Oggi parlare di famiglia è diventato un esercizio culturale di rara capacità dialettica.
Sappiamo che per noi italiani la famiglia è un tabù, nel senso che guai a chi tocca la famiglia, sia in senso stretto, che allargata a parenti, affini e soggetti più o meno presenti nell'entourage di riferimento.

Il soggetto principale è di solito la mamma! Come la mamma non ce n'è, che sia giovane, vecchia, malata o sana, la mamma è sempre la mamma, ed è un bene da custodire ed amare con tutta la propria forza affettiva.
Giorgio Gaber aveva individuato una sua tipica famiglia, definita da lui "disgraziata", perché era sempre in balia di sfortune e contorni poco edificanti, ma pur sempre famiglia. Il problema era che il fattore scatenante lo si individuava in una eccessiva esposizione ai media, ed in questo caso la televisione.
Ma la questione principale non era il loro coinvolgimento mediatico, con immedesimazioni in stereotipi che si rinvenivano nelle trasmissioni che con cadenza giornaliera o settimanale entravano nel "brodcast" televisivo. Il problema inquietante si riassumeva nel fatto che erano loro stessi a turno i principali protagonisti del programma trasmesso. Quindi, liti, discussioni, morti e feriti erano un continuo succedersi nello schermo catodico ed i protagonisti erano tutti i parenti di questo povero cronista di se stesso, lamentando la violazione della privacy, della riservatezza e del decoro della sua famiglia. Il tutto, nasceva con la televisione commerciale, e la facilità di ricevere soldi, milioni nel citato brano, e quindi la decomposizione della famiglia, che si diluiva in due interessi imprescindibili: i soldi e la ribalta televisiva! 

Il tono e la capacità umoristica di Gaber ci hanno consegnato un capolavoro di arguzia e comicità. Ma se nella sua interpretazione l'esagerazione era un fattore che doveva accomunare la sintesi di ogni personaggio e poteva condurlo nel racconto della finzione canzonettistica, la famiglia è stata spesso reclutata nel racconto politico, nell'ideologia spesso accomunata alla denuncia della disgregazione della famiglia tradizionale. E, nondimeno, anche la dottrina cristiana si è occupata della "diversità" famigliare, che ora sembra attanagliare la nostra società sempre in movimento e che pare non voglia fermarsi un attimo, anche solo per fare ordine.
E quale ordine vogliamo? Quello religioso, ad esempio, che ci impone la sequenza padre, madre e figli? Indubbiamente maschio, femmina e tutto il resto rigorosamente eterosessuale? 

Il quesito nasce dalle dichiarazioni di un signore, che ha definito la famiglia non convenzionale come uno schifo, e dallo scranno della sua religiosità induce ogni cittadino a non seguire certe pratiche perverse, come le famiglie gay!
Il Papa ha comunque ridefinito la famiglia di oggi con altri soggetti preponderanti, ormai appartenenti di fatto ai nuclei famigliari. Parliamo degli animali! E la lamentela del Pontefice si riferiva al fatto che troviamo spesso uomo, donna e, al posto dei figli, cani, gatti, criceti e canarini. Magari anche un coniglio, se non qualche "boa costrictor" o ragni mortali. Figli niente, o se va bene non più di uno. E in alcuni casi, insieme al "pargolo" arriva qualche bel pit bull, cane molto pericoloso e, in alcune tragiche vicende, si sbrana il pupo! 

Ma ci sono anche le famiglie pienamente tradizionali, con padre, madre e vari figli. Tutto bene e normale allora? Non so, a volte non direi. Bisogna distinguere il reddito della famiglia, e nelle famiglie più ricorrenti lo stipendio è quello che è, e le risorse sono scarse. Spesso subentrano i nonni, che ormai sono il vero sostentamento di questa società. E si distinguono in campo affettivo, economico e di gestione del tempo libero. E i bambini affidati ai nonni sono i più felici! Ricevono spesso premure, attenzioni e molta pazienza. I nonni non devono correre al lavoro, ma disponendo di tanto tempo libero e di molta esperienza (non dimentichiamoci che prima che nonni si diventa genitori) appena possono, viziano i loro piccoli e ci scappa qualche dolcino, soldino e soprattutto sorrisi. Chi ha avuto la possibilità di frequentare molto i nonni, ricorda con molto affetto e riconoscenza il periodo di tempo trascorso con loro e ne hanno tratto soprattutto un'educazione esemplare.
Ma non sempre abbiamo queste fortune, e dove i soldi non ci sono e i nonni sono assenti, i bambini soffrono spesso di solitudini, mancanza di soddisfare bisogni che per altri bambini sono invece una prassi giornaliera.
E qui si deve pensare che prima di criticare il modello basato sulla discriminazione sessuale della famiglia, si dovrebbe analizzare il discorso economico sociale. Bambini che crescono in un disagio creato dalla povertà o dalla difficoltà economica non raggiungono gli stessi standard di vita di altri bambini più fortunati. Sappiamo che gli stipendi in Italia sono estremamente bassi e che il ceto medio si sta polverizzando.

Ma prendiamo invece ad esempio la famiglia fortunata. Padre, professionista molto occupato dalla sua attività. Madre, magari laureata anche lei, in piena corsa per la carriera lavorativa, se va bene arriva a casa molto tardi. I figli, a volte non più di uno, perchè il tempo per farne un altro non c'è! Se di più, allora forse i genitori riescono a formare un bel nucleo famigliare. Perché fare figli è lo scopo che una coppia affiatata cerca di portare nel quadro di una vera partecipazione famigliare e considera i figli un universo gioioso da coltivare e condurre per mano.
Ma a volte le cose vanno in modo alquanto perverso. Il padre ha un'amante, la mamma pure, i figli vengono distribuiti tra varie attività sportive e culturali. La sera se va bene ci si dà il bacio della buona notte, ma di quello che ognuno fa nella giornata non viene minimamente preso in considerazione. E quindi si va verso una rottura, con separazione e distribuzione dei figli in alloggiamenti diversi, secondo la giurisprudenza espressa da qualche giudice tutelare.
Poi bisogna vedere chi è il nuovo partner della mamma, oppure la nuova "amica" del papà, sempre che  non ci siano vari avvicendamenti, con nuovi soggetti che frequentano a vario titolo le dimore che dovrebbero essere nidi d'amore, ed invece diventano case di appuntamento tra individui più o meno in sintesi tra di loro. Ed è questa la famiglia ideale

E ci potremmo anche trovare in mezzo a genitori che conducono battaglie all'ultimo sangue, sia legali, che fisiche. Uomini che picchiano ed uccidono donne, non importa se mogli o compagne. Bambini ridotti al silenzio dalla paura, e dalla rassegnazione di appartenere ad un nucleo famigliare perverso a contatto ogni giorno con la violenza e la paura.
In tutto questo contesto descritto, sembra che la vituperata famiglia non eterosessuale non sia poi quel grande dramma che qualcuno vuol fare passare come un'indegnità morale. Magari i bambini a loro affidati ricevono cure e vengono cresciuti in un ambiente economicamente adeguato, ricevendo affetto e un contorno psicologico sereno. 

Ma anche qui, i fatti si possono stravolgere.
Intanto, chi sono i figli della coppia? Ci sono due modi per avere figli: o un'adozione, o la fecondazione eterologa, ovvero un utero in affitto. Sappiamo che in Italia la fecondazione eterologa non è permessa per legge, ma all'estero si pratica ormai con una certa continuità. Entrambe sono di non facile attuazione, perché oggi già avere un'adozione per una copia normale con tutti gli standard fisici, morali ed economici in regola risulta molto difficile. La fecondazione eterologa, non è così semplice. Se uno dei partner non è d'accordo, non avviene. Può facilmente avvenire se si tratta di coppia di sesso femminile, in quel caso la fecondazione può verificarsi in molti modi e non sto qui a suggerirli. Resta comunque la verifica della saldezza della coppia in una scelta così forte ed irreversibile. Bisogna anche vedere se una coppia gay, come una qualsiasi coppia etero, si divida e trovi le stesse difficoltà che trovano le altre unioni.

Devo quindi personalmente dire che non è un fatto assodato che ci sia un tipo di coppia  ideale per una salda composizione famigliare. Ma proprio per questo, non ritengo adeguato il linguaggio tenuto da chi oggi è Presidente della Camera dei Deputati. E se rivendica la sua cattolicità, vorrei ricordare che la nostra è una religione che se pur non ammette talune pratiche, non permette però che si discrimini qualunque soggetto per via di una morale diversa e non considerata convenzionalmente tipica della nostra società. Ma sappiamo che la nostra è una società che si muove velocemente, e se guardiamo ai nuovi stereotipi di vita sociale che stiamo incontrando, direi che ormai il sesso ha finito di esercitare una distinzione sostanziale.
Siamo ancora ancorati al sesso come tabù, come di una cosa della quale non si può parlare, soprattutto con i bambini. Ma dobbiamo ricordare che i nostri bambini un domani saranno loro i destinatari dell'esercizio dell'attività sessuale. Ricordiamoci che senza sesso non ci sarebbe la crescita di individui nella nostra società. Non facciamone un argomento scabroso e vietato ai minori. Se pensiamo che ancora oggi le donne vengono uccise nel mondo per trasgressione di regole religiose che riguardano la loro femminilità, dobbiamo pensare che non si deve accettare una simile restrizione, tesa solo a perpetrare la preponderanza e la prepotenza dell'individuo maschio nella società, deprimendo i diritti che ogni donna ha la facoltà di porre in essere per l'espressione della sua libera appartenenza alla vita cosmica di ogni essere umano.    

Tornando al grande Giorgio Gaber, possiamo dire che lui aveva già allora una visione nuova e completamente rivedibile della nostra  vita sociale. Aveva discusso su chi era di destra e di sinistra, di chi beveva barbera e di chi beveva champagne, il tutto con molto rispetto e senza mai prendere un atteggiamento di chiusura da un parte e di troppa apertura nell'altra.
Amava osservare, come chi osserva seduto sulla riva di un fiume. A volte vedi tanti remare, altre volte taluni che si lasciano trasportare dalla corrente.
Chissà chi era più felice? Chi remava con forza o chi nel dolce assaporare le novità del mondo, si lasciava condurre nello spazio dei sentimenti senza sviscerarne i contenuti e pretendere che fossero giusti o sbagliati?
Chi vivrà vedrà!

LA FAMIGLIA DISGRAZIATA
di Giorgio Gaber

Vi presento la mia famiglia                                 
non si trucca e non si imbroglia                          
è la più disgraziata d'Italia.                              

Anche se soffriamo molto                                   
noi facciamo un buon ascolto                               
siamo con quelli con l'audience più alto.              

I miei genitori, due vecchi intrinati,                      
per mezzora si sono insultati                                 
a c'eravamo tanto amati.
Dalla vergogna lo zio Evaristo 
si era nascosto, povero Cristo 
lo han già segnalato a "Chi l'ha visto"!

Il Ginetto dell'Idroscalo
quando la moglie lo manda a'fanculo
piange in diretta con Sandra Milo
Per non parlare di mio fratello 
che gli han rotto l'osso del collo
ora fa il morto a "Telefono giallo"