Quante partite abbiamo visto con squadre sempre protese all'attacco, ma senza riuscire a realizzare un gol, creando occasioni su occasioni e magari andando in svantaggio alla prima, e unica, occasione creata dall'avversario? Tantissime, al punto che sono in molti a ritenere che ci siano partite segnate, dove anche il destino vuole metterci lo zampino, sbeffeggiare tifosi e scommettitori, così che per riuscire a fare un gol sarà inutile un tiro perfetto, perchè verrà parato o finirà sul palo, serve l'aiuto di un avversario, con il più classico degli autogol, così che la "partita stregata" prenda la sua forma perfetta.
Contro la Spal, era obbligatorio cogliere quella vittoria che garantisse di mantenere il vantaggio sulle formazioni che insidiano il nostro settimo posto prima del trittico, contro Lazio, Juventus e Napoli, dando continuità alle buone prestazioni esibite contro Lecce e Roma. Il pareggio finale è difficile da digerire, per possesso palla, tiri e occasioni, la partita doveva essere vinta e non esserci riusciti è un grave inconveniente che comunque evidenzia le molte lacune che già conosciamo. Incolpare Pioli per questo passo falso, sarebbe alquanto superficiale. Viceversa sono evidenti i limiti di una squadra che appena cambia qualche titolare per proporre un turnover, indispensabile giocando ogni tre giorni, perde moltissime certezze. L'assenza obbligata di Kjaer di ieri sera, ha trasformato, in peggio, il reparto difensivo. La Spal ha tirato in porta due volte e se nella prima occasione la superficialità di Paquetà e Gabbia è stata determinante per concedere il gol ravvicinato, la prodezza di Floccari da notevole distanza punisce Donnarumma e il Milan in modo eccessivo e avrebbe ampiamente meritato la presenza del pubblico, per esaltarne il giusto merito.

All'intervallo il Milan rientrava negli spogliatoi sotto di due gol, avendo sostituito Castilleco per infortunio, ma forte dell'uomo in più, poichè era stato espulso D'Alessandro della Spal per fallo violento, contro Theo. Con tutta sincerità credevo nella rimonta e nella vittoria. Mi aggrappavo al ricordo di un Lecce - Milan dove all'intervallo eravamo sotto di tre gol. La tripletta di Boateng, in diciotto minuti, e il gol finale di Yepes al minuto 38 avevano consegnato la vittoria. Era il 23 Ottobre 2011, in panchina sedeva Allegra e Ibra indossava la maglia numero nove.

Nella formazione di ieri sera schierata a Ferrara non c'era solo meno qualità, c'era specialmente una difficoltà a trovare la via del gol che si sta trascinando da diversi anni. Bennacer, Kessie, Paquetà e Chala, segnano pochissimo, Theo Hernandez si è smarrito, spero più per colpa del Covid 19 che della vita notturna milanese, mentre per l'attacco ci aggrappiamo ancora ad un "vecchio leone" di 39 anni. A Ferrara lasciamo due punti, in cambio troviamo volontà e impegno, un piccolo segnale, ma ugualmente importante, anche se ciò che risulta evidente è quanto siano necessari acquisti forti e funzionali, poichè il nostro amato Milan, per quanto bene possa giocare è inferiore ad almeno cinque squadre del nostro campionato. Mancano nove partite e Sabato, contro la Lazio priva dei suoi attaccanti migliori, bisogna dare il massimo, è troppo importante riuscire a qualificarsi per l'Europa e non riuscirci sarebbe un ulteriore freno ad una crescita che anno dopo anno stenta a prendere forma.

Ed è sul futuro che voglio soffermarmi rivelandovi questo particolare. Non riuscendo a capire come possa il Milan affidarsi a Rangnich come allenatore, poichè chiunque andasse a leggere la sua carriera resterebbe allibito, ho scritto a diversi opinionisti, oltretutto Milanisti, cercando risposte. Per la precisione ho scritto a Ruiu, Pellegatti, al Direttore Suma e tramite Fb, al simpaticissimo Serafini. Nessuna risposta. Capisco che esprimere giudizi, possa essere pericoloso, ma affidarsi ad un NON ALLENATORE, lontano dai campi praticamente da otto anni, dal settembre 2011 quando allo Shalke 04, dopo 6 partite, 3 vittorie e 3 sconfitte, presentò le dimissioni, non solo appare alquanto rischioso, ma assistere al silenzio totale degli addetti ai lavori o addirittura sentire chi approva questa scelta "scellerata" di Gazidis, in moltissimi anni che seguo il Milan, non mi era mai successo di vederlo.