Domenica sera, il Milan aveva sconfitto il Verona nell'ultima partita di campionato, ormai un'amichevole per i rossoneri, alla luce dei risultati di Inter e Juventus che avevano bloccato il Diavolo al 4° posto. Aveva vinto il Milan per 3-1 con reti di Giroud su rigore e doppietta spettacolare di Leao. Era stato un risultato che, combinato con la vittoria della Roma sullo Spezia, aveva spedito i liguri e i veneti a giocarsi la serie A in uno spareggio. La soluzione più giusta, diciamolo, che darà a entrambe la chance di dimostrare in una partita secca chi merita la massima serie.

La cerimonia di addio di Ibrahimovic, che aveva fatto seguito al match, era apparsa surreale, con diversi protagonisti del tutto decontestualizzati rispetto a ciò che stava accadendo sul prato. Ibra gigioneggiava come suo solito, catalizzando l'attenzione. A un osservatore attento, tuttavia, non potevano essere sfuggiti il volto funereo di Massara, il ghigno sardonico di Maldini e il volto raggiante, solare, di Furlani, che sciorinava un sorriso a 32 denti. Pioli aveva l'aria di chi ci teneva a non farsi notare e, nelle dichiarazioni post partita, aveva ostentato umiltà cospargendosi il capo di cenere, pur ricordando di aver saputo risollevarsi dai crolli terribili della stagione. Bolliva qualcosa di grosso in pentola.

Torniamo indietro di 3 settimane, a quel dopo-partita di Inter-Milan valido per la Champions:
1) Cardinale aveva ringraziato solo i tifosi e la squadra, ma non aveva speso neppure una parola per Maldini, Massara e Pioli;
2) Maldini aveva polemizzato sul mancato acquisto di Dybala, per il quale si era esposto l'a.d. Furlani, ma aveva difeso l'arrivo di De Ketalaere, da lui fortemente voluto e di cui annunciava la conferma;
3) Pioli, irritatissimo, smentiva la conferma di De Ketalaere
rinviando ogni decisione a fine campionato (era evidente che avrebbe voluto la conferma di Diaz).

Cardinale non era soddisfatto di nessuno, mentre Maldini e Pioli si sentivano intoccabili, il primo per la sua storia, mentre il secondo lo era per l'appoggio della curva e del tifo organizzato in genere, come si nota dalle prese di posizione sui gruppi social. Nessuno dei due si rendeva davvero conto di come Cardinale e Furlani stessero preparando la resa dei conti.

Questo redde rationem era stata rinviato a fine stagione, sperando nella qualificazione alla prossima Champions, conseguita solo (dati alla mano) per la penalizzazione della Juventus. Non che la cosa abbia poi fatto perdere il sonno a nessuno, ma l'obiettivo è arrivato senza che nessuno lo abbia raggiunto. E' arrivato per fattori esterni e questo ha avuto il suo peso.
Ieri mattina, Cardinale ha dato il benservito a Maldini e, forse, a Massara (mentre scrivo credo che non ci sia ufficialità su questi), mentre ha risparmiato, per ora, Pioli. Non date retta alle voci secondo le quali Pioli gode della fiducia della società, ma 3 contratti da risolvere sono troppi (Pioli ha addirittura due anni di accordo in mano). E poi una rivoluzione completa sarebbe destabilizzante, con ogni probabilità.

Se vogliamo, possiamo tornare ancora più indietro nel tempo e precisamente al 2020, quando Elliott e Gazidis stavano portando Rangnick al Milan, cosa che avrebbe significato il ridimensionamento di Maldini e Massara, con la sostituzione di Pioli in panchina. A distanza di un anno, anche i predetti dirigenti avrebbero fatto il valigino, con il passaggio di Rangnick dietro una scrivania e l'arrivo di un tecnico di fiducia del tedesco. Il mese e mezzo post-Covid. caratterizzato da ottimi risultati, salvò la pelle di Maldini, Massara e Pioli, ma non fu gradito da Elliott e Gazidis. Meno che mai era stato gradito l'addio di Gazidis un anno fa dopo il rinnovo del contratto ai dirigenti tecnici suoi rivali. Non è stato gradito da Cardinale, perché gli americani non amano che i collaboratori dettino legge e, comunque, Gazidis resta un esponente di spicco del management sportivo anglofono. Ma non è stato gradito neppure da Elliott, che ha ancora persone di sua fiducia nel Cda e dal cui mondo proviene proprio Furlani.
Erano troppi i conti in sospeso con la proprietà
, con il principale creditore della proprietà e con importanti esponenti della dirigenza apicale. Forse era arrivato proprio il momento propizio per regolare le pendenze.

Come sarà organizzato ora il settore tecnico del Milan? Secondo il comunicato, ora verrà creato un gruppo di lavoro che lavorerà in stretto contatto col coach e risponderà direttamente... all'amministratore delegato.
Il cerchio si chiude e l'autonomia del settore tecnico sparisce
o viene ridimensionata: chi comanda fa legge, secondo un vecchio proverbio. Il termine coach in fondo individua Pioli solo per relationem, più che altro perché in questo momento il tecnico è lui. Si fa presto ad avere altri coach.
Nel gruppo di lavoro conterà Moncada, perché è uomo di Elliott, ma per il resto chiunque potrà essere sostituito in qualsiasi momento, non essendo una bandiera né... sponsorizzato da una bandiera. Con Furlani si compie quello che nel 2020 si voleva realizzare con Rangnick ovvero una struttura più asettica rispetto alle pressioni dell'ambiente. Molto americana, diremmo.

Attenzione a Ibra, poco gradito da Elliott come giocatore nel 2020, ma molto apprezzato oggi da Furlani e Cardinale come possibile dirigente. Attenzione a Ibra!

Diaz potrebbe rimanere o non rimanere, ma non dipenderà dai desiderata di Stefano Pioli, bensì da Furlani. Kamada? Forse arriverà, ma dipenderà... da Furlani, magari perché è stato consigliato da Moncada. E coloro che sono spaesati per l'addio di Maldini, come Maignan, Leao e Theo? Rimarranno perché hanno un contratto, ma partiranno... se Furlani deciderà che le offerte per loro sono congrue. Dipenderà tutto... da Furlani.

Pioli ha già iniziato domenica a ostentare umiltà, perché con Maldini non andava più d'accordo, ma con il Paolino rossonero poteva alzare la voce ora non più. Non credo che possa permettersi il lusso di farlo con Cardinale o Furlani.
Forse Pioli è stato inserito pubblicamente nel gruppo che farà mercato come parafulmine e lo ha capito, ma finché dura dura e, alla fine, il contratto finirà comunque per essere onorato. E in ogni caso, potrebbe essere egli stesso, se avesse offerte, a cambiare aria.

Potrebbe accadere altro di qui al ritiro pre-campionato, chi lo sa? Il passo più difficile era ammainare la bandiera Maldini, ma eliminato quel tabù non ci sono più intoccabili, anche se Moncada, arrivato con Elliott, sembra solido. E potrebbe anche essere annunciato l'arrivo di qualche altro dirigente per l'area tecnica, così... a sorpresa, perché senza il totem Maldini chi decide ha le mani più libere.
Ora tutto è riposto nelle capacità di Furlani, il cui nome ricorre spesso nel presente articolo. Non lo conosco e non so quanto possa cavarsela, sia pure con la consulenza di altri professionisti più addentro alle questioni tecniche. 
C'è la possibilità che la svolta si riveli benefica, chi lo sa? Anche per Pioli che, sentendosi meno sicuro, forse si farà venire in testa idee meno meravigliose. Il Milan era diventato una comitiva di amici, ma una società ad alto livello non può esserlo. Le osterie si cantano durante le gite scolastiche.

Come scrivo sempre, vedremo, ma un'era è finita...