E si è finalmente chiuso il mondiale delle polemiche e delle coincidenze inaspettate. Sembrava un copione già scritto, con l'Argentina e la Francia che erano le candidate designate e che si sono presentate alla finale come una "singolar tenzone", una sfida tra innamorati delusi ed offesi che si contendevano la stessa donna, in questo caso, la coppa ambita. Inizialmente ci hanno deluso, perché entrambe hanno perso la prima partita, una contro l'Arabia Saudita, e l'altra contro la Tunisia, ma si sono presto rimboccate le maniche ed hanno fatto a fette le altre concorrenti, tra le quali un Marocco ed una Croazia veramente sorprendenti, che hanno esibito un calcio di grande qualità. Soprattutto per il Marocco, prima squadra non europea e non sudamericana a raggiungere le semifinali di un Mondiale. Questo vuol dire che ormai il terzo mondo, seppure esista in termini alimentari e di sviluppo sociale, nel calcio si è invece evoluto, in modo particolare nell'approccio tattico e di espressione tecnica. Sono state delle ottime sorprese squadre come il Giappone, l'Arabia Saudita, il Kenia, il sempreverde (in tutti i sensi) Camerun e la Tunisia.

Questo Mondiale ci ha permesso di vedere giocare atleti non disidradati dal caldo, come invece era successo in Brasile, dove si pretese di fare giocare alle ore 12  sotto il sole, che seppure fosse invernale, era pur sempre nei tropici o peggio ancora all'Equatore, dove si fa più favorevolmente il bagno in mare che una partita di calcio in un catino afoso e supersoleggiato. No, questi stadi, sebbene fossero in zone calde, erano climatizzati, e grazie ad una spesa non indifferente ed un numero incalcolabile di poveri lavoratori mal pagati, sfruttati e taluni defunti durante la costruzione di megastadi, hanno risposto alle attese. Anche se le polemiche non mancheranno, ma si sa, le polemiche non fanno sentenza, e qui come si dice, il "mugugno" è libero, ma improduttivo. 

Torniamo alle questioni puramente calcistiche, perché è meglio non approfondire la vergogna che ognuno di noi deve sostenere nel proprio animo. La finale è stata un "Tourbillon" di emozioni e di rivolgimenti clamorosi ed inaspettati.
Dopo il primo tempo, e fino al 70' della partita, era ormai certo che la coppa andava in Argentina, ma è bastato un lampo di un paio di minuti e il match era di nuovo in equilibrio. E se fino ad allora Messi aveva dettato legge, Mbappé si era come svegliato dal letargo e si era appropriato della scena, con non poca stizzosa rimostranza da parte dell'erede di Maradona.
E come un copione degno di un "thriller", quando nel secondo tempo supplementare Messi aveva insaccato la terza rete, tutti avevano pensato che fosse finita, come un inaspettato gioco delle parti, Mbappé segnava il pareggio con un altro rigore, e mandava tutti agli ennesimi rigori. Come è finita, tutti ormai lo sanno, ma vorrei soffermarmi su delle analisi che ho fatto nella mia mente contorta di anziano ex giocatore ed ex allenatore. 
Tecnicamente la partita mi ha deluso. Sarà il calcio di oggi, molto ristretto nell'area effettiva di gioco, con scontri molto ravvicinati, ma alcuni errori sono incomprensibili. Un riscontro che mi è venuto alla visione è stata la debolezza difensiva mostrata da entrambe le squadre. Diciamo la verità, grandi difensori in queste squadre non ci sono. Nell'Argentina, forse solo Otamendi ha una scuola calcistica adeguata al ruolo, ma Romero, Acuna e Tagliafico, più che bravi a difendere, sembrano più bravi a picchiare. Nella Francia, abbiamo Varane, ex Real, elegante e bello a vedersi, ma secondo me, completamente inutile. Sempre in ritardo, posizionato male, e nemmeno cattivo come dovrebbe essere  un difensore.  Upamecano, molto forte fisicamente, ma alcuni errori di posizionamento nel marcare sono imbarazzanti. Koundé, molto reattivo, ma modesto fisicamente e spesso saltato sulla fascia, dove spesso  ha dovuto rientrare Dembelè, con guasti annessi! Theo Hernandez, devastante se riesce a salire, ma se "depresso" in difesa, non brilla molto.
Sui tre gol dell'Argentina gli errori sono stati notevoli. Sul rigore di Di Maria, il mancato raddoppio sulla fascia ha permesso al talentuoso giocatore sudamericano di "bersi" Dembelé(altro giocatore inutile) e farsi caricare appena dentro l'area. Sul secondo, Messi in mezzo al campo ha potuto giocare indisturbato e mettere in movimento Acuna, che poi ha trovato Di Maria solo davanti a Loris, con annessa difesa a spasso. Nel terzo mi chiedo se una squadra di terza categoria avesse preso lo stesso gol. Un pallone alzato a campanile, che sta per aria alcuni secondi, arriva al limite dell'area dove Messi lo controlla facilmente, mentre i difensori transalpini lo guardano e non intervengono per nulla. Normalmente quando arriva un pallone del genere, i difensori anticipano di testa, e chiudono bene gli spazi. Non bisogna giocare in serie A per farlo, lo sanno tutti i giocatori, dagli esordienti in su, che al limite dell'area i palloni non si lasciano né rimbalzare, e nemmeno controllare facilmente.
Secondo me, Déschamps ha fatto alcuni errori. In mezzo alla difesa il più bravo lo ha tenuto in panchina ed è Konaté. Altro errore che mi è sembrato incomprensibile è stato quello di fare iniziare la partita a giocatori debilitati dall'influenza. Se Giroud, Griezmann e Rabiot non stavano bene o non erano al meglio, perché metterli subito in campo quando i ritmi sono più alti? Semmai  si possono inserire dopo, quando i ritmi si abbassano e, se per caso si va ai rigori,  li avrebbero calciati meglio di chi li ha sbagliati. Non comprendo perché Camavinga, Coman e Konaté siano stati lasciati fuori, aggiungendo che Camavinga lo ha inserito in ruolo non suo, sulla fascia sinistra, dove non ha potuto esprimere le sue doti fantastiche di "mastino" del centrocampo, e quelle doti hanno contribuito a  fare vincere la Champions al Real. Ed infatti la squadra nel primo tempo ha lasciato campo libero all'Argentina, che ha potuto approfittare di ritmi bassi e di ritardi difensivi dovuti alla poca capacità di chiudere preventivamente le giocate, proprio per le difficoltà fisiche di almeno quattro giocatori dei Bleus. Ma alla Francia sono mancati Pogba, Kanté e messieur Benzema. Con tutto il rispetto per Giroud, Benzema in forma Champions avrebbe aperto varchi enormi per Mbappé, e quella fisicità unita alla sua tecnica sopraffina che poteva sia permettere di salire alla squadra, che segnare con grande freddezza alla prima occasione. 
Tchouameni, Thuram e Kolo Mouani, sono dei futuri campioni, ma in queste partite hanno patito la loro giovane età, e se l'ultimo pallone, che poteva cambiare la destinazione della coppa verso la Francia, invece che a Mouani fosse capitato nei piedi di Mbappé o Benzema, oggi parleremo di un altro Mondiale. 

Non vorrei dimenticare l'Argentina, che ha messo in mostra dei veri lottatori sia di centrocampo che difensivi, e che là davanti ha potuto esprimere la classe di Di Maria e Messi. Se abbiniamo al loro dinamismo anche una spiccata capacità tattica ed un'ottima tecnica, il mix è adeguato a qualsiasi impresa, compreso alzare la coppa. Ci sono giocatori dal futuro radioso, come Enzo Fernandez, Alvarez e Molina, ma qualcosa mi è mancato. Sarà forse il gioco moderno, più ammassato e compresso in una parte ristretta del campo, o sarà la nuova tendenza a giocare alti e scaricare dietro la palla, ma a parte Messi non si è visto un passaggio intelligente, un pallone con il contagiri dietro le difese, lanci verticali di trenta metri sul piede. Forse quella razza di centrocampisti si è estinta. Al momento è rimasto Modric, ma ormai anche lui in estinzione. I Suarez, Luisito quello dell'Inter, Rivera, Pirlo, Baggio e altri grandi interpreti del centrocampo, non si vedono, non si insegna che fare cambi di gioco che due su tre riescono, o "rasoiate" che quando arrivano non si sa come controllarle.
Dove sono finiti quei bei palloni pieni di effetto che arrivavano girando dietro agli avversari, o con il tocco delicato per l'inserimento, per non parlare di quei lanci di sessanta metri sul piede mentre corri? Mah, non si insegna più, eppure allora li facevano con palloni più pesanti, e meno facili da addomesticare. Con questi palloni leggeri non sarebbe nemmeno tanto difficile. Oggi si tira forte di mezzo piatto, allora si tirava forte solo con il collo pieno del piede. Forse si dovrà fare una rivoluzione tecnico e tattica, prendendo spunto da ciò che si è dimenticato troppo presto e, forse insegnare agli arbitri come si dovrebbe arbitrare, perché certi interventi non sono regolari, ma da codice penale. 
Ed anche l'arbitraggio di questa finale, ha lasciato molti dubbi, come ormai succede troppo spesso.
Speriamo nel prossimo Mondiale, e stavolta ci dobbiamo essere anche noi.
Viva l'Italia!