Il malato immaginario continua il programma differenziato a causa di un fastidioso problema al ginocchio.
Addirittura si paventa la possibilità di un intervento per eliminare il dolore, resta da decidere solo quale ginocchio sano operare (figuriamoci..). Nel frattempo, fa specie che Icardi debba farsi refertare da uno specialista a Barcellona. In fondo, da noi, un certificato per stare a riposo non lo si nega a nessuno.

Eppure, anche senza studiare medicina, sarei pronto a scommettere su una cura estremamente efficace che, fin da subito, sarebbe capace di sconfiggere tutti i mali dell’argentino: la fatidica fascia da capitano.
E non ci vuole nemmeno il Dr. House per definirne il quadro clinico: Icardi sta alla fascia come Sansone ai capelli. La sua forza è venuta meno quando la società (ovvero Marotta, Spalletti e due croati) ha deciso per la degradazione.
Venuto a conoscenza del provvedimento, Icardi ha avvertito da subito vertigini e giramenti di testa, evidentemente dovuti alla scarsa attitudine dei suoi neuroni a sviluppare connessioni sinaptiche funzionali ad un ragionamento.
Tuttavia, nemmeno l’acceleratore di particelle del CERN avrebbe agevolato i neuroni a metabolizzare una decisione sacrosanta e, quanto mai, opportuna. È così che, dopo un processo mentale durato giusto un paio di secondi, la sensazione di malessere scende e avvolge dapprima il petto, spezzando il cuore di Mauro, poi si attesta sul fegato, evidentemente avvelenato da cotanta irriconoscienza. Un disturbo che, da lì a poco, interessa anche la parte gastrica, sfociando nel più classico dei mal di pancia.

Il giorno dopo il bomber argentino riunisce la moglie, i suoi familiari, il procuratore, i legali, lo staff social, consiglieri vari, e tutti insieme (cioè Icardi più Wanda) decidono che un malessere passeggero non può durare tutto il girone di ritorno. Di conseguenza è opportuno spostare il dolore di qualche decina di centimetri più in basso fino al ginocchio, allo scopo di protrarre la sceneggiata fino al mercato estivo. Da notare che, in questo speciale excursus da “esplorando il corpo umano”, dove si percorrono tutte le tappe dalla testa alle ginocchia, manchi un - seppur minimo - riferimento agli “attributi”, francamente l’unica parte anatomica in grado di risolvere, da sola, tutte le questioni di rispetto e leadership all’interno di un gruppo. Evidentemente, non proprio il punto di forza dell’uomo Icardi.

Nessuno, comunque, si azzardi a pensar male di tutta questa sporca faccenda, piuttosto la chiami per quella che è: un puerile capriccio. Non esente da colpe nemmeno la società, rea di aver privilegiato la fustigazione pubblica piuttosto che una destituzione all’interno dello spogliatoio. Talvolta, un confronto “rusticano” con gli accusatori (a torto o a ragione) tra quattro mura è più utile di decine di incontri con parti terze (Marotta). Resta il fatto che Icardi capitano, a suo dire, mai avrebbe abbandonato la nave, capace di solcare acque tempestose per la causa nerazzurra, perfino al cospetto una ciurma che rema contro. In ogni caso diciamolo subito, di epico all’Inter non si vede nulla dal lontano 2010, e nemmeno si chiede ad Icardi e i suoi chissà quale impresa. In virtù di una rosa (comunque) competitiva, si trattava solamente di riuscire a navigare (non solo sui social), cercando di arrivare più lontano possibile e, alle brutte, accontentarsi di approdare in zona Champions.
Tuttavia, l’ammutinamento di Icardi via terra rischia di far naufragare ancora una volta le ambizioni nerazzurre.
E mentre l’ex capitano accusa problemi non meglio specificati al ginocchio, a noi spettatori involontari – questa pantomima – fa venire il latte alle ginocchia.