Il derby del Merseyside non è mai stata una partita come tutte le altre, ma quello appena disputato nell’ultimo weekend di Premier League sembra segnare la fine di un’era e l’inizio di un nuovo momento storico-calcistico. 
Il crollo verticale del Liverpool di Klopp, sconfitto tra le mura di casa per 2 a 0 dall’onda blu di Carlo Ancelotti, sembra essere il definitivo segnale di una crisi, ormai destinata a protrarsi per molto tempo. Gli invincibili di Anfield Road adesso sembrano inermi soldati senza più una guida al loro comando, vittime delle rappresaglie nemiche che non smettono di mietere vittime tra le loro fila. 

Fortunatamente non si tratta di uno scenario di guerra, ma il calcio si sa, spesso lo si vive come se fosse una vicenda di carattere storico, da paragonare a quelle riportate sui libri che si studiano al liceo. La partita è lo specchio di un Liverpool fiacco, senza energie, incapace di segnare e di rispondere adeguatamente alle offensive avversarie, a testimonianza dei numeri impietosi registrati nell’ultimo periodo.

Solo un goal segnato (su rigore peraltro), nelle ultime 5 gare disputate in casa, con uno score di 4 sconfitte consecutive e 2 pareggi prima di queste ultime, con l’ultima vittoria casalinga risalente al 16 dicembre (2 a 1 sul Tottenham).
E se almeno in trasferta i risultati sono in parte tornati positivi, grazie soprattutto alla fortunata trasferta di Lipsia nel turno di andata degli ottavi di Champions League, la classifica in campionato è sempre più preoccupante. 
Sesto posto in classifica con 40 punti, 3 in meno di un Chelsea che ha già esonerato l’allenatore, e probabilmente in questo momento è proprio il ricordo di un Liverpool che non c’è più a tenere momentaneamente salda la panchina di Jurgen Klopp. 
Che sia tutto riconducibile all’assenza del difensore olandese Virgil Van Dijk?
Sicuramente dal punto di vista della solidità del reparto difensivo, l’assenza di un leader come il colosso della nazionale orange sta facendo indubbiamente sentire il suo peso, ma ciò non rende meno evidenti le criticità dei reds in zona goal.
Infatti è sotto gli occhi di tutti il vistosissimo calo dell’attaccante brasiliano Roberto Firmino, a secco di goal, ma soprattutto autore di prestazioni deludenti negli ultimi periodi, accompagnato dall’imprecisione sotto porta di Sadio Mané, tornato un giocatore quasi “normale”, a dispetto di quanto aveva dimostrato nei suoi momenti migliori. 
L’unico che resta a galla, l’ex romanista Mohamed Salah, il quale sembra davvero l’ultimo a mollare in una compagnia che sta rapidamente naufragando verso una stagione priva di titoli.
E pensare che solo pochi mesi fa, questa squadra lasciava tutti a bocca aperta stravincendo 5 a 0 sul campo dell’Atalanta (di certo non un'avversaria qualunque) e adesso, senza nulla togliere ai meriti di un Everton sempre più brillante, soccombe quasi arrendendosi, perdendo un derby in casa, come non accadeva dal 1999.

La stagione non è finita, si può sempre rialzare la testa, ma di questo passo sarà durissima per i reds riuscire a strappare il titolo ad un City che corre come alla velocità della luce, distante ben 19 punti in classifica.
Di conseguenza, a meno di clamorosi colpi di scena, non resta che la Champions League, come se per una squadra così in difficoltà fosse più semplice vincere solo scontri decisivi di qui alla fine, piuttosto che scalare una montagna di punti di distacco.
In entrambi i casi sembra proprio una mission impossible, e chissà se adesso tornerà un po’ di voglia di vincere agli uomini del vecchio mago Klopp.