La sconfitta del Milan di ieri sera contro la Juventus autorizza a molte considerazioni, dalle più ovvie: "la squadra allenata da Mister Pirlo resta la formazione più attrezzata per la vittoria finale", ad altre, ben più complesse e articolate.
Quando si gioca una partita così importante è logico che ogni commento venga condizionato dal risultato finale, eppure questo 1 a 3 finale lancia segnali importanti, sia in casa "bianconera", dove necessitava una vittoria che ricompattasse lo spogliatoio e rafforzasse certezze momentaneamente smarrite, sia per questo Milan così giovane, imbattuto da 27 giornate di campionato, chiamato, nel momento più difficile, causa assenze importanti, a dimostrare se e quanto possa essere realmente competitivo per lottare a quelle prime posizioni in classifica a cui ambisce. 

Ebbene, al triplice fischio finale l'amarezza per la sconfitta è stata alleviata da una certezza: "è stata persa una battaglia, non la guerra e questa squadra (salvo cataclismi) sarà in grado di lottare fino all'ultima giornata". Il filo che divide, in ambito sportivo, le vittorie dalle sconfitte, è talmente sottile che ci capita spesso di commentare partite dove le prestazioni del campo, buone o pessime, vengono totalmente smentite dal risultato, basterebbe quindi questa considerazione per archiviare questo match come un semplice dato statistico: "16 partite, 11 vittorie, 4 pareggi e 1 sconfitta, sufficiente per essere primi in classifica dalla prima giornata e con 37 punti ambire ad uno dei primi quattro posti, fondamentali nel percorso intrapreso dalla Società", invece c'è molto di più, c'è un progetto di squadra che gioca con personalità e convinzione, c'è voglia di lottare, dando il massimo delle proprie possibilità, c'è il rispetto per ogni avversario, ma non il timore. A ciò si aggiunge uno stile, in campo e fuori, che non può che essere apprezzato e che inorgoglisce tutti cloro che tifano Milan.

Sicuramente i molti meriti vanno condivisi fra molte componenti, ma permettetemi un plauso particolare a Mister Pioli. Con tutta sincerità, personalmente avrei affrontato questa partita schierando la squadra in modo totalmente diverso. Ritenevo troppo gravose le assenze e troppo forte l'avversario, per affrontarlo con il 4 2 3 1, privo di troppi titolari e avrei virato su un 4 4 2, più scolastico, schierato a specchio dell'avversario e rivolto ad una partita di contenimento e contropiede. Ciò avrebbe consentito di non toccare la difesa, affidare a Kessie e Calha con i due esterni il centrocampo e chiedere alle due punte Leao e Diaz, tanta corsa e sacrificio. Avrei quindi stravolto il lavoro di un anno alla ricerca di un risultato. Viceversa Mister Pioli mi ha dato una grande lezione di concretezza, ha mantenuto la barra dritta, credendo nel lavoro e nella squadra, ha dovuto fare dei campi obbligati di ruoli, visto le numerose assenze, ha alzato le aspettative di tutti affrontando la Juventus senza timori referenziali e specialmente senza cercare giustificazioni al risultato finale. Una splendida decisione che sarà molto utile in futuro.

Se le vittorie servono per rafforzare l'autostima, perdere una partita può essere una lezione utilissima, specialmente se subita da chi ha tutti i requisiti in regola per conquistarla. Le sconfitte di ieri di Inter e Napoli, ad esempio, hanno altro significato e peso nel contesto di un campionato, lungo e difficile, come quello Italiano.
Clint Eistwood in un film recitava: "quando un uomo con la pistola, incontra uno con il fucile, quello con la pistola è morto", un'immagine che si addice perfettamente alla sfida di ieri sera fra un Milan ampiamente rimaneggiato e una Juventus con assenze importanti, perché Morata, Cuadrado e Alex Sandro, sono fortissimi. Fortunatamente non siamo "morti", forse feriti, dispiaciuti per l'evidente differenza di organici, ma fiduciosi e orgogliosi di questa squadra e della Nostra Dirigenza.

Fortunatamente sabato si gioca nuovamente, contro il Torino, in un anno così difficile dove la pandemia scandisce i tempi di tutti, almeno il calcio riesce a tenerci compagnia.
FORZA MILAN