Nonostante le castronerie che ha combinato e l’evidente inadeguatezza ad una piazza come Milano, devastata ed inferocita, difendo Marco Giampaolo in quanto è stato cercato, credo sia in assoluta buona fede ed è stato catapultato in una realtà surreale preso tra due incendi: da una parte come detto un tifo nevrastenico per i fantastici exploit dei cugini contrapposto al nostro nulla decennale, dall’altra parte una società che parla attraverso due vecchie glorie totalmente inesperte nel loro ruolo ed abbandonate a se stesse ,come milioni di tifosi, da un proprietario che sta facendo di tutto per far sì che l’anonimato tecnico e sportivo, da inadeguato stia dove insopportabile!

Con i loro errori evidenti, inclusi quelli di comunicazione, l’allenatore e i due dirigenti (Massara secondo me non esiste-è un poster), sono carne da macello; ben remunerati ma sempre comunque carne da macello.

Ormai tutti sanno e imprecano perché la campagna mercantile è stata sbagliata per il dodicesimo anno consecutivo in primis in uscita, e con ogni probabilità in entrata perché era indispensabile una figura di polso che imponesse almeno tre profili esperti da affiancare ai nuovi. Non è stato fatto verosimilmente perché i Singer sono come i megadirettori che si fanno negare dalla segretaria sempre e comunque anche se sono dietro la porta del loro ufficio.

La situazione era seria e ora è diventata clamorosamente grave; per un profilo di buon livello, sia esso un giocatore o un allenatore, oggi il Milan non è una sfida, ma un’ipoteca sulla carriera troppo rischiosa.

Innanzitutto partire con una rosa gravemente deficitaria, addirittura del tutto scoperta in alcuni ruoli è come camminare su un filo di cotone su un precipizio, ma l’aspetto più rischioso è comunicare con una dirigenza che ha pochissimi margini di manovra e, probabilmente, non ha alcun filo diretto con la proprietà-puzza-sotto-il naso.

Non avere un vertice, una stella polare è del tutto inaccettabile e questo purtroppo è il mare morto in cui naviga il Milan da oltre 10 anni perché anche l’ultimo Galliani esisteva solo come coperto al ristorante.

Scavallati gli anni 2010 la logorrea berlusconiana aveva stufato perché ormai pleonastica e priva di fondamento, ma mai avremmo immaginato di passare ad un capobanda  di cui nessuno conosce il tono di voce: cosa grave e, se permettete, molto triste.

Ad oggi Usmamov o Arnault sono congetture (peraltro smentite con la prontezza di riflessi di un cobra), ma è ormai evidente quasi a tutti che col fondo Elliott non si può andare avanti a meno che oltre ogni previsione inizi ad occuparsi seriamente della squadra oltre che dell’edilizia milanese.

Non resta molto cui appigliarsi se non attendere con trepidazione che i potenti signorotti d’oltreoceano passino la mano. E sperare altresì che stavolta la mano sia sicura per davvero.