Ieri è stata una grande giornata di calcio, una vera abbuffata! Dalla cena povera del mercoledì sera, siamo passati al banchetto che ci ha accompagnati per tutta la giornata, con portate di tutte i generi, dal fish and chips tipicamente inglese, all’immancabile piatto di spaghetti alla carbonara, come secondo cocido madrileño e per finire il dessert, una bella fetta di charlotte alla milanese che a me piace col pan di Spagna. Un menù niente male, forse non l’ideale prima di una partita di calcio, ma io guardo non gioco. 

Cominciamo dall’antipasto, servito alle 13.30. I ragazzi di Mourinho devono aver esagerato col fish and chips prima del match, sono parsi bloccati, lenti ed appesantiti rendendo le cose facili agli Hammers che ne hanno fatto un sol boccone. Al London Stadium finisce 3-1 a favore della squadra di Pellegrini, la partita è stata dominata dal West Ham mentre i Red Devils concludono una settimana da incubo che li fa sprofondare in una crisi senza fine. La partita è stata da subito spettacolare: al 6’ apre le danze l’ex Lazio Felipe Anderson con un colpo di tacco d’autore; prima dell’intervallo, al 43’, Yarmolenko trova il raddoppio grazie ad un potente tiro deviato in maniera decisiva da Lindelof, infatti il tabellino segna autogol; lo United come detto è apparso lento ma soprattutto impreciso, ha sbagliato moltissimi passaggi facili, Pogba ha giocato dall’inizio dopo le polemiche di questi giorni ma non ha inciso, l’unico che si è dato da fare è il centravanti belga Lukaku ma nulla ha potuto da solo contro la difesa avversaria; al 71’ Rashford, entrato da un quarto d’ora circa in campo, risponde a Felipe Anderson con un tacco altrettanto bello ed efficace, dagli sviluppi di un calcio d’angolo riesce in una invenzione alla Mancini; ma la partita non fa neanche in tempo a dirsi riaperta che 3 minuti dopo l’ex Inter Arnautovic si fa beffa della difesa immobile dello United, rientra dal fuorigioco per permettere a Noble di servlo in profondità e da solo davanti al portiere non può sbagliare, partita chiusa. Faccio giusto in tempo a sentire qualche dichiarazione di un abbacchiato Mourinho. Il portoghese si lamenta dell’arbitraggio, per il primo gol viziato da un fuorigioco che senza Var non si è visto, mentre l’azione del terzo gol  doveva essere interrotta per un  fallo su un giocatore del Manchester. Elogia il giovanissimo Scott McTominay per il suo atteggiamento fantastico - aggressivo, coraggioso e buona qualità quando tocca la palla -, mentre tira le orecchie agli altri che a suo dire hanno avuto poca combattività soprattutto nei duelli individuali dove gli avversari sono stati superiori. Il rapporto tra società, allenatore e ambiante ormai sembra logoro e rinviare un esonero che pare inevitabile - le quotazione dei bookmaker inglesi sono bassissime ed i social chiedono a gran voce la testa del portoghese - ha poco senso. 

L’abbuffata continua subito dopo, alle 15, con il derby della capitale. Oltre all’orgoglio cittadino ci sono anche altri motivi per cercare la vittoria a tutti i costi, la Roma dopo la partita col Frosinone, che ha stoppato le polemiche, deve vincere per risalire la china e salvare la panchina di Di Francesco, mentre la Lazio vuole continuare la sua striscia di risultati positivi fatta di quattro vittorie consecutive in campionato e quattro punti di vantaggio sui giallorossi. Il tecnico abruzzese schiera ancora il 4-2-3-1 con Florenzi alto a destra al posto di Under, mentre Inzaghi risponde col solito 3-5-1-1 e Luis Alberto schierato alle spalle di Immobile. Dopo i primi 20 minuti di studio - forse stavano ancora digerendo - la partita si accende all’improvviso. La Lazio si rende pericolosa da corner con Immobile che gira verso la porta ma la deviazione di Kolarov fa andare la conclusione oltre la traversa. Risponde subito la Roma con un rapido ribaltamento di fronte, al 22’ Dzeko salta Acerbi in area e conclude con un destro ravvicinato, Strakosha salva miracolosamente. Al 24’ ancora Roma con Pastore e il portiere albanese si ripete questa volta salvando di piede. 25′ Immobile si gira in area e calcia ma Olsen mette in angolo. Ora la partita è un botta e risposta. Al 26’ Florenzi è da solo in area ma un prodigioso Luis Felipe riesce in scivolata a levargli la palla al momento della conclusione. Non c’è un attimo di tregua. 27′ Corner per la Roma, N’Zonzi colpisce di testa e De Rossi, appostato sul secondo palo, per un soffio non la mette dentro in spaccata. Il caldo si fa sentire, quindi alla mezz’ora di gioco l’arbitro predispone una piccola pausa per il cooling break. Al 36’ la svolta della partita, Pastore accusa problemi muscolari al polpaccio e quindi Pellegrini prende il suo posto. Al 45’ lancio lungo dalla difesa giallorossa che è preda di Dzeko che spizza la palla, El Shaarawy tenta di anticipare Strakosha ma si scontra con Luis Felipe, la palla è preda dell’ex Sassuolo entrato da poco e col tacco senga l’ 1-0, Roma in vantaggio. Nella ripresa nulla di significativo fino al 67’ quando un errore da matita blu di Fazio propizia il pareggio di Immobile. Subito dopo però ci pensa l’ex Kolarov a ristabilire le distanze con un sinistro preciso da punizione appena fuori area che beffa il portiere laziale sul suo palo.  2-1 Roma!  All’ 85’ Fazio, sugli sviluppi di una punizione dalla trequarti, prende l’ascensore e segna il definivo 3-1. 

Risultato importante per ristabilire la tranquillità in casa giallorossa dopo un avvio di stagione deficitario. Il 4-2-3-1 sembra il modulo ideale sul quale insistere per evitare ulteriori e pericolose crisi di risultati. Man of the mach, oppure come direbbero a Roma “er mejo” è stato Lorenzo Pellegrini, che non doveva neanche giocare ed è entrato solo per l’infortunio all’argentino Pastore: segna il primo gol di tacco, si procura la punizione dal limite che è valsa il secondo gol, batte sempre lui la punizione per la zuccata di Fazio e recupera tantissimi palloni, una prova maiuscola. Molto buona anche la prestazione del numero 71  giallorosso in evidente ripresa dopo le prime uscite dove era stato tra i peggiori. La Lazio esce ridimensionata in questo scontro che potrebbe valere un posto in Champions League.

Per i più golosi, in attesa delle altre portate ci sta il tempo per assaggiare la ratatouille, da mangiare assolutamente quando si va a Nizza. L’appetito di Balotelli (in panchina) e compagni viene però affievolito a metà tempo dal gol di Neymar. Meglio passare quindi alle specialità nostrane, il giro di primi riprende con dei succulenti agnolotti. Ore 18 Juventus-Napoli sfida scudetto anticipata a settembre. Gli azzurri partono fortissimi, al 5’ tiro da fuori di Zielinski che centra il palo a Szczesny battuto. Al 10’ il Napoli va in vantaggio con Mertens che deve solo poggiare la palla in rete dopo il passaggio di Callejon. Ronaldo inzia a salire di tono e ci prova prima con un tiro da fuori area e poi si incunea in area ma viene anticipato da Ospina. La Juventus mette pressione al Napoli che si difende bene ma non riesce più a superare la propria metà campo. Al 26’ Ronaldo si fa vedere sulla sinistra con una bella azione, poi mette dentro un cross per la testa di Mandzukic che senza marcatura segna il gol del pari. 1-1 all’Allianz Stadium. La Juventus, soprattutto con il suo asso portoghese, non si ferma. Al 29’ punizione di CR7 che viene respinta dal portiere colombiano del Napoli, Chiellini ribatte in porta ma viene murato dai difensori. Lo Stadium, ammutolito nei primi minuti di predominio azzurro, ora è una bolgia. La supremazia bianconera è interrotta al 43’ da un occasione per in Napoli: Mario Rui, servito da Mertens, rientra e tenta un tiro al giro che va alto ma non di molto. Bel primo tempo. Rispondo a qualche whatsapp e poi controllo gli altri risultati esteri con un occhio in particolare ai futuri avversari delle italiane in coppa. Il Psg vince fuori casa 3-0 sul Nizza con una doppietta di Neymar, mentre il Tottenham si sbarazza agevolmente dell’Huddersfield con due gol di Kane nel primo tempo. Nel frattempo è cominciato (alle 18.30) il big match della Premier Chelsea-Liverpool e riesco in tempo a vedere il gol di Hazard al 25’. Incombe il secondo tempo di Juventus-Napoli. Si parte subito forte. Insigne prova un contropiede ma viene chiuso da Chiellini, uno dei migliori in campo sempre presente in fase difensiva ma si è visto spesso anche proiettato in vanti. Al 49’ accelerazione di Dybala, palla a Ronaldo che calcia ma prende il palo, in agguato ancora Mandzukic che a porta vuota fa 2-1. La reazione del Napoli è immediata, sale col baricentro e ci prova varie volte fino alla grande occasione di Mertens al 57’ che con un tiro al giro mette in grosso pericolo la porta di Szczesny. Al 59’ una brutta entrata di Mario Rui su Dybala gli costa il secondo giallo e quindi espulsione, si accende una mischia sedata a fatica dall’arbitro. Molto sfortunato Ancelotti che era già pronto a sostituire il terzino portoghese con Malcuit. Il terzino francese entra lo stesso insieme a Milik. Ed è proprio quest’ultimo che al 71’ da una grande palla a Callejon che però spreca davanti il portiere polacco. Al 76’ la partita finisce con il terzo gol della Juventus da angolo: Bonucci in tuffo mette in rete il colpo di testa di Ronaldo. Il Napoli stacca la spina ma Ronaldo spreca due ottime occasioni per aumentare il suo bottino di reti.

Partita dai due volti, un bel Napoli all’inizio ma poi la Juventus ha alzato il ritmo, la differenza l’ha fatta Cristiano Ronaldo che con le sue giocate, anche se non ha trovato la via della rete, risulta di gran lunga il migliore in campo. Alla squadra di Ancelotti manca ancora qualcosa per essere a livello della squadra del collega Allegri, anche quest’anno lo scudetto penso rimarrà cucito sulle casacche bianconere.

Faccio zapping per vedere gli ultimi minuti di Chelsea-Liverpool. Klopp inizia a fare qualche cambio in vista della partita col Napoli di mercoledì ed è fortunato perché il gol del pari è confezionato dalla panchina: al 89’ Shaqiri, entrato per Salah, passa palla a Sturridge, in campo da 2 minuti, che dal limite dell’area scaglia un gran tiro che si insacca all’incrocio dei pali. Non c’è niente da fare per Kepa, allo Stamford Bridge è 1-1.

Prima dei match serali, nel post partita di Juventus-Napoli, c’è un piccolo terremoto. Beppe Marotta, nominato solo pochi giorni fa miglior dirigente d’Europa, annuncia di fatto che la sua strada e quella della Vecchia Signora si separeranno il prossimo 25 ottobre, quando scadrà il suo contratto. La squadra che ha vinto sette scudetti consecutivi e con l’ottavo senza nemici esterni sulla strada prova a destabilizzarsi dal suo interno con questa notizia sconvolgente ed inaspettata. Sul terzo gol della Juventus Marotta e Agnelli sono stati inquadrati mentre festeggiavano con una stretta di mano, mai si sarebbe potuto immaginare quello che da lì a poco sarebbe successo. La società di Agnelli sempre proiettata nel futuro ed abituata a programmare tutto per tempo di sicuro avrà un piano di riserva, si parla di Zidane, certo che però la botta è stata forte. I prossimi mesi ci diranno di più.

La sera vede il derby di Madrid Real-Atletico come portata principale, mentre a contorno Inter-Cagliari. “Le Petit Diable”, Antoine Griezmann, trova sulla sua strada Sergio Ramos dopo che gli aveva dato del cafone per le sue dichiarazione sul pallone d’oro, mentre l’Inter di Spaletti lancia dal primo minuto “El Toro” Lautaro Martinez con Icardi risparmiato per la Champions. Nel primo incontro sono mancati solamente i gol, ma è stato un match avvincente fino alla fine dove grandi protagonisti sono stati i portieri con parate eccezionali, Courtois da una parte e Oblak dall’altra. Grande partita di Benzema che però ha fatto un partita più di sacrificio che di tecnica. Mi ha sorpreso in positivo la squadra di Simeone che è sembrata il Real soprattutto nella prima parte di gara, sempre in possesso del pallone per mettere pressione agli avversari che si limitavano a difendere. C’è stato anche l’esordio, tra le fila delle Merengues, del brasiliano Vinicius, classe 2000 pagato 45 milioni dai Blancos, al 88’ Lopetegui decide di lanciarlo nella mischia. Come detto sono mancati i gol ma a quello ci hanno pensato i nerazzurri: apre “El Toro” al 12’ quando incorna di testa in gol un cross di Dalbert dalla sinistra, gol bello come la sua esultanza emoji; pareggia Dessena al 72’, mi correggo Var review, tocco di mano e giallo al numero 4 cagliaritano; chiude i giochi Politano con un gran gol al 89’. La squadra allenata da Spalletti dopo le difficoltà iniziali sembra aver ingranato la marcia giusta, adesso mercoledì l’attende la prova del nove in Champions contro il non irresistibile Psv (che ieri ha vinto 2-0 fuori casa inanellando il settimo successo consecutivo, su sette, in campionato). Prova opaca per Nainggolan apparso molto in ritardo di condizione, ma con alcune giocate ha mostrato di essere indispensabile anche a scartamento ridotto. 

Giornata piena di bel calcio, voto 9 come le ore di abbuffata, mentre il voto più alto lo do alla perla di Rashford, 10 e lode meritato!