In un certo senso, le illustri sconfitte di ieri sono state Inter e Juventus che, pur avendo vinto i confronti diretti con Atalanta e Lazio, vedono il campionato fermarsi proprio quando sembravano aver trovato la quadra e aver dato continuità ai risultati. Nerazzurri e bianconeri avrebbero avuto tutta la convenienza del mondo nel giocare ancora un mese. Il Napoli, infatti, ha avuto sì energie sufficienti per prendere l'ennesima vittoria consecutiva, ma nelle ultime partite è apparso in calo atletico. Ora, invece, Spalletti ha solo da guadagnare andando al riposo, visto che potrà dare una revisionata generale alla sua squadra. Anche il Milan è uscito bene dal match di ieri, perché ha centrato i 3 punti nonostante un calo di velocità già evidente contro Spezia e Cremonese. La tenuta nei 90' c'è tutta, ma i rossoneri hanno fatto fatica quando c'era da accelerare. Anche Pioli, quindi, potrà sfruttare la pausa per ridare smalto al Diavolo. Roma e Atalanta si sono staccate pericolosamente dal gruppo che è in lotta per lo Scudetto contro il Napoli in fuga. Al momento, possono solo sperare di restare agganciati al carro della qualificazione in Champions. L'Udinese, pur facendosi valere contro il Napoli, ha ormai confermato di essere stata il solito outsider delle prime giornate, ma può ancora aspirare a un posto in Europa League o Conference.

Il gol del Milan è stato subitaneo, troppo improvviso per non alterare schemi e tattiche preparate prima del match. Pronti via, la Fiorentina era schierata altissima contro il Milan in possesso di palla, non perché Italiano volesse attaccare subito, ma per creare la muraglia contro cui la palla dovesse sbattere per facilitare le ripartenze brevi dei suoi. Giroud si è abbassato, mentre Leao è salito. La spizzata del francese ha smarcato il portoghese, che ha tagliato la difesa viola come il burro. Lo schieramento alto di Italiano, nell'occasione, si è rivelato un boomerang e lo schema ha avuto tutto il fumus, ma anche l'arrosto, della soluzione studiata per prendere la Fiorentina di sorpresa. Ma la sorpresa è tale proprio perché, come sottolineato altre volte, è una soluzione usa e getta. Dopo devi giocarti il resto del match. Il gol, in realtà. ha avuto l'effetto bizzarro di far saltare il banco e di dare vita a un match che, alla fin fine, nessuno dei due tecnici si aspettava di giocare.
Colpito a freddo, Italiano, ha immediatamente mandato i suoi in avanti, ma non compatti, per evitare il contropiede. Cabral e Ikoné avvolgevano il Milan sulle fasce, con Barak che si inseriva per vie interne, mentre Mandragora, Saponara e Amrabat partivano da lontano con il doppio compito di imbastire incursioni e coprire. Un modo di giocare, tuttavia, che richiedeva molta corsa, troppa, anche se sulla media distanza del primo tempo ha pagato.
Il punto di forza del Milan è stato di avere il doppio mediano, Bennacer-Tonali, con una mezza ala di discreta sostanza più avanzata, Krunic. Diaz era il sostituto di Messias, ma per quanto protetto dietro dal mastino Kalulu, ha arrancato molto in fase di copertura
, giocando quasi un tempo intero di grandissima grinta e buona volontà, ma inutile e farragginoso nei risultati. A parte le difficoltà di Diaz, i rossoneri hanno confermato di essere in una fase in cui hanno solo resistenza, ma non rapidità nei muscoli. Il Milan, così, ha sofferto la freschezza dei viola, che di velocità ne avevano tanta invece, essendo entrati in forma da qualche partita, quando hanno iniziato a inanellare risultati con continuità. 
Il doppio mediano ha tenuto per una mezz'oretta molto scarsa, anche se con qualche affanno di troppo, che ha portato a un palo dei viola e a due salvataggi importanti di Tata. I rossoneri erano anche poco elastici mentalmente, perché, come già successo un anno fa a Firenze, non hanno capito che il primo tempo era la fase in cui gli uomini di Italiano stavano dando tutto ed erano ovunque grazie a una maggiore rapidità. Aveva senso ostinarsi a voler salire manovrando? No, ma i rossoneri non lo hanno capito e, dopo essere stati messi lì per qualche minuto, nonché dopo l'ennesimo effetto flipper nella propria area di rigore, si sono fatti bucare. Tomori ha perso la testa ed è finito fra Kalulu e Thiaw, gli uomini del settore difensivo destro. In questa maniera ha reso ancora più complicato per Tata seguire l'azione e ha impedito a Thiaw di salire. E' quest'ultimo, incolpevole, che ha deviato togliendo il tempo all'estremo difensore rumeno.

A questo punto, la squadra di Italiano avrebbe potuto rifiatare, ma era convinta di poter ribaltare il punteggio nel finale del primo tempo. Non ci è riuscita, ma è come se avesse puntato gran parte delle proprie fiches per raggiungere l'obiettivo. Una scelta come un'altra che, non avendo pagato, ha lasciato senza energie i viola. Con gli avversari che avevano la lingua penzoloni, alla fine del tempo, Diaz ha potuto finalmente mostrare che, negli ultimi 25 metri, è un ottimo giocatore, ancora meglio dal limite dell'area avversaria in poi. E' andato in percussione su un tentativo di Giroud, ha bevuto l'avversario e ha scavalcato Terraciano con un pallonetto sporcato dal portiere. Venuti ha salvato poco al di qua della linea anticipando anche Hernandez.
La Fiorentina aveva speso tanto, ma tanto tanto tanto, per stare nello stesso tempo alta con 4-5 giocatori e restare coperta dietro. Solo Iloné ne aveva davvero ancora in abbondanza, per cui ha continuato a tenere lì Hernandez, impedendogli di attaccare e rendendosi sempre insidioso. Il complesso dei viola, però, aveva dato quasi tutto e si vedeva che nella ripresa era in riserva.
Tutto si sarebbe deciso coi cambi nella ripresa.
I rossoneri manovravano meglio e vincevano più contrasti sulla trequarti, non tanto perché entrava Origi al posto di Diaz, stanchissimo ma diventato efficace contro gli avversari stanchi. Il fatto è che Dest, entrato al posto del difensore puro Thiaw, era molto bravo nel far arrivare avanti la palla.
La facilità di manovra si accentuava anche grazie alla successiva entrata di Vrancx, molto buono come sempre, che dava respiro a Krunic, sacrificatosi contro gli avversari freschi. I rossoneri costruivano almeno altre 3 palle gol nettissime, 2 con Giroud e una mancata da Leao, il quale temeva di essere in off-side
Italiano, dal canto suo, a cavallo di metà ripresa, sfruttava due hub per sostituire 4 giocatori, forze freschissime. Ikoné era meno solo e la Fiorentina imbastiva delle ripartenze che si sarebbero potute rivelare letali per i rossoneri, cui il passare dei minuti creava ansia. Ne crava tanta che Pioli giocava il tutto per tutto togliendo Tonali per Rebic. Era il tipico rischio che corre chi deve attaccare, perché il risultato non va bene. A poco dalla fine, infatti, un'incursione alla mano, come quelle del Salisburgo, dava la superiorità numerica ai viola, ma adesso era Ikoné, un'ira di Dio per tutto il match, a non averne più. Il suo tocco debole su Tata in uscita veniva intercettato da Tomori che si faceva perdonare la sbavatura sul gol del pari.

E arriviamo al recupero, quando Vrancx la dà dentro dalla trequarti e Rebic va a saltare di testa. E possiamo anche viverla in diretta. Il croato non arriva sulla palla, forse sbagliando il tempo dell'intervento, ma spinge Terraciano a un'uscita fuori tempo, a mio avviso inutile. Il classico caso di paura che fa 90 e che fa perdere la testa a un portiere La palla passa oltre i giocatori e, sulla linea, Milenkovic la mette nella sua porta per anticipare Origi, al posto giusto nel momento giusto. Conta anche quello.
Nel corso del match la Fiorentina ha mugugnato per un paio di contatti in area milanista, dove peraltro Kalulu e Tomori hanno preso la palla. A Cremona i rossoneri avevano protestato chiedendo il penalty per interventi rapportabili a quelli su cui ha protestato la Fiorentina, senza che l'arbitro sanzionasse nulla, tutto sommato giustamente. A questo punto avrebbero dovuto dare al Milan i due rigori nella città del torrone.
Nel finale i viola hanno avuto da ridire anche sul gol rossonero, lamentando un fallo di Rebic che non può esserci, in quanto il croato salta di spalle rispetto alla porta, guardando la palla e senza vedere dov'è Terraciano, che non dovrebbe essere lì. Il portiere esce tardi e male, per cui è già in caduta quando la palla è nella zona di Rebic, che oltretutto non si vede dove e quando sia andato addosso all'estremo difensore. Insomma, sono state le proteste di chi si sente beffato dagli dei del calcio.

A proposito di dei del calcio, il football è sport di risultato, contano i gol. Se Ikoné avesse dato la vittoria alla Fiorentina in contropiede, non ci sarebbe stato nulla da dire. Chi segna 2 gol contro 1 vince. E questo nonostante le 4 palle gol di Diaz, Giroud e Leao a partire dal 44°. Ma così non è stato ed è stato il Milan a metterla dentro. Non doveva fare altro. Chi contesta non ha un'idea chiara della differenza fra calcio e ginnastica artistica, ma è un problema suo, a questo punto.
E poi, dopo Milan-Napoli 1-2, la prestazione del Milan fu lodata da tutti, con gran parte della critica che riteneva il Milan eccessivamente punito. Per quel che mi riguarda, non mi sono mai lamentato di quel risultato, visto che il Napoli aveva segnato i 2 gol richiesti per vincere, per cui ora mi prendo questa vittoria e me la tengo stretta. Prima o poi, è solo una questione statistica, accadrà il contrario e non ci si potrà fare nulla. Parafrasando Humphrey Bogart, è il calcio bellezza e non puoi farci nulla. Contro il Napoli, non ci avevano potuto fare nulla le bellezze rossonere.

Nel complesso è stata una partita ben gestita da Pioli, cui chi scrive fa le condoglianze per il lutto improvviso di ieri. In realtà, al posto di Diaz avrebbe dovuto mettere Rebic, che aveva giocato bene in quel ruolo in occasione della goleada di Zagabria. Ma va bene così, pensando che, in fondo, solo Diaz poteva crearsi l'occasione del 44°. Per il resto, si è visto che il Milan ha fatto un buon mercato estivo che giudicheremo definitivamente a giugno, com'è ovvio. 
Lo faremo rigettando sia il catastrofismo prematuro che la tentazione di festeggiare troppo presto la bravura di Tizio e Caio.