Un padre, un capo famiglia, un amministratore delegato di un'azienda, un preside di una scuola, un rettore universitario, il presidente della Repubblica, quello del Consiglio, sono tutte figure, profili, persone che ricoprono un ruolo importante, ovvero di perseguire obiettivi e interessi rivolti al collettivo, insomma colui o colei che si assume le responsabilità di fare il bene comune e di conseguenza anche quello individuale. Chiunque ricopra ruoli sopra elencati sarà soddisfatto/a (almeno così dovrebbe essere) solo se renderà altrettanto possibile la felicità altrui. Difficile pensare il contrario. Che senso avrebbe la figura di un capo, di un leader se la sua rispettiva organizzazione non fosse coesa ne funzionale? Sarebbe un sistema costituito da una pecca, una falla di fondo, un'instabilità continua, il cui esito non potrà che essere negativo. Cosa fare in questi frangenti?
La prima soluzione, quella più semplice e automatica, è quella di cambiare l'immagine situata ai vertici, ma questa non è la soluzione universale del problema, poiché non in tutti i contesti e casi è possibile fare questo cambio, o meglio: tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare! A proposito di mare, chiunque, anche non essendo un elemento della Marina Militare, sa che la figura del Comandante di una nave è collegata alla massima responsabilità dell'equipaggio, dei passeggeri e del mezzo stesso, tanto che al momento della sua nomina a questo ruolo è chiamato a giurare fedeltà, promettendo in ogni caso, specie nelle difficoltà, di essere l'ultimo ad abbandonare la nave. Una sorta di giuramento di Ippocatre, un patto infrangibile!   

Eppure, a volte, anche l'imprescindibile diventa trascurabile per delle motivazioni al di sopra della norma. In alcuni casi, in uno in particolare, sta prendendo forma una nuova concezione del ruolo del Comandante.

In che senso? Chi siamo noi per eludere la legge?   
Cari lettori e care lettrici, state tranquilli, perché l'intento non è quello di discutere su questioni legate alla legge, poiché il Comandante a cui facciamo riferimento è l'allenatore biancoceleste, Maurizio Sarri. 

Cosa vogliamo intendere?   
Prima di rispondere a questa domanda, è di fondamentale importanza analizzare la situazione della società capitolina, in particolare dei continui insuccessi che stanno caratterizzando l'inizio di stagione. Una débâcle dopo l'altra, appena 4 punti conquistati in 5 partite di campionato, 8 gol subiti e solo 5 effettuati, tutto questo è sinonimo di: una vittoria, tre sconfitte e un pareggio. Numeri che parlano chiaro, dati che sottolineano una profonda crisi della formazione guidata dal tecnico toscano. Un'équipe che non sa più vincere, un blackout dopo l'altro, questo è il bilancio di una squadra che solo pochi mesi fa sembrava auspicare ad una situazione paradisiaca, un gruppo, un collettivo sportivo pronto ad ambire alla vittoria. Invece, la situazione attuale delle aquile, sembra essere lontana anni luce da questi livelli, non è più diretta verso le mete prestabilite al momento dell'imbarco, potremmo affermare che la nave sta navigando senza GPS!

Una nave prossima al naufragio? 
La stagione è iniziata da poco, ma le continue sconfitte e la mancanza di successi significano perdita di punti, e di conseguenza i timori del tifoso si stanno pian piano, inevitabilmente, trasformando in realtà, in paure concrete. Quest'ultime sembravano essere state annientate, allontanate dal grande entusiasmo trasmesso nel primo match di Champions League, grazie al gol di Ivan Provedel che ha consegnato un punto ed evitato l'ennesima delusione contro l'Atletico Madrid. Ma dopo l'ennesima scarsa prestazione di sabato sera all'Olimpico contro il Monza sono state evidenziate delle lacune che la squadra continua ad avere e pare non riuscire a risolvere. Sono significati i fischi incessanti nei confronti della squadra biancoceleste per aver deluso nuovamente la tifoseria. Quest'ultima sembra non avere più la pazienza, giustificazioni a tali comportamenti. Questa volta però la protesta sembra interessare non solo i calciatori, ma udite udite... neppure la società!   

E allora a chi? 
È sotto gli occhi di tutti l'impegno messo dal patron Claudio Lotito nell'ultima sessione di Calciomercato, in cui ha cercato di accontentare le richieste e le necessità del Mister. Ragion per cui le lamentele del pubblico sembrano iniziare ad essere indirizzate all'allenatore. In molti hanno espresso perplessità nei confronti della figura di Maurizio Sarri e la sua permanenza sulla panchina biancoceleste. Nei post social della società si leggono commenti come: "È una squadra senza gioco, senza mentalità!"; "I cambi fatti non hanno senso!"; "Basta con il modulo 4-3-3!"; "È sempre la solita storia!"; "Una squadra prevedibile... ".

Al netto di ciò, il popolo laziale si chiede: Un vero Comandante non dovrebbe lasciare la nave prima che sia troppo tardi? Non dovrebbe affidare il comando a chi può evitarne l'affondamento?