La notte del San Paolo si preannuncia tra le più luminose degli ultimi anni, Napoli-Paris Saint-Germain diventa crocevia fondamentale per il futuro europeo di entrambe le squadre in un girone complicatissimo che vieta calcoli di alcun tipo. Insigne, Mertens, Milik, Cavani, Neymar e Mbappé, saranno loro i protagonisti più attesi, toccherà a loro fare la differenza questa sera, a seconda di chi decideranno di schierare Tuchel e Ancelotti.
C’è l’imbarazzo della scelta, ma per l’ex Edinson Cavani (in tribuna nell’ultimo match dei parigini contro il Lille), amato, temuto e desiderato a Napoli e dal Napoli, il ritorno amarcord potrebbe anche trasformarsi soltanto in splendida suggestione qualora non recuperasse dall’infortunio. Per il Matador Cavani, alla sesta stagione in rougebleu, il tempo all'ombra del Parco dei Principi appare agli sgoccioli. A San Paolo ha lasciato parecchi cuori infranti e il popolo azzurro non vedrebbe l'ora di riabbracciarlo. Quindi, sia che giochi che parta dalla panchina, l’accoglienza riservatagli sarà benevola, forse per fargli venire la voglia di tornare là dove sono rimasti a vivere i suoi figli. Gli scricchiolii col divo Neymar non hanno certo aiutato a mantenere la leadership dentro lo spogliatoio del PSG, e tra le fila dirigenziali se c’è da prendere una posizione la scelta ricade per forza di cose sul volto Glamour e Social del brasiliano. A completare l'attacco più caro di sempre del pianeta – quasi mezzo miliardo di euro – c'è Kylian Mbappé. Ad oggi, tutto lo sforzo profuso dalla società ha prodotto il consueto e scontato Grande Slam di casa, tra Ligue 1 più le varie Coppe nazionali, ma in Champions League di grandi notti se ne sono viste ben poche.

Pochi invece i dubbi di Carlo Ancelotti che quasi sicuramente punterà sugli stessi protagonisti visti a Parigi il 24 ottobre scorso. Il match dell’andata ha dimostrato che questo Napoli se la può giocare davvero, serve però un qualcosa di speciale, come ha detto Carletto per vincere occorre qualcosa di straordinario. Per una volta il turnover si dovrebbe fermare, impossibile fare a meno di Insigne e difficile togliere Mertens. In avanti pochi centimetri e chili, ma nulla importa se i gol in questo inizio di stagione sono già 17. Il belga, in forma strepitosa, con i tre gol di Empoli ha superato Careca nella classifica marcatori all-time del Napoli. Inoltre la tripletta da fuori area lo consegna alla storia poiché l’ultima volta in Serie A che successe era il 1998 con Sinisa Mihajlovic che segnò tre volte su punizione. Tra i pali si dovrebbe rivedere Ospina; Maksimovic giocherà ancora come terzino destro pronto a rimanere più bloccato per formare una difesa a tre; Fabian Ruiz esterno sinistro a centrocampo con licenza di accentrasi e liberare il suo mancino.

Con una vittoria la qualificazione sarebbe blindata, perché basterebbe poi battere in casa la Stella Rossa per sigillare il tutto. Le altre soluzioni posticiperebbero il passaggio agli ottavi alle ultime due caldissime giornata del gruppo C. Il San Paolo si prepara a far tramare le mura delle case di Fuorigrotta, e le oltre 50mila presenze che affolleranno gli spalti potrebbero avere il loro peso nello spostare anche di un solo millimetro il pronostico mai così in equilibrio. Come visto all’andata non è facilissimo fermare il mostro a tre teste di Tuchel, o forse quattro considerando anche Di Maria. Della costellazione fantasmagorica di campionissimi del PSG la sagoma filiforme dell’argentino corre sempre il rischio di passare inosservata come un mediano qualsiasi perché la scena lì è occupata sempre da quei tre. Ma anche il Napoli può contare sulla sua arma a centrocampo. Il capitano Marek Hamsik avrà motivazioni speciali questa sera poiché prossimo alla presenza numero 512 in maglia azzurra e pronto a superare una leggenda come Bruscolotti. Dal 2007 ad oggi sono cambiate tante cose, ma resta immutata la sua voglia di Napoli. Marechiaro è rimasto al suo posto impermeabile - almeno lui - al canto di sirene cariche di gloria e, fedele alla maglia, ha fatto suoi tutti i primati azzurri, in testa – noblesse oblige – quello dei gol strappato a Maradona 116 contro i suoi attuali (per ora) 120.

Tra i tanti incroci anche quello di Verratti, perdonato definitivamente dal suo allenatore dopo la notte brava con tanto di ritiro patente dopo essere stato trovato positivo all'etilometro, che poteva essere un giocatore del Napoli. Ci sarà anche Gigi Buffon tornato dagli inferi della squalifica Champions dopo la notte di Madrid e per fermare l'attacco record di Ancelotti dovrà da fare un extra lavoro. Non vedeva l'ora di tornare in campo, di archiviare le sue giornate in esilio e di rimettersi tra i pali. Buffon – anni 40 – tornerà in Italia, scenderà in campo con una maglia a cui gli avversari e in fondo tutti noi non si è abituati e forse non ci si abituerà mai. Camminerà sul terreno di gioco del San Paolo perché non si può lasciare fuori Gigi in Champions. Che sia un mito del calcio mondiale è innegabile e al di là del talento ineguagliabile il suo modo di essere ha inciso non poco sulla sua popolarità. Chi è davvero Gianluigi Buffon? È l'atleta coscienzioso e lavoratore che lo ha reso uno dei più grandi portieri di tutti i tempi o il ribelle dalla favella fluida e sterzante. È quello che anni fa raccontava di una sua malinconia tanto profonda da somigliare a una depressione o un trascinatore instancabile e guida per i compagni. Un manager inpectore o un eterno calciatore. Oppure ancora di più, l'uomo dalle parole splendide mature profonde o quello che scivola sull'immondizia del cuore degli arbitri. Sicuramente questa sera la sana ironia napoletana non gli risparmierà nulla, toccando la sua “sensibilità”, e lui, avversario in tante battaglie con la maglia bianconera, risponderà a modo suo parando. Tutto in una notte per Gigi, una notte da dentro o fuori. Ritroverà anche Ancellotti – alla 200esima panchina in europa – il quale lo lanciò stabilmente come numero uno con la maglia del Parma. Stasera però bisognerà lasciare tutto da parte, sentimenti ed emozioni. Dal paradiso della quasi qualificazione in caso di vittoria all’incubo di una quasi eliminazione in caso di sconfitta, tutto in 90 minuti. 90 un numero che da queste parti vuol dire paura possibilmente per gli altri.

Le stelle questa sera ci saranno comunque, ma la vera differenza sarà tra chi riuscirà ad essere stella in campo e chi si limiterà a guardarle in cielo.