Mercoledì sera, nel turno infrasettimanale, ho dovuto fare i conti con la triste realtà del calcio italiano. C’erano partite un po’ piatte e scontate. Il Napoli dopo una manciata di minuti era già in vantaggio 1-0 sul Parma, grazie al gol di Insigne agevolato da uno svarione di Iacoponi, la Roma ci aveva impiegato ancora meno per sbloccarla, meno di 120 secondi perché Under con una prodezza personale bucasse la sterile resistenza del Frosinone e di uno Sportiello in versioni mani di pasta frolla; la Juventus invece ci aveva messo un po’ di più per trovare la via della rete, col primo squillo di Dybala, ma per trovare subito dopo anche il raddoppio, al 16’ con Matuidi, e mettere il match col Bologna in ghiaccio. 

Capito l’andazzo ho deciso di ripiegare sull’estero per risollevare la serata fatta di incontri mediocri, terminati ancora prima di cominciare, e con pochi contenuti tecnici e spettacolari.  Fortunatamente, quasi in contemporanea, esattamente un quarto d’ora dopo - tempismo perfetto oserei dire -, giocavano Liverpool e Chelsea in Coppa di Lega Inglese, nota anche come Carabao Cup per motivi di sponsorizzazione. La prima in classifica – 18 punti, 6 su 6 vinte – contro la seconda a soli due punti – 16 punti, 5 vinte ed un pari – nella Premier League, Klopp contro Sarri, 8 cambi per parte rispetto la formazioni tipo ma le premesse per un bell’incontro c'erano tutte ugualmente.

La scelta è stata azzeccata, il Chelsea ha vinto in rimonta una partita spettacolare ed imprevedibile. Non poteva essere altrimenti quando si scontrano due dei tecnici che fanno del calcio offensivo il loro dogma principale. L’inizio è stato tutto dei Blues, poi si è visto un grande Liverpool e sul finire ancora Chelsea, ma andiamo per ordine.  

Al 12’ un bel tiro di Willian, fuori area, è controllato senza affanni da Mignolet. Poi al 15’ sale in cattedra Fabregas che illumina con un filtrante preciso a scavalcare la difesa per Morata che sfiora il gol, la palla vaga su tutta la linea di porta ma non entra. Al 18’ ancora Chelsea: azione manovrata tra Willian e Morata che porta quest’ultimo al tiro in area di rigore, un po’ defilato sulla sinistra, ma il portiere belga red se la cava mettendo in angolo. Poco dopo la mezz’ora di gioco è il Liverpool a prendere il sopravvento. Prima un gran tiro appena fuori area di Keita che fa volare Caballero. Al 38’ altra occasione sprecata da Mane: a due passi dalla porta, non riesce ad imprimere la forza giusta di testa al pallone che è ancora preda del portiere argentino. A inizio ripresa incredibile occasione sprecata per i Reds. Dopo pochi secondi al rientro in campo, un disimpegno all’indietro sbagliato dei Blues innesca Sturridge che, superato in dribbling il portiere avversario, riesce a mettere fuori un gol già fatto a porta vuota. Al 52’ ennesimo disimpegno errato del Chelsea che porta al tiro Mane all’altezza del discetto del rigore; Caballero riesce a sfiorare e deviare la palla di quel poco che basta per farla terminare fuori con una parata tanto casuale quanto efficace. Ma al 58’ nulla può su Sturridge: la palla respinta dal portiere albiceleste, su un forte tiro di Mane, è preda del 15 red che con grande coordinazione mette la palla in rete con una rovesciata. L’inglese segna sotto la Kop il gol dell’uno a zero del Liverpool. Gli uomini di Sarri non si arrendono e riprendono in mano il pallino del gioco. Al 79’ punizione dalla trequarti a favore del Chelsea: palla in mezzo l’area di rigore per la testa di Barkley, Mignolet respinge ma c’è il tap-in vincente di Emerson Palmieri che porta la sua squadra in parità. Al 84’ ancora Sturridge sfiora il raddoppio con un gran tiro dal limite che si stampa sulla traversa. "Gol sbagliato gol subito". Purtroppo Anfield non ha fatto i conti con Eden Hazard – subentrato al 56’ per Willian – : meno di un minuto dopo il numero 10 belga prende palla sulla destra nella metà campo reds, sterzata e controsterzata per saltare come birilli due avversari prima di far partire, sempre defilato sulla destra, una sassata imparabile che si scaglia alle spalle dell’incolpevole connazionale. Il fuoriclasse blues fa una giocata fenomenale da vero campione. 

Il Chelsea del nostro Maurizio Sarri riesce nell’impresa di rimontare e passare al turno successivo ad Anfield, in casa del Liverpool, in una partita che non sembrava mai finire per le tante emozioni che ha regalato. Ho visto un mach giocato da due squadre coraggiose, ricche di idee e talento, due squadre che se le sono date e le hanno prese come in un match di boxe. Potevano vincere tutte e due ed entrambe hanno creato e sbagliato. Si è visto quello che tutti vorremmo sempre vedere: tecnica, velocità, aggressività, in parole povere lo spettacolo del calcio.  Ho visto il gol capolavoro di Eden Hazard e Klopp, nonostante la sconfitta in casa, è stato il primo ad andare in contro a Maurizio Sarri ed abbracciarlo, ha vinto il calcio! Dopo il gustoso antipasto, da Anfield ora la sfida si sposta allo Stamford Bridge per il secondo atto in pochi giorni di Blues contro Reds, ma questa volta in Premier League, sabato alle 18.30. Un match da vedere e godere anche se dispiace per la contemporaneità con la sfida scudetto anticipata tra Juventus e Napoli.

Sempre nella Carabao Cup, il giorno prima, vi era stata la sorprendente eliminazione del Manchester United di Mourinho per mano del Derby County, squadra di Championship – seconda serie inglese – allenata dall’allievo Frank Lampard – tanto per continuare la serie di incroci -  capace di profanare il tempio dell’Old Trafford ai calci di rigore.

La partita sembrava ben incanalata in discesa per i Red Devils con il gol di Mata dopo appena tre minuti di gioco e soprattutto per la differenza di categoria. Ma le sorti del match hanno preso un’improvvisa ed imprevista virata a favore degli ospiti che hanno prima pareggiato col gallese Wilson al 59’ e poi al 67’ si sono ritrovati anche in superiorità numerica per l’espulsione del portiere Sergio Romero che in una uscita scriteriata ha toccato il pallone con le mani fuori l’area di rigore interrompendo una pericolosa azione avversaria. Rosso inevitabile. Nonostante la rete dello svantaggio, subita al 85’, i ragazzi di Mourinho riescono a riacciuffare la partita al 95’ con un guizzo di Fellaini ben servito dal giovane terzino portoghese Dalot, arrivato questa estate dal Porto. Ai rigori - la formula del torneo prevede direttamente i calci di rigori in caso di parità al termine dei 90 minuti regolamentari – si va ad oltranza ed è decisivo l’errore di Phil Jones all’ottavo tentativo dal dischetto dopo che i giocatori del Derby non ne avevano sbagliato neanche uno.

Decisamente un avvio di stagione disastroso per lo Special One, anzi per lo Special Out, dato che il portoghese è stato scaricato anche dai tifosi che ne chiedono la sua testa. Solo settimo in Premier dopo sei giornate, a 8 punti di ritardo dalla vetta, con il pari casalingo nell’ultimo turno con i Wolves che aveva iniziato a far rumoreggiare anche gli ultimi e strenui sostenitori dell’ex Inter e Real Madrid. Fuori dalla Coppa di Lega a settembre, i risultati non arrivano, per una stagione che si preannuncia avara di soddisfazioni, e, come logica conseguenza, il rapporto è sempre più ai minimi termini con la società. Una tensione ben visibile anche in allenamento. Qui lo scontro invece che tra allenatori, come Klopp e Sarri, sale su un livello quasi personale con una vera e propria lotta interna tra Mou e Paul Pogba. 

Il francese era finito in tribuna proprio per la gara di coppa di lega nel giorno in cui lo stesso Mourinho aveva annunciato di avergli tolto la fascia di capitano. Logicamente il campione del mondo non è stato zitto e alla ripresa degli allenamenti, come testimonia un video sul web - oltre 2 milioni di visualizzazioni solo nelle prime ore dalla sua comparsa - il chiarimento è stato un misto di accuse e rivendicazioni con i volti dei protagonisti visibilmente infastiditi. Il labiale di Mou non lascia dubbi, invita più volte il francese ad allontanarsi e tornarsene a casa. Oramai lo scontro è totale e non possono bastare le sue frasi di circostanza quando dice che non c’è nessun problema.

Pogba è tornato allo United nell'agosto 2016 in un tripudio di pubblicità e marketing, con addirittura un video con il rapper Stormzy, il lancio dell'hashtag Pogback ed un ritorno che preannunciava grandi successi all'Old Trafford. Però le sue prestazioni sono state altalenanti, fatte più di bassi che di alti e con l’infortunio dello scorso settembre che interruppe il suo periodo migliore. La Coppa del Mondo che lo ha visto trionfare doveva essere il trampolino di lancio definitivo per la sua carriera, invece il rapporto con l’allenatore si è rivelato più difficile del previsto. Il portoghese non sopporta le uscite extra campo del campione del mondo, dei suoi atteggiamenti e del suo essere social.  Non vanno neanche dimenticate le esclusioni della scorsa stagione a favore del giovane della primavera Scott McTominay. Sembra un revival di quando il portoghese voleva far fuori il portiere Iker Casillas al Real Madrid, anche in quel caso gli preferiva un ragazzo delle giovanili, o come non dimenticare il “neurone” di Balotelli. Quando Mourinho vuol fare fuori qualche suo giocatore non gli risparmia neanche le umiliazioni. Sembra che il portoghese abbia bisogno sempre di un nemico e spesso se lo crea, quasi per mantenere alta la tensione e far capire chi comanda. Questa volta la situazione è un po’ diversa dato che stiamo parlando di un giocatore che prende 16 milioni netti di stipendio ed è costato oltre 100 milioni di euro al club. Per entrambi il futuro a Manchester è ovviamente a rischio. A gennaio il vicepresidente esecutivo Ed Woodward si troverà di fronte a una scelta molto difficile dal momento che oramai la coesistenza tra i due è impossibile. 

Il divorzio tra Pogba e lo United, qualora non se ne andasse via prima José Mourinho, è inevitabile. Tra gli scenari possibili si è anche parlato di un ritorno alla Juventus, ma l’attuale ingaggio (da 16 milioni di euro netti a stagione) di Pogba rappresenta per il momento un problema di gestione finanziaria e di spogliatoio da non sottovalutare. Il francese potrebbe approdare al Barca in una replica dell’operazione Coutinho dello scorso gennaio, ma al momento non c’è nulla di definitivo. Non sarà facile per Paul tagliare la corda a gennaio da Manchester. Forse, alla fine, la soluzione più ovvia – che è poi anche sempre quella più semplice – è quella di sbarazzarsi di Mourinho, nonostante la pensate buonuscita che il club dovrebbe riconoscergli. In questi giorni Zidane è in visita di piacere a Londra come testimoniano foto e video sui social… e dalla foto che lo ritrae accanto alla classica cabina telefonica inglese sembra proprio essere in attesa di una chiamata.