveva abiti nuovi firmati, i capelli ancora in disordine, però la classe era sempre quella. Gli uomini che incontrava e le promettevano mari e monti, in realtà non erano loro alla sua altezza, e così passò da una relazione ad un'altra. La classe veniva dalla sua storia, e da quegli abiti e accessori di grande marca che era riuscita a tenere con sé, nonostante tutto.
Per i primi anni dopo il suo ritorno, fece molta fatica a farsi notare e farsi rispettare come un tempo, chi la guardava passare la vedeva sempre con disprezzo e poca fiducia, a volte veniva ancora schernita, e a volte toccava il fondo nel tentativo di risalire. Ma qualche anno dopo riuscì ad aprire le porte della sua nuova casa (lo Stadium) una casa unica in Italia, un punto di partenza che le altre non avevano.
Incontrò un uomo (Conte) che iniziò a lavorare con lei sull'orgoglio, sulla passione, sul farle fare sempre bella figura anche con abiti apparentemente da grandi magazzini, e così dopo il primo anno di matrimonio arrivò la gioia del primo inaspettato successo. Era tornata, la sgualdrina era nuovamente tornata una gran bella vecchia signora. Ora gli sguardi su di lei erano cambiati, ora erano sguardi di stupore, di incredulità di rivederla sul trono dove nessuno credeva potesse più salire, ma lei era là. Dopo tre anni di matrimonio, di duro e massacrante lavoro fisico e psicologico, però, quell'uomo la lasciò all'improvviso, sempre in una giornata estiva e afosa, lui le disse: "cara mi dispiace, ma ormai mi hai già dato tutto e io voglio andare a mangiare nei ristoranti lussuosi che tu non puoi permetterti, addio".

Nuovamente sola e abbandonata, trovò conforto in un altro uomo, completamente diverso, con una faccia scanzonata, un sorriso ironico, meno duro, che in silenzio, in punta di piedi, in faccia alle perplessità iniziali, la prese per mano e le disse: "un fare la bischera, fidati di me e andremo lontano, maremma ma'...la". Così fu, lei si fido' di quell'uomo venuto dal mare e continuò il suo percorso da star, e pochi mesi dopo lui la portò a banchettare nel ristorante più lussuoso di Berlino, ma c'era quella sera pure una spagnola a quel tavolo. Alla fine la spagnola, mangiò la pietanza più buona e prelibata, ma la signora di Torino tornò a casa con una nuova consapevolezza, lei c'era. Lei c'era stata nel ristorante lussuoso, in barba a chi credeva che non l'avrebbero fatta entrare. "Non ti preoccupare cara, le disse l'uomo del mare, stasera sei stata fantastica, torneremo ancora a mangiare in questi ristoranti, perché tu te li meriti". La vecchia signora, continuò lo shopping il suo restyling, aveva le possibilità di andarsi a vestire nuovamente nei negozi più importanti d'Europa, e così cambiò nuovamente pelle. Il matrimonio andava bene, in quel ristorante lussuoso ci sono tornati ancora una volta, dove invece qualcun altro non si era ancora visto, ma ancora una spagnola, non la stessa dell'altra volta, ma un'altra spagnola estremamente attraente e forte si prese il dolce finale. Stavolta l'amarezza era stata un più grande, tanto da far vacillare quel rapporto, ma poi si risaldo' e come nelle migliori famiglie, davanti ad una difficoltà sì trova la forza di andare avanti, quando gli altri avrebbero mollato.
Due anni dopo, però, si resero conto che forse era il momento di una separazione consensuale, più o meno, la famiglia di lei credeva che quell'uomo non potesse lui, stavolta, garantirgli di stare al ballo con le regine d'Europa e che per mangiare il dolce nel ristorante di lusso servisse qualcun altro. Le combinarono un matrimonio con un omone totalmente diverso da quello venuto dal mare. Rozzo, antiestetico, con i modi burberi. Però si diceva che quell'uomo sarebbe stato in grado di portarla all'ultima pietanza di un grande ristorante famoso.

Come andrà ancora non lo sappiamo, stanno insieme da quasi un anno e il rapporto sembra complicato, chi vivrà vedrà. La vecchia signora si riscopre un po' sgualdrina, nel senso che tutti vorrebbero fare di lei qualcosa di grande e di nuovo. Si trova costretta tra addii e abbandoni a passare da uno all'altro. Ma tutti questi uomini non hanno ancora capito che è lei a far grandi loro e non viceversa. Lei non sarà mai di nessuno di loro, lei sarà sempre e solamente per i loro figli, quei figli che sono sempre stati con lei e con lei sempre staranno. Quelli che l'hanno tirata su da terra e l'hanno accompagnata sempre.
Si difenderà sempre, esultera', piangera' lotterà, sempre a testa alta, sempre con classe, con qualsiasi uomo accanto, non importa chi, l'importante è che ci siamo sempre noi con lei.